giovedì 24 giugno 2010
martedì 22 giugno 2010
notti palatine
"Dal 22 Giugno al 18 Settembre Tornano le Notti Palatine
pubblicato da Gabriele su Palermo - 3 ore fa
L'Assemblea Regionale Siciliana e la Fondazione Federico II sono lieti di invitarvi a scoprire il Palazzo Reale di Palermo.Tornano a schiudersi, sul far della sera, nel tepore dell'estate, le porte di Pala..."
pubblicato da Gabriele su Palermo - 3 ore fa
L'Assemblea Regionale Siciliana e la Fondazione Federico II sono lieti di invitarvi a scoprire il Palazzo Reale di Palermo.Tornano a schiudersi, sul far della sera, nel tepore dell'estate, le porte di Pala..."
san giovanni gemini
San Giovanni Gemini | ||
| ![]() Foto © Roberto Meli | |
San Giovanni Gemini (C.A.P. 92020) dista 45 Km. da Agrigento, alla cui provincia appartiene, 67 Km. da Caltanissetta, 200 Km. da Catania, 108 Km. da Enna, 283 Km. da Messina, 94 Km. da Palermo, 181 Km. da Ragusa, 262 Km. da Siracusa, 193 Km. da Trapani. Il comune conta 8.457 abitanti e ha una superficie di 2.630 ettari per una densità abitativa di 322 abitanti per chilometro quadrato. Sorge in una zona di montagna interna, posta a 672 metri sopra il livello del mare. Foto © Roberto Meli ![]() Il municipio è sito in via Roma, tel. 0922-903314 fax. 0922-903336. Sito alle pendici del Monte Cammarata, San Giovanni Gemini vanta una ricca produzione di cereali, agrumi, olive, mandorle, fave e frutta. Fiorente è l'allevamento di bovini e ovini. Spiccano nel settore artigianale gli oggetti in legno, ferro e ceramica. Numerose sono sul territorio le miniere di salgemma e le cave di sabbia. In origine il paese venne chiamato San Giovanni di Cammarata per la vicinanza con l'omonimo monte. Nel 1879 fu trasformato in "San Giovanni Gemini" poiché nelle zone limitrofe sorgono due colli di uguale altezza definiti appunto Gemelli. Il borgo venne fondato nel 1451 dal conte di Cammarata Federico I Abatellis. Nel tempo ebbe un grosso sviluppo economico e demografico che spinse il nuovo signore del paese, don Ercole Branciforte, a separare nettamente i due territorio vicini di Cammarata e San Giovanni Gemini. Nel 1708 la città passò al conte don Luigi Moncada e a tale famiglia rimase sino all'abolizione della feudalità. Nel settore monumentale si distingue la Chiesa Madre dedicata a S. Giovanni Battista del XVII° secolo che conserva uno splendido crocifisso ligneo e un'urna entrambi del 1700. Di notevole interesse è pure la Chiesa del Carmine con il vicino convento del XVI secolo. |
Gastronomia a San Giovanni Gemini
Gastronomia a San Giovanni Gemini: "Salame turco
Ingredienti:
300 g di biscotti secchi, 50 g di zucchero, 50 g di cacao, 30 g di burro, 100 g di mandorle tritate, mezzo bicchiere di latte, 1 uovo, 20 g di pistacchi tritati.
Preparazione:
A fuoco basso, sciogliete in un pentolino il cacao con il burro, unite il tuorlo sbattuto con lo zucchero, le mandorle, i pistacchi tritati e l'albume montato a neve in cui avrete sminuzzato i biscotti. Aggiungete il latte e lavorate fino ad ottenere un impasto duro e compatto.
Mettete l'impasto in uno stampo foderato con carta oleata, dategli la forma di un grosso salame e mettete in frigo per un paio di ore. Tagliate a fette."
Ingredienti:
300 g di biscotti secchi, 50 g di zucchero, 50 g di cacao, 30 g di burro, 100 g di mandorle tritate, mezzo bicchiere di latte, 1 uovo, 20 g di pistacchi tritati.
Preparazione:
A fuoco basso, sciogliete in un pentolino il cacao con il burro, unite il tuorlo sbattuto con lo zucchero, le mandorle, i pistacchi tritati e l'albume montato a neve in cui avrete sminuzzato i biscotti. Aggiungete il latte e lavorate fino ad ottenere un impasto duro e compatto.
Mettete l'impasto in uno stampo foderato con carta oleata, dategli la forma di un grosso salame e mettete in frigo per un paio di ore. Tagliate a fette."
lunedì 21 giugno 2010
programma sagra ciliege
http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=5&ved=0CDUQFjAE&url=http%3A%2F%2Fit.wikipedia.org%2Fwiki%2FChiusa_Sclafani&ei=eTcfTKKUNZP1_Aa7h5ixDQ&usg=AFQjCNFvMwI55CUpOU4l8iqK62pNvjIn5Q&sig2=fejZm1BpX2Ff6W8vanedIw5 6 GIUGNO 2010
Presentazione Sagra Piazza Castelnuovo - Palermo
12 GIUGNO 2010
Ore 17,00 Apertura Stand Mercato degli Agricoltori
Ore 21,00 Piazza Santa Rosalia
Spettacolo Musicale III Rassegna Canora
13 GIUGNO 2010
Piazza Castello a Chiusa Sclafani
Ore 9,00 Visita Guidata “Riserva Naturale Valle del
Sosio” (Bus Navetta e raduno partecipanti)
Ore 9,30 Visita Guidata Monumenti
Ore 10,00 Apertura Stand Mercato degli Agricoltori
Ore 11,00 Sfilata auto d’epoca per le vie del paese
Ore 17,00 Esibizione Banda Musicale “G. Rossini di
Chiusa Sclafani”
Ore 18,00 Degustazione Ciliegie
Ore 19,00 Spettacolo Musicale “LISCIO 2000”
COMUNE DI CHIUSA SCLAFANI REGIONE SICILIANA
Ass.to Regionale delle Risorse Agricole
SOAT 110 CHIUSA SCLAFANI
PROGRAMMA
L’Amministrazione Comunale La SOAT 110 Chiusa Sclafani
tipografia zangara
Presentazione Sagra Piazza Castelnuovo - Palermo
12 GIUGNO 2010
Ore 17,00 Apertura Stand Mercato degli Agricoltori
Ore 21,00 Piazza Santa Rosalia
Spettacolo Musicale III Rassegna Canora
13 GIUGNO 2010
Piazza Castello a Chiusa Sclafani
Ore 9,00 Visita Guidata “Riserva Naturale Valle del
Sosio” (Bus Navetta e raduno partecipanti)
Ore 9,30 Visita Guidata Monumenti
Ore 10,00 Apertura Stand Mercato degli Agricoltori
Ore 11,00 Sfilata auto d’epoca per le vie del paese
Ore 17,00 Esibizione Banda Musicale “G. Rossini di
Chiusa Sclafani”
Ore 18,00 Degustazione Ciliegie
Ore 19,00 Spettacolo Musicale “LISCIO 2000”
COMUNE DI CHIUSA SCLAFANI REGIONE SICILIANA
Ass.to Regionale delle Risorse Agricole
SOAT 110 CHIUSA SCLAFANI
PROGRAMMA
L’Amministrazione Comunale La SOAT 110 Chiusa Sclafani
tipografia zangara
giovedì 17 giugno 2010
pubblicato da Tonino G. su Visitare la bellissima Sicilia - 1 giorno fa
Quest’isola credo che in molti l’abbiamo visitata con una guida d’eccezione. Siamo entrati nelle sue case bianche, abbiamo ammirato il mare cristallino, percorso le ripide stradine in bicicletta insieme a...
mercoledì 16 giugno 2010
Il crollo economico in Sicilia [modifica]
Il Regno delle due Sicilie non aveva un elevato debito pubblico al momento della sua caduta, anche a causa della bassa quantità di investimenti in opere di modernizzazione; al contrario, il Regno di Sardegna ne aveva uno molto elevato anche a causa delle guerre sostenute contro gli austriaci. In seguito all'Unità d'Italia venne unificato anche il debito, facendo gravare anche sui contribuenti meridionali gli investimenti effettuati in Piemonte nel corso degli anni '50 del XIX secolo. I fondi del Banco delle Due Sicilie, che era la Banca nazionale del regno borbonico (443 milioni di Lire-oro, all'epoca corrispondenti al 65,7 del patrimonio di tutti gli Stati italiani messi insieme) vennero incamerati dal nuovo Stato italiano, concorrendo a costituire il capitale liquido nazionale nella misura di 668 milioni di Lire-oro.L'istituto fu poi scisso in Banco di Napoli e Banco di Sicilia, partendo con evidente perdita iniziale di competitività nei confronti delle imprese bancarie nazionali.
Ad Unità realizzata, con le politiche liberiste del nuovo Regno d'Italia, a cui erano state estese le metodologie di governo proprie del vecchio Stato sabaudo, entrarono in crisi i principali settori produttivi delle regioni meridionali e della Sicilia, che perse i mercati tradizionali non reggendo più la concorrenza inglese e francese.
La fiscalità, divenuta più gravosa rispetto a quella borbonica, finiva così col finanziare gli investimenti al nord Italia. Sulle spalle dei siciliani, abituati ad unica tassa sul reddito, che copriva tutte le spese pubbliche ed anche locali, si venivano a caricare le nuove tasse comunali, le nuove tasse provinciali, il "focatico" (che essendo una tassa di famiglia colpiva duramente le famiglie numerose), la tassa sul macinato (che affamava proprio i più poveri, quelli che, cercando di risparmiare macinando il proprio esiguo raccolto, incorrevano nella famelica imposta), la nuova tassa di successione ed altre cosiddette addizionali.
Il nuovo Stato, peraltro, era ancor più restio dei Borboni ad investire in Sicilia: ad esempio, dal 1862 al 1896 vennero investiti per opere idrauliche al nord Italia 450.000.000 contro soli 1.300.000 in Sicilia.
Mentre nel resto d'Italia si moltiplicavano le linee ferroviarie, la Sicilia ebbe la sua prima, brevissima, Palermo-Bagheria, solo nel 1863.
La politica liberista dei governi unitari fu quella che aggravò maggiormente la situazione economica della Sicilia, ridotta così a colonia del Piemonte. Con la politica del libero scambio venne disincentivata la produzione della seta siciliana e del tessile locale, troppo frammentati, a vantaggio della grossa impresa del nord Italia e così avvenne anche per la locale industria alimentare; perfino i settori dell’industria pesante decaddero per mancanza di commesse e fondi.
Se ne avvantaggiava soltanto la produzione del grano, del vino e degli agrumi, che venivano esportati durante la guerra di secessione americana. Anche questo durò soltanto fino al 1887, quando il cambiamento della strategia del governo italiano, da liberista a protezionista, e la guerra doganale finirono con l'assestare il colpo di grazia all'economia oramai essenzialmente agricola della Sicilia, privandola dei suoi mercati.
Furono anni in cui avvenne un progressivo spopolamento, per fame, delle campagne. È proprio in questa serie di fattori che si individua da più parti il sorgere della mai più risolta questione meridionale.
MOTOPESCA SEQUESTRATI: PER AVARIA MOTORE APPRODATI A PORTO EMPEDOCLE
PORTO EMPEDOCLE (AGRIGENTO) (ITALPRESS) - Si annuncia piu' lungo del previsto il viaggio di ritorno a Mazara del Vallo (TP) dei tre motopescherecci italiani sequestrati in acque libiche nei giorni scorsi e poi rilasciati. Un guasto al motore del "Mariner 10", che imbarcava acqua, ha costretto i pescatori a dirigersi verso Porto Empedocle (AG). La Capitaneria ha raggiunto e soccorso il mezzo. Nelle prossime ore i pescherecci ripartiranno per Mazara. (ITALPRESS). npl/red 16-Giu-10 09:05 NNNNlunedì 14 giugno 2010
san VITO
San Vito, venerato localmente anche come san Vito martire o san Vito di Lucania (Mazara del Vallo, III secolo – Lucania, 15 giugno 303), è stato un santo italiano.
Non si hanno dati storicamente accertati sulla sua origine, anche se, secondo testimonianze, sarebbe nato in Sicilia da padre pagano. Sarebbe stato inoltre incarcerato sette anni a causa della sua fede cristiana.
Secondo il Martirologio Geronimiano Vito sarebbe vissuto a lungo in Lucania presso il fiume sele, tanto che ancora oggi è ricordato impropriamente dai fedeli del luogo come san Vito di Lucania. Sarebbe morto martire nell'anno 303, assieme alla nutrice santa Crescenzia e al precettore san Modesto, durante la persecuzione di Diocleziano.
Alcune presunte reliquie sono custodite in un corpo cerato che raffigura il Santo, custodito presso la chiesa Collegiata di Sant'Ambrogio di Omegna (VB), racchiuso in un'urna e portato solennemente in processione l'ultimo sabato di agosto, giorno in cui il vescovo di Novara Bascapè portò devotamente le reliquie ad Omegna. Altre presunte reliquie del Santo sono custodite nell'omonima chiesa di Marola (provincia della Spezia): in entrambe i casi si tratta di "corpi santi" provenienti dalle catacombe romane.
Secondo una passio del VII secolo il fanciullo siciliano Vito (BHL 8711-12; per BHL 8714 nasce in Lucania), dopo aver operato già molti miracoli, sarebbe stato fatto arrestare dal preside Valeriano. Avrebbe subito torture e sarebbe stato gettato in carcere senza che però avesse rinnegato la propria fede; sarebbe stato liberato miracolosamente da un angelo e si sarebbe recato, insieme al precettore Modesto e alla nutrice Crescenzia, in Lucania per continuare il suo apostolato. Acquistata sempre maggior fama presso il popolo dei fedeli, sarebbe stato perfino supplicato dall'imperatore Diocleziano di liberare il figlio dal demonio (forse si trattava di epilessia) ma, ottenuto il miracolo, Diocleziano gli si sarebbe scagliato contro, facendolo imprigionare e torturare. Dopo essere stato nuovamente liberato dall'angelo, ritornando presso il fiume Sele, Vito sarebbe morto ivi con Modesto e Crescenzia. Le salme dei tre sarebbero state in seguito sepolte dalla pia matrona Fiorenza in un luogo chiamato Marianus. Presso il fiume sele sorge un'antica chiesa dedicata al santo, luogo dove fu sepolto ad Eboli
Nella città di Marigliano, in provincia di Napoli, identificata dagli studiosi con l'antico Marianus, presso la chiesa di San Vito, costruita su una basilica martiriale altomedievale e annessa, a partire dalla seconda metà del XV secolo, ad un convento francescano, è custodita la tomba del martire sigillata da un marmo, ricoperto un tempo da pietre preziose, sul quale è incisa la frase latina: HIC VITO MARTIRI SEPVLTVRA TRADITVR.
Al racconto originario della passio del martire si aggiunsero con il passare degli anni varie leggende relative alle translationes delle sue reliquie in varie città e monasteri, e vari miracula che avrebbero avuto come protagonista Vito, leggende che contribuirono ad accrescere ulteriormente la sua fama.
Un'altra leggenda devozionale lo vede protagonista in Sicilia, a Regalbuto, dove, fermatosi per riposare nel luogo dove ora sorge la chiesa dei cappuccini, avrebbe incontrato dei pastori disperati perché alcuni cani avevano sbranato un bambino; allora il Santo, richiamati i cani, si sarebbe fatto restituire da essi i resti del corpo del bambino a cui avrebbe ridonato la vita.
Se è vero che per secoli la figura di san Vito ha alimentato ed esaltato la fede popolare – si pensi per esempio alla protezione per la quale veniva invocato, in modo particolare nella speranza di ottenere guarigione da patologie quali la Corea di Sydenham, una forma di encefalite nota come ballo di San Vito in quanto può presentare postumi come tic, tremori, etc., dall'idrofobia, da malattie degli occhi (in slavo la parola Vid = vista fu associata al suo nome, e in quelle terre il culto di san Vito pare avesse sostituito l'antico culto di Svetovit), dalla letargia, è altrettanto vero che la nascita del suo culto e la relativa tradizione agiografica non sono stati ancora studiati in maniera ampia e approfondita.
San Vito è il patrono ed il protettore dei danzatori. Era assai venerato nel medioevo e fu inserito nel gruppo dei santi ausiliatori, santi verso i quali veniva invocata una intercessione in particolare occasioni e nella speranza di ottenere guarigione da particolari malattie. Il simbolo che lo rappresenta è la palma.
È il patrono della sua città, Mazara del Vallo, e della diocesi di Mazara.
Non si hanno dati storicamente accertati sulla sua origine, anche se, secondo testimonianze, sarebbe nato in Sicilia da padre pagano. Sarebbe stato inoltre incarcerato sette anni a causa della sua fede cristiana.
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Tradizione [modifica]
«La città di Mazara per antichissima tradizione da nessun’altra contraddetta, passa per essere stata la patria del nostro Santo, il quale nato da Hila, idolatra e di nobile stirpe, ma allevato da Crescenzia ed educato da Modesto, ambedue ferventi cristiani, ancor fanciullo si distingueva per fervore nel praticare la fede e coraggio nel professarla»[1]Secondo il Martirologio Geronimiano Vito sarebbe vissuto a lungo in Lucania presso il fiume sele, tanto che ancora oggi è ricordato impropriamente dai fedeli del luogo come san Vito di Lucania. Sarebbe morto martire nell'anno 303, assieme alla nutrice santa Crescenzia e al precettore san Modesto, durante la persecuzione di Diocleziano.
Alcune presunte reliquie sono custodite in un corpo cerato che raffigura il Santo, custodito presso la chiesa Collegiata di Sant'Ambrogio di Omegna (VB), racchiuso in un'urna e portato solennemente in processione l'ultimo sabato di agosto, giorno in cui il vescovo di Novara Bascapè portò devotamente le reliquie ad Omegna. Altre presunte reliquie del Santo sono custodite nell'omonima chiesa di Marola (provincia della Spezia): in entrambe i casi si tratta di "corpi santi" provenienti dalle catacombe romane.
Secondo una passio del VII secolo il fanciullo siciliano Vito (BHL 8711-12; per BHL 8714 nasce in Lucania), dopo aver operato già molti miracoli, sarebbe stato fatto arrestare dal preside Valeriano. Avrebbe subito torture e sarebbe stato gettato in carcere senza che però avesse rinnegato la propria fede; sarebbe stato liberato miracolosamente da un angelo e si sarebbe recato, insieme al precettore Modesto e alla nutrice Crescenzia, in Lucania per continuare il suo apostolato. Acquistata sempre maggior fama presso il popolo dei fedeli, sarebbe stato perfino supplicato dall'imperatore Diocleziano di liberare il figlio dal demonio (forse si trattava di epilessia) ma, ottenuto il miracolo, Diocleziano gli si sarebbe scagliato contro, facendolo imprigionare e torturare. Dopo essere stato nuovamente liberato dall'angelo, ritornando presso il fiume Sele, Vito sarebbe morto ivi con Modesto e Crescenzia. Le salme dei tre sarebbero state in seguito sepolte dalla pia matrona Fiorenza in un luogo chiamato Marianus. Presso il fiume sele sorge un'antica chiesa dedicata al santo, luogo dove fu sepolto ad Eboli
Nella città di Marigliano, in provincia di Napoli, identificata dagli studiosi con l'antico Marianus, presso la chiesa di San Vito, costruita su una basilica martiriale altomedievale e annessa, a partire dalla seconda metà del XV secolo, ad un convento francescano, è custodita la tomba del martire sigillata da un marmo, ricoperto un tempo da pietre preziose, sul quale è incisa la frase latina: HIC VITO MARTIRI SEPVLTVRA TRADITVR.
Al racconto originario della passio del martire si aggiunsero con il passare degli anni varie leggende relative alle translationes delle sue reliquie in varie città e monasteri, e vari miracula che avrebbero avuto come protagonista Vito, leggende che contribuirono ad accrescere ulteriormente la sua fama.
Un'altra leggenda devozionale lo vede protagonista in Sicilia, a Regalbuto, dove, fermatosi per riposare nel luogo dove ora sorge la chiesa dei cappuccini, avrebbe incontrato dei pastori disperati perché alcuni cani avevano sbranato un bambino; allora il Santo, richiamati i cani, si sarebbe fatto restituire da essi i resti del corpo del bambino a cui avrebbe ridonato la vita.
Se è vero che per secoli la figura di san Vito ha alimentato ed esaltato la fede popolare – si pensi per esempio alla protezione per la quale veniva invocato, in modo particolare nella speranza di ottenere guarigione da patologie quali la Corea di Sydenham, una forma di encefalite nota come ballo di San Vito in quanto può presentare postumi come tic, tremori, etc., dall'idrofobia, da malattie degli occhi (in slavo la parola Vid = vista fu associata al suo nome, e in quelle terre il culto di san Vito pare avesse sostituito l'antico culto di Svetovit), dalla letargia, è altrettanto vero che la nascita del suo culto e la relativa tradizione agiografica non sono stati ancora studiati in maniera ampia e approfondita.
Culto [modifica]
È venerato come santo martire dalla Chiesa cattolica ed è un santo molto importante anche per la Chiesa ortodossa serba e quella bulgara. La sua ricorrenza è osservata nel giorno del 15 giugno del calendario gregoriano che corrisponde al 28 giugno del calendario giuliano.San Vito è il patrono ed il protettore dei danzatori. Era assai venerato nel medioevo e fu inserito nel gruppo dei santi ausiliatori, santi verso i quali veniva invocata una intercessione in particolare occasioni e nella speranza di ottenere guarigione da particolari malattie. Il simbolo che lo rappresenta è la palma.
È il patrono della sua città, Mazara del Vallo, e della diocesi di Mazara.
Preghiere e devozioni [modifica]
"Santu Vitu Santu Vitu, iu tri voti vi lu dicu vi lu dicu pi su cani ca mi voli muzzicari attaccatici lu mussu cu nu muccaturi russu attaccatici lu sciancu cu nu muccaturi iancu!" (preghiera tradizionale siciliana contro i morsi dei cani.la traduzione suona così: San Vito San Vito ve lo dico tre volte, ve lo dico affinché mi proteggiate da quel cane che vuole mordermi.Legategli il muso con un fazzoletto rosso, legategli il fianco-le gambe- con un fazzoletto bianco)La leggenda di San Vito a Gangi [modifica]
A Gangi, paese delle Madonie, si narra che quando fu realizzata la statua di San Vito avvenne un fatto prodigioso. Infatti la statua venne commissionata dalla chiesa di Santa Maria di Gesù ma la stessa notte che fu riposta nella nicchia sparì. Fu ritrovata alla chiesa Madre ma fu deciso di riportarla a Santa Maria. Ciò avvenne più volte, finché un mastro del popolo non decise di scolpire due cagnolini di legno e "attaccarli" alla statua. Fu così che la sacra immagine di San Vito restò fissa a Santa Maria in cui tutt'oggi possiamo ammirarla (leggenda raccolta in loco).Elenco dei patronati [modifica]
San Vito è patrono dei seguenti comuni italiani:- Aieta (CS)
- Albano di Lucania (PZ)
- Andalo (TN)
- Aquilonia (AV)
- Avigliano (PZ) - Chiesa di San Vito (Avigliano)
- Barbariga (BS)
- Barzanò (LC)
- Banzi (PZ)
- Campobello di Mazara (TP)
- Capaccio-Paestum (SA)
- Carini (PA)
- Carmiano (LE)
- Castri di Lecce (LE)
- Castelgrande (PZ)
- Cellole (CE)
- Cermenate (CO)
- Col San Vito, frazione di Cesiomaggiore (BL)
- Colle San Vito, frazione di Tornimparte (AQ)
- Ciminna (PA)
- Coli (PC)
- Condrò (ME)
- Cretone (Roma)
- Eboli (SA)
- Felitto (SA)
- Forio (NA)
- Gigliotti, frazione del comune di Colosimi (CS)
- Gergei (Ca)
- Guzzanica, frazione del comune di Dalmine (BG)
- Lequile (LE)
- Lusia (RO)
- Macchia, frazione del comune di Giarre (CT)
- Marano Lagunare (UD)
- Marigliano (NA)
- Mascalucia (CT)
- Mazara del Vallo, sua presunta città natale
- Montalto delle Marche (AP)
- Monte San Vito (AN)
- Montignoso (MS)
- Navezze, frazione del comune di Gussago (BS)
- Ossanesga, frazione del comune di Valbrembo (BG)
- Partanna (TP)
- Pignataro Maggiore (CE)
- Polignano a Mare (BA)
- Positano (SA)
- Rapone (PZ)
- Ravanusa (AG)
- Recanati (MC)
- Regalbuto (EN)
- San Gregorio Magno (SA)
- San Vito al Torre (UD)
- San Vito Chietino (CH)
- San Vito dei Normanni (BR)
- San Vito di Cadore (BL)
- San Vito di Leguzzano (VI)
- San Vito Lo Capo (TP)
- San Vito sullo Ionio (CZ)
- San Vito, frazione del comune di Ercolano (NA)
- Santo Stefano del Sole (AV)
- Sapri (SA)
- Tricase (LE)
- Tribiano (MI), compatroni SS. Modesto e Crescenzia
- Tortorella (SA), compatroni SS. Urbano Papa e Felice Martire
- Chiaramonte Gulfi (RG)
domenica 13 giugno 2010
PALAGONIA: Mostra “GENESI PRIMORDIALE” di Andrea Antonio Siragusa
Inizio: | domenica 20 giugno 2010 alle ore 20.00 |
Fine: | venerdì 2 luglio 2010 alle ore 21.30 |
Luogo: | Chiesa San Nicola |
Via: | via S. Nicola |
Città/Paese: | Palagonia, Italy |
Descrizione
Con estremo orgoglio, ci pregiamo inaugurare una nuova fase creativa, nel percorso artistico di Andrea Antonio Siragusa.
Il tenore che con la sua voce argentina ha deliziato per anni il pubblico di tanti eventi promossi dal Sodalizio Amedit, oggi si presenta a noi anche nella sua veste inedita di pittore.
Una pittura, quella di Siragusa, che ci offre tra l’altro la felice sintesi della sua anima multiforme: di poeta, innanzitutto, ma anche, perché no, di cantante; poiché anche se il medium è ora rappresentato dall’espressione pittorica, essa pure ha una forza evocativa in grado di restituirci grande pathos poetico e musicale.
Il grande artista russo Mark Rothko affermava: “Un quadro vive attraverso la compagnia altrui, espandendosi e prendendo vita negli occhi dell’osservatore sensibile. E muore per lo stesso motivo. E’ quindi rischioso e ingrato mandarlo nel mondo."
Crediamo che Siragusa abbia assunto pienamente questo gravoso rischio, poiché la sua certo non comune arte, pone lo spettatore dinanzi a una sfida, obbligandolo a guardare oltre la forma e oltre la pittura stessa…
******
Artista siciliano estremamente eclettico per la sua apertura alle più svariate forme espressive, Andrea Antonio Siragusa è già noto al grande pubblico come tenore lirico, avendo calcato le scene di alcuni tra i più prestigiosi teatri d’opera italiani e partecipato a tournée lirico-sinfoniche internazionali; proseguendo ancora oggi con un’intensa attività concertistica.
Un universo del tutto sommerso, in quanto ancora in gran parte inedito, è rappresentato dalla sua vasta produzione letteraria che conta numerose raccolte poetiche, tra le quali spiccano “Amorosa Passione e Resurrezione dell’Emmanuele”, musicata dal M° Angelo Mazza e pubblicata da Eurarte nel 2002, e “Amorosa Anima che Tutto Crea…”, musicata dal M° Matthew Brooks. E’ autore di diversi allestimenti poetico-musicali (“Amadeus”, “Recitado Siragusa/Lorca”, “Magnificat…Dialogo Contemplativo” ecc.), e di alcuni testi drammaturgici come il “Lazzaro”.
Il suo approccio alla pittura lo rende certamente un degno rappresentante delle istanze espressive contemporanee, pur con una eco che lo ricollega alla corrente dell’espressionismo astratto, rielaborata secondo uno stile personalissimo ed estremamente originale.
Per i suoi alti meriti artistici riceve vari premi e riconoscimenti, tra cui: Premio “Paesi Etnei Oggi” (S. Giovanni La Punta – CT); Premio Mediterraneo 2001 “Nuccio Costa” (Catania); nel 2002 viene insignito del titolo di Socio Onorario del Sodalizio Amedit, e nel 2007 del titolo di Cittadino Onorario della Città di Palagonia (CT).
La mostra “GENESI PRIMORDIALE - le astrazioni liriche di Andrea Antonio Siragusa", proporrà alcune tra le opere più rappresentative del suo percorso pittorico. Tali opere daranno al visitatore l’occasione per ammirare un’espressione assolutamente originale del panorama artistico contemporaneo, sia per lo stile sia per i temi trattati – in gran parte attinenti alla dimensione dello Spirito ed al processo della Genesi da cui tutto ebbe origine.
INAUGURAZIONE: Domenica 20 Giugno, ore 19:30
CON CONCERTO CLASSICO PER TENORE E PIANO:
Andrea Antonio Siragusa, tenore – Giuseppe Palmeri, pianista.
CHIUSURA DELLA MOSTRA: Venerdì 2 luglio, ore 21,30
EVENTO ORGANIZZATO DALL'ASS. "AMEDIT-Amici del Mediterraneo"
COL PATROCINIO DELLA PROVINCIA REGIONALE DI CATANIA
INGRESSO LIBERO
Il tenore che con la sua voce argentina ha deliziato per anni il pubblico di tanti eventi promossi dal Sodalizio Amedit, oggi si presenta a noi anche nella sua veste inedita di pittore.
Una pittura, quella di Siragusa, che ci offre tra l’altro la felice sintesi della sua anima multiforme: di poeta, innanzitutto, ma anche, perché no, di cantante; poiché anche se il medium è ora rappresentato dall’espressione pittorica, essa pure ha una forza evocativa in grado di restituirci grande pathos poetico e musicale.
Il grande artista russo Mark Rothko affermava: “Un quadro vive attraverso la compagnia altrui, espandendosi e prendendo vita negli occhi dell’osservatore sensibile. E muore per lo stesso motivo. E’ quindi rischioso e ingrato mandarlo nel mondo."
Crediamo che Siragusa abbia assunto pienamente questo gravoso rischio, poiché la sua certo non comune arte, pone lo spettatore dinanzi a una sfida, obbligandolo a guardare oltre la forma e oltre la pittura stessa…
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Artista siciliano estremamente eclettico per la sua apertura alle più svariate forme espressive, Andrea Antonio Siragusa è già noto al grande pubblico come tenore lirico, avendo calcato le scene di alcuni tra i più prestigiosi teatri d’opera italiani e partecipato a tournée lirico-sinfoniche internazionali; proseguendo ancora oggi con un’intensa attività concertistica.
Un universo del tutto sommerso, in quanto ancora in gran parte inedito, è rappresentato dalla sua vasta produzione letteraria che conta numerose raccolte poetiche, tra le quali spiccano “Amorosa Passione e Resurrezione dell’Emmanuele”, musicata dal M° Angelo Mazza e pubblicata da Eurarte nel 2002, e “Amorosa Anima che Tutto Crea…”, musicata dal M° Matthew Brooks. E’ autore di diversi allestimenti poetico-musicali (“Amadeus”, “Recitado Siragusa/Lorca”, “Magnificat…Dialogo Contemplativo” ecc.), e di alcuni testi drammaturgici come il “Lazzaro”.
Il suo approccio alla pittura lo rende certamente un degno rappresentante delle istanze espressive contemporanee, pur con una eco che lo ricollega alla corrente dell’espressionismo astratto, rielaborata secondo uno stile personalissimo ed estremamente originale.
Per i suoi alti meriti artistici riceve vari premi e riconoscimenti, tra cui: Premio “Paesi Etnei Oggi” (S. Giovanni La Punta – CT); Premio Mediterraneo 2001 “Nuccio Costa” (Catania); nel 2002 viene insignito del titolo di Socio Onorario del Sodalizio Amedit, e nel 2007 del titolo di Cittadino Onorario della Città di Palagonia (CT).
La mostra “GENESI PRIMORDIALE - le astrazioni liriche di Andrea Antonio Siragusa", proporrà alcune tra le opere più rappresentative del suo percorso pittorico. Tali opere daranno al visitatore l’occasione per ammirare un’espressione assolutamente originale del panorama artistico contemporaneo, sia per lo stile sia per i temi trattati – in gran parte attinenti alla dimensione dello Spirito ed al processo della Genesi da cui tutto ebbe origine.
INAUGURAZIONE: Domenica 20 Giugno, ore 19:30
CON CONCERTO CLASSICO PER TENORE E PIANO:
Andrea Antonio Siragusa, tenore – Giuseppe Palmeri, pianista.
CHIUSURA DELLA MOSTRA: Venerdì 2 luglio, ore 21,30
EVENTO ORGANIZZATO DALL'ASS. "AMEDIT-Amici del Mediterraneo"
COL PATROCINIO DELLA PROVINCIA REGIONALE DI CATANIA
INGRESSO LIBERO
O si è felici o si è complici. Lettura scenica a cura di Massimo Verdastro
Data: | martedì 15 giugno 2010 |
Ora: | 21.30 - 22.30 |
Luogo: | Teatro Nuovo Montevergini |
Via: | Via Montevergini 8 |
Città/Paese: | Palermo, Italy |
Descrizione
Spettacolo teatrale “O Si E’ Felici O Si E’ Complici” regia di Massimo Verdastro tratto da un testo di Nino Gennaro, con la Compagnia Verdastro/Della Monica e Massimo Milani.
A trenta anni dai tragici fatti di Giarre e dalla nascita di Arcigay La Compagnia Verdastro Della Monica presenta "O si è felici o si è complici" Lettura scenica dall’opera di Nino Gennaro a cura di Massimo Verdastro con Nando Bagnasco, Francesca Della Monica, Andrea Macaluso, Massimo Milani, Giuseppe Sangiorgi e Massimo Verdastro
Musiche a cura di Francesca Della Monica
Video di Pippo Zimmardi
Lo spettacolo è donato per adesione e in maniera assolutamente gratuita dal regista e dalla compagnia di attori al Sicilia Pride 2010 di Palermo, per ricordare il suicidio/omicidio di Giorgio e Toni avvenuto a Giarre nel 1980 e in occasione dei 30 anni dalla nascita a Palermo del primo circolo Arcigay della storia.
Il comitato organizzatore del Pride chiede solamente un contributo di 5€ per coprire le spese di spostamento della compagnia teatrale.
Gli inviti vanno ritirati presso Quir di Gino e Massimo in Via Ponticello 55/57 (di fronte Casa Professa), Palermo.
Per info contattare il 3398239962 o 3474975622.
Nino Gennaro
poeta, politico di 'strada', autore teatrale, saggista, attore, nasce a Corleone nel 1948 e muore di Aids a Palermo nel settembre 1995.
L'impegno culturale e politico, la battaglia antimafia e il suo essere in prima linea per l'affermazione dei diritti omosessuali, fondamenti del suo essere artista, fanno di lui una figura dirompente nel variegato mosaico di quanti si sono spesi in prima persona perché Corleone non fosse "una repubblica indipendente" e i corleonesi non fossero considerati soltanto come "gregari di Liggio". Nino è tuttavia una personalità inscrivibile nel panorama della drammaturgia e della poesia non solo italiana di questi ultimi anni, per aver compreso e analizzato la portata del retaggio culturale della sua terra e per averlo "traghettato" in una dimensione spaziale e poetica più ampia che trascende la territorialità.
Per questo suo essere testimone partecipe di realtà complesse e per la vitalità che nella sua espressione umana e poetica non riesce a distinguere tenerezza e dissacrazione, amore e distacco, la sua voce è stata accostata a quella di Pasolini, Genet, Cioran, Testori, Koltès, Jarman.
Massimo Verdastro
a partire dai primi anni ’90 si è fatto promotore e interprete dell’opera di Nino Gennaro portando in scena, in molte città italiane e anche all’estero, gran parte dei testi “teatrosi” del poeta di Corleone. Una divina di Palermo è stato il primo spettacolo che ha rivelato ad un pubblico più ampio la potenza espressiva e l’impegno civile di Gennaro. Dopo Una divina di Palermo, Verdastro ha portato in scena: La via del sexo, Rosso Liberty, Alla fine del pianeta, Teatro Madre, O si è felici o si è complici. Nel 2005 per Editoria e Spettacolo è stato pubblicato il libro Teatro Madre – sei testi di Nino Gennaro per ricordarlo a dieci anni dalla morte.
Massimo Milani
Transgender*, artigiano, uno dei cinque presidenti onorari di Arcigay Sicilia e uno dei Sindaci di Arcigay Palermo, impegnato da sempre nel campo dei diritti civili e in particolare di quelli delle persone LGBT.
Da oltre 30 anni militante del movimento omosessuale, prima a Roma e poi a Palermo, fu tra gli attivisti del “FUORI!” negli anni ’70 e tra i fondatori, nel dicembre 1980 e a Palermo, del primo circolo Arcigay della storia, nato in seguito al suicidio/omicidio di Giorgio e Toni a Giarre che tanto sconvolse la comunità omosessuale.
Nel 1981, ad un anno dalla scomparsa dei due giovani amanti, Arcigay Palermo proprio a Giarre tenne il primo incontro pubblico in commemorazione degli stessi, incontro al seguito del quale lo storico militante omosessuale Nino Gennaro propose uno spettacolo in loro ricordo.
Nel 1990 Milani apre insieme al compagno Campanella il “NEO”, il primo Centro culturale omosessuale di Palermo e nel 1993, davanti la Casa comunale di Palermo (Palazzo Pretorio), sposa simbolicamente il compagno decennale Gino Campanella, partner nella vita e nelle mille battaglie di civiltà.
Nel 2003, il Coordinamento GLBT di Palermo che vedeva collaborare diverse associazioni e militanti, organizza la manifestazione durata un’intera settimana a favore delle unioni tra persone dello stesso sesso dal titolo “25 anni Illegalmente Insieme” che vede Massimo e Gino protagonisti assoluti. Durante il corso di questa manifestazione, per la prima volta una coppia gay (in quanto coppia gay che avanza richieste precise di riconoscimento per se e per tutti) viene ricevuta ufficialmente dal Sindaco della città di Palermo.
Oggi Massimo Milani e Gino Campanella hanno fortemente voluto che a 30 anni dal suicidio/omicidio di Giarre e dalla nascita della prima Arcigay, nonché a 15 anni dalla scomparsa dell’intellettuale siciliano Nino Gennaro, si riproponesse una lettura del testo teatrale di quest'ultimo, “O si è felici o si è complici”, affinché non venga disperso un patrimonio di memoria e di battaglie civili che appartengono a tutte le persone sensibili all’evoluzione civile di questo Paese e di questa Regione.
A trenta anni dai tragici fatti di Giarre e dalla nascita di Arcigay La Compagnia Verdastro Della Monica presenta "O si è felici o si è complici" Lettura scenica dall’opera di Nino Gennaro a cura di Massimo Verdastro con Nando Bagnasco, Francesca Della Monica, Andrea Macaluso, Massimo Milani, Giuseppe Sangiorgi e Massimo Verdastro
Musiche a cura di Francesca Della Monica
Video di Pippo Zimmardi
Lo spettacolo è donato per adesione e in maniera assolutamente gratuita dal regista e dalla compagnia di attori al Sicilia Pride 2010 di Palermo, per ricordare il suicidio/omicidio di Giorgio e Toni avvenuto a Giarre nel 1980 e in occasione dei 30 anni dalla nascita a Palermo del primo circolo Arcigay della storia.
Il comitato organizzatore del Pride chiede solamente un contributo di 5€ per coprire le spese di spostamento della compagnia teatrale.
Gli inviti vanno ritirati presso Quir di Gino e Massimo in Via Ponticello 55/57 (di fronte Casa Professa), Palermo.
Per info contattare il 3398239962 o 3474975622.
Nino Gennaro
poeta, politico di 'strada', autore teatrale, saggista, attore, nasce a Corleone nel 1948 e muore di Aids a Palermo nel settembre 1995.
L'impegno culturale e politico, la battaglia antimafia e il suo essere in prima linea per l'affermazione dei diritti omosessuali, fondamenti del suo essere artista, fanno di lui una figura dirompente nel variegato mosaico di quanti si sono spesi in prima persona perché Corleone non fosse "una repubblica indipendente" e i corleonesi non fossero considerati soltanto come "gregari di Liggio". Nino è tuttavia una personalità inscrivibile nel panorama della drammaturgia e della poesia non solo italiana di questi ultimi anni, per aver compreso e analizzato la portata del retaggio culturale della sua terra e per averlo "traghettato" in una dimensione spaziale e poetica più ampia che trascende la territorialità.
Per questo suo essere testimone partecipe di realtà complesse e per la vitalità che nella sua espressione umana e poetica non riesce a distinguere tenerezza e dissacrazione, amore e distacco, la sua voce è stata accostata a quella di Pasolini, Genet, Cioran, Testori, Koltès, Jarman.
Massimo Verdastro
a partire dai primi anni ’90 si è fatto promotore e interprete dell’opera di Nino Gennaro portando in scena, in molte città italiane e anche all’estero, gran parte dei testi “teatrosi” del poeta di Corleone. Una divina di Palermo è stato il primo spettacolo che ha rivelato ad un pubblico più ampio la potenza espressiva e l’impegno civile di Gennaro. Dopo Una divina di Palermo, Verdastro ha portato in scena: La via del sexo, Rosso Liberty, Alla fine del pianeta, Teatro Madre, O si è felici o si è complici. Nel 2005 per Editoria e Spettacolo è stato pubblicato il libro Teatro Madre – sei testi di Nino Gennaro per ricordarlo a dieci anni dalla morte.
Massimo Milani
Transgender*, artigiano, uno dei cinque presidenti onorari di Arcigay Sicilia e uno dei Sindaci di Arcigay Palermo, impegnato da sempre nel campo dei diritti civili e in particolare di quelli delle persone LGBT.
Da oltre 30 anni militante del movimento omosessuale, prima a Roma e poi a Palermo, fu tra gli attivisti del “FUORI!” negli anni ’70 e tra i fondatori, nel dicembre 1980 e a Palermo, del primo circolo Arcigay della storia, nato in seguito al suicidio/omicidio di Giorgio e Toni a Giarre che tanto sconvolse la comunità omosessuale.
Nel 1981, ad un anno dalla scomparsa dei due giovani amanti, Arcigay Palermo proprio a Giarre tenne il primo incontro pubblico in commemorazione degli stessi, incontro al seguito del quale lo storico militante omosessuale Nino Gennaro propose uno spettacolo in loro ricordo.
Nel 1990 Milani apre insieme al compagno Campanella il “NEO”, il primo Centro culturale omosessuale di Palermo e nel 1993, davanti la Casa comunale di Palermo (Palazzo Pretorio), sposa simbolicamente il compagno decennale Gino Campanella, partner nella vita e nelle mille battaglie di civiltà.
Nel 2003, il Coordinamento GLBT di Palermo che vedeva collaborare diverse associazioni e militanti, organizza la manifestazione durata un’intera settimana a favore delle unioni tra persone dello stesso sesso dal titolo “25 anni Illegalmente Insieme” che vede Massimo e Gino protagonisti assoluti. Durante il corso di questa manifestazione, per la prima volta una coppia gay (in quanto coppia gay che avanza richieste precise di riconoscimento per se e per tutti) viene ricevuta ufficialmente dal Sindaco della città di Palermo.
Oggi Massimo Milani e Gino Campanella hanno fortemente voluto che a 30 anni dal suicidio/omicidio di Giarre e dalla nascita della prima Arcigay, nonché a 15 anni dalla scomparsa dell’intellettuale siciliano Nino Gennaro, si riproponesse una lettura del testo teatrale di quest'ultimo, “O si è felici o si è complici”, affinché non venga disperso un patrimonio di memoria e di battaglie civili che appartengono a tutte le persone sensibili all’evoluzione civile di questo Paese e di questa Regione.
Vucciria | POT-SHOW
Inizio: | martedì 15 giugno 2010 alle ore 21.00 |
Fine: | lunedì 5 luglio 2010 alle ore 23.30 |
Luogo: | Palazzo Fatta |
Via: | piazza Marina, 19 |
Città/Paese: | Palermo, Italy |
Descrizione
15 giugno - 5 luglio | personale fotografica e videoproiezione“Vucciria” di Angelo Trapani
a cura di Giancarlo Marcocchi e Anna Fici
Ensemble Bethsheba (Giuseppe Messina, Giuseppe Cusumano, Rossella Messina e Alessandro Pisciotta) dell’Accademia di Musica Clara Schumann | LIVE
ABnormal (compartimenti sonori) - elettronica, jazz, independent | DJSET
A Palazzo Fatta (Piazza Marina 19) sta per essere inaugurata la quarta ed ultima mostra fotografica della rassegna POT-SHOW, un evento che conclude i festeggiamenti per il primo anno di www.potpourrimensile.com. L’appuntamento è il 15 giugno alle 21.00 per ammirare “Vucciria” di Angelo Trapani. Durante la serata verrà allestito un set fotografico estemporaneo a cura di Marco Pugliese.
Inoltre si esibirà dal vivo l’ensemble Bethsheba dell’Accademia di Musica Clara Schumann composta da Rossella Messina (voce), Giuseppe Cusumano (violino e sax), Giuseppe Messina e Alessandro Pisciotta (piano).
Come curatori della mostra sono stati scelti Giancarlo Marcocchi e Anna Fici, che così si sono espressi: «La Vucciria è stata fotografata e dipinta, narrata e rinarrata. Oggi è un luogo fantasma che lascia l'amaro dentro ai palermitani che la attraversano con l'unica ragione loro rimasta: accorciare un percorso e sbucare o in corso Vittorio Emanuele o in via Roma, a seconda del punto di partenza. Già, perché il mercato non c'è più e dei vecchi tempi sopravvive soltanto una famiglia di gatti sul tetto del fatiscente Shangai. […] La Vucciria di Angelo Trapani, punteggiata e dettagliata all'estremo dalla sovrapposizione di differenti esposizioni, è una Vucciria tra parentesi, resa forse volutamente statica e pittorica dal tratto. Generalmente non è un merito della fotografia quello di presentarci un soggetto in versione statica […] ma ogni mezzo espressivo è lecito a patto che sia adatto a ciò che intende esprimere. […] ».
Angelo Trapani è un fotografo per passione. Convertitosi al digitale solo da pochi anni, predilige il fascino del bianco e nero, di cui fa largo uso nei suoi scatti. I suoi soggetti preferiti sono gli angoli nascosti del centro storico ed i vicoli di Palermo, non solo per le architetture ma soprattutto per la gente che ci vive. Prosegue la sua attività, certo che Palermo continuerà ad essere una fonte inesauribile per la sua vena artistica.
http://www.potpourrimensile.com/
http://www.printandgo.it/
http://www.associazioneilsettecento.it/
http://www.yaku.it/
http://www.fuitina.com/
http://www.accademiaclaraschumann.it/
http://www.myspace.com/darioabnormal
sabato 12 giugno 2010
Ciminna
Ciminna | ||
| ![]() Foto © 2000 Edizioni Leopardi | |
Ciminna (C.A.P. 90023) dista 121 Km. da Agrigento, 124 Km. da Caltanissetta, 219 Km. da Catania, 141 Km. da Enna, 252 Km. da Messina, 42 Km. da Palermo, alla cui provincia appartiene, 257 Km. da Ragusa, 313 Km. da Siracusa, 141 Km. da Trapani. Il comune conta 4.308 abitanti e ha una superficie di 5.634 ettari per una densità abitativa di 76 abitanti per chilometro quadrato. Sorge in una zona collinare interna, posta a 450 metri sopra il livello del mare. Il municipio è sito in via Dott. Vito Graziano n. 1, tel. 091-8204220 fax. 091-8293300. Piccolo borgo posto su una conca, si distingue per la produzione di prodotti agricoli come grano, olive, uva, ortaggi, mandorle e fave. È presente nel territorio la lavorazione artigianale del legno e del ferro. Ciminna, in origine, probabilmente era il casale arabo di Hasû, ricco di piantagioni; ne sono testimonianza i numerosi resti risalenti all'età punica e romana. Sotto la dominazione normanna, ai piedi di un castello di cui ancora troviamo i resti, sorse l'antico borgo che oggi corrisponde alla città. La signoria feudale dei Ventimiglia, nel XVI secolo circa, la assunse a ducato, e tale rimase anche sotto i Griffeo principi di Partanna, che la adottarono come loro dimora permanente. Con lo sguardo ai monumenti sottolineamo la Chiesa Madre, ricostruita intorno al 1500 su un'antica struttura, che conserva l'originario rosone in stile gotico e l'imponente campanile, la Chiesa di S. Domenico, all'interno della quale si può mirare una statua del Gagini, un esemplare polittico cinquecentesco e delle tele del Francesco Gigante che troviamo nella Chiesa del Purgatorio, eretta nel XV secolo circa. Vituzzi è il soprannome con il quale, religiosamente, vengono chiamati i Ciminnesi, poiché devoti a San Vito, santo siciliano patrono della cittadina. |
S.ANTONIO da padova Arenella
Tredici giugno, Arenella ( a’ Rinedda), festa di Sant’Antonio di Padova salvato dalle acque, statua custodita nella parrocchia della borgata palermitana, ampliatasi attorno ad una vetusta tonnara, base principale per l’economia del luogo dove risiedevano nella zona della “leva”, diviene simbolo dei pescatori perché un Santo naufrago, con la faccia di fanciullo e senza bambinello, venne sottratto al mare cristallino, per caso, impigliato nelle maglie della rete insieme ad una copiosa quantità di pesce.
Forse, anche per il seguito della leggenda, una storia complicata che apre enigmi e una controversia annosa.
L’antica borgata, oggi, festeggia il suo Santo patrono con scintillio di luci, suoni ammalianti, bancarelle d’ogni tipo che smercia leccornie e chincaglierie attirando la curiosità della gente che “passia”, all’occasione a “leccare” un cono gelato proposto dall’antico chioschetto “don Ciccio” gestito da Giuseppe Tarantino.
Una tradizione che si ripete da diversi anni e a volte per necessità organizzative si fa slittare alla penultima domenica di giugno, ma non viene mai meno a quest’appuntamento con gli abitanti del quartiere, possessivi della loro festa, neanche quando il mare è in burrasca.

Racconta la gente del tempo andato che a recuperare la statua dai fondali non furono i pescatori dell’Arenella, ma ironia o volontà divina, volle i limitrofi, e da sempre antagonisti, “cugini” di Vergine Maria.
Furono proprio i pescatori di quest’ultima località a rendere i primi onori al Santo, con la faccia da fanciullo e, riconoscerlo come ruolo di patrono, portato in processione lungo la costa perché tutti vedessero il simulacro da loro pescato senza il bambinello perso durante il naufragio.
E proprio durante questa celebrazione religiosa, i segni tanto celesti quanto bizzarri, all’altezza dell’Arenella, il cielo si coprì, i venti iniziarono a soffiare violenti e un grosso nubifragio si abbattè sulla borgata.
©Carlo Di Franco per PalermoWeb.com
mercoledì 9 giugno 2010
festa di santa febronia
PALAGONIA HA UN PREZIOSO PATRIMONIO DI TRADIZIONI SECOLARI LASCIATE DAI NOSTRI PADRI, IMPORTANTI PERCHE' RAPPRESENTATIVE DELL'IDENTITA' E DELLA STORIA DEL NOSTRO POPOLO.
LA FESTA DELLA NOSTRA PATRONA S. FEBRONIA, E' LA PIU' IMPORTANTE, PERCHE' NON RAPPRESENTA SOLTANTO UN EVENTO A VALENZA RELIGIOSA, MA ANCHE E SOPRATTUTTO UN EVENTO IN CUI LA CITTADINANZA TUTTA SI RITROVA ATTORNO AD UN SIMBOLO CARO COME E' LA FIGURA DELLA PROPRIA PATRONA, PER ESPRIMERE QUANTO DI MEGLIