Non si hanno dati storicamente accertati sulla sua origine, anche se, secondo testimonianze, sarebbe nato in Sicilia da padre pagano. Sarebbe stato inoltre incarcerato sette anni a causa della sua fede cristiana.
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Tradizione [modifica]
«La città di Mazara per antichissima tradizione da nessun’altra contraddetta, passa per essere stata la patria del nostro Santo, il quale nato da Hila, idolatra e di nobile stirpe, ma allevato da Crescenzia ed educato da Modesto, ambedue ferventi cristiani, ancor fanciullo si distingueva per fervore nel praticare la fede e coraggio nel professarla»[1]Secondo il Martirologio Geronimiano Vito sarebbe vissuto a lungo in Lucania presso il fiume sele, tanto che ancora oggi è ricordato impropriamente dai fedeli del luogo come san Vito di Lucania. Sarebbe morto martire nell'anno 303, assieme alla nutrice santa Crescenzia e al precettore san Modesto, durante la persecuzione di Diocleziano.
Alcune presunte reliquie sono custodite in un corpo cerato che raffigura il Santo, custodito presso la chiesa Collegiata di Sant'Ambrogio di Omegna (VB), racchiuso in un'urna e portato solennemente in processione l'ultimo sabato di agosto, giorno in cui il vescovo di Novara Bascapè portò devotamente le reliquie ad Omegna. Altre presunte reliquie del Santo sono custodite nell'omonima chiesa di Marola (provincia della Spezia): in entrambe i casi si tratta di "corpi santi" provenienti dalle catacombe romane.
Secondo una passio del VII secolo il fanciullo siciliano Vito (BHL 8711-12; per BHL 8714 nasce in Lucania), dopo aver operato già molti miracoli, sarebbe stato fatto arrestare dal preside Valeriano. Avrebbe subito torture e sarebbe stato gettato in carcere senza che però avesse rinnegato la propria fede; sarebbe stato liberato miracolosamente da un angelo e si sarebbe recato, insieme al precettore Modesto e alla nutrice Crescenzia, in Lucania per continuare il suo apostolato. Acquistata sempre maggior fama presso il popolo dei fedeli, sarebbe stato perfino supplicato dall'imperatore Diocleziano di liberare il figlio dal demonio (forse si trattava di epilessia) ma, ottenuto il miracolo, Diocleziano gli si sarebbe scagliato contro, facendolo imprigionare e torturare. Dopo essere stato nuovamente liberato dall'angelo, ritornando presso il fiume Sele, Vito sarebbe morto ivi con Modesto e Crescenzia. Le salme dei tre sarebbero state in seguito sepolte dalla pia matrona Fiorenza in un luogo chiamato Marianus. Presso il fiume sele sorge un'antica chiesa dedicata al santo, luogo dove fu sepolto ad Eboli
Nella città di Marigliano, in provincia di Napoli, identificata dagli studiosi con l'antico Marianus, presso la chiesa di San Vito, costruita su una basilica martiriale altomedievale e annessa, a partire dalla seconda metà del XV secolo, ad un convento francescano, è custodita la tomba del martire sigillata da un marmo, ricoperto un tempo da pietre preziose, sul quale è incisa la frase latina: HIC VITO MARTIRI SEPVLTVRA TRADITVR.
Al racconto originario della passio del martire si aggiunsero con il passare degli anni varie leggende relative alle translationes delle sue reliquie in varie città e monasteri, e vari miracula che avrebbero avuto come protagonista Vito, leggende che contribuirono ad accrescere ulteriormente la sua fama.
Un'altra leggenda devozionale lo vede protagonista in Sicilia, a Regalbuto, dove, fermatosi per riposare nel luogo dove ora sorge la chiesa dei cappuccini, avrebbe incontrato dei pastori disperati perché alcuni cani avevano sbranato un bambino; allora il Santo, richiamati i cani, si sarebbe fatto restituire da essi i resti del corpo del bambino a cui avrebbe ridonato la vita.
Se è vero che per secoli la figura di san Vito ha alimentato ed esaltato la fede popolare – si pensi per esempio alla protezione per la quale veniva invocato, in modo particolare nella speranza di ottenere guarigione da patologie quali la Corea di Sydenham, una forma di encefalite nota come ballo di San Vito in quanto può presentare postumi come tic, tremori, etc., dall'idrofobia, da malattie degli occhi (in slavo la parola Vid = vista fu associata al suo nome, e in quelle terre il culto di san Vito pare avesse sostituito l'antico culto di Svetovit), dalla letargia, è altrettanto vero che la nascita del suo culto e la relativa tradizione agiografica non sono stati ancora studiati in maniera ampia e approfondita.
Culto [modifica]
È venerato come santo martire dalla Chiesa cattolica ed è un santo molto importante anche per la Chiesa ortodossa serba e quella bulgara. La sua ricorrenza è osservata nel giorno del 15 giugno del calendario gregoriano che corrisponde al 28 giugno del calendario giuliano.San Vito è il patrono ed il protettore dei danzatori. Era assai venerato nel medioevo e fu inserito nel gruppo dei santi ausiliatori, santi verso i quali veniva invocata una intercessione in particolare occasioni e nella speranza di ottenere guarigione da particolari malattie. Il simbolo che lo rappresenta è la palma.
È il patrono della sua città, Mazara del Vallo, e della diocesi di Mazara.
Preghiere e devozioni [modifica]
"Santu Vitu Santu Vitu, iu tri voti vi lu dicu vi lu dicu pi su cani ca mi voli muzzicari attaccatici lu mussu cu nu muccaturi russu attaccatici lu sciancu cu nu muccaturi iancu!" (preghiera tradizionale siciliana contro i morsi dei cani.la traduzione suona così: San Vito San Vito ve lo dico tre volte, ve lo dico affinché mi proteggiate da quel cane che vuole mordermi.Legategli il muso con un fazzoletto rosso, legategli il fianco-le gambe- con un fazzoletto bianco)La leggenda di San Vito a Gangi [modifica]
A Gangi, paese delle Madonie, si narra che quando fu realizzata la statua di San Vito avvenne un fatto prodigioso. Infatti la statua venne commissionata dalla chiesa di Santa Maria di Gesù ma la stessa notte che fu riposta nella nicchia sparì. Fu ritrovata alla chiesa Madre ma fu deciso di riportarla a Santa Maria. Ciò avvenne più volte, finché un mastro del popolo non decise di scolpire due cagnolini di legno e "attaccarli" alla statua. Fu così che la sacra immagine di San Vito restò fissa a Santa Maria in cui tutt'oggi possiamo ammirarla (leggenda raccolta in loco).Elenco dei patronati [modifica]
San Vito è patrono dei seguenti comuni italiani:- Aieta (CS)
- Albano di Lucania (PZ)
- Andalo (TN)
- Aquilonia (AV)
- Avigliano (PZ) - Chiesa di San Vito (Avigliano)
- Barbariga (BS)
- Barzanò (LC)
- Banzi (PZ)
- Campobello di Mazara (TP)
- Capaccio-Paestum (SA)
- Carini (PA)
- Carmiano (LE)
- Castri di Lecce (LE)
- Castelgrande (PZ)
- Cellole (CE)
- Cermenate (CO)
- Col San Vito, frazione di Cesiomaggiore (BL)
- Colle San Vito, frazione di Tornimparte (AQ)
- Ciminna (PA)
- Coli (PC)
- Condrò (ME)
- Cretone (Roma)
- Eboli (SA)
- Felitto (SA)
- Forio (NA)
- Gigliotti, frazione del comune di Colosimi (CS)
- Gergei (Ca)
- Guzzanica, frazione del comune di Dalmine (BG)
- Lequile (LE)
- Lusia (RO)
- Macchia, frazione del comune di Giarre (CT)
- Marano Lagunare (UD)
- Marigliano (NA)
- Mascalucia (CT)
- Mazara del Vallo, sua presunta città natale
- Montalto delle Marche (AP)
- Monte San Vito (AN)
- Montignoso (MS)
- Navezze, frazione del comune di Gussago (BS)
- Ossanesga, frazione del comune di Valbrembo (BG)
- Partanna (TP)
- Pignataro Maggiore (CE)
- Polignano a Mare (BA)
- Positano (SA)
- Rapone (PZ)
- Ravanusa (AG)
- Recanati (MC)
- Regalbuto (EN)
- San Gregorio Magno (SA)
- San Vito al Torre (UD)
- San Vito Chietino (CH)
- San Vito dei Normanni (BR)
- San Vito di Cadore (BL)
- San Vito di Leguzzano (VI)
- San Vito Lo Capo (TP)
- San Vito sullo Ionio (CZ)
- San Vito, frazione del comune di Ercolano (NA)
- Santo Stefano del Sole (AV)
- Sapri (SA)
- Tricase (LE)
- Tribiano (MI), compatroni SS. Modesto e Crescenzia
- Tortorella (SA), compatroni SS. Urbano Papa e Felice Martire
- Chiaramonte Gulfi (RG)
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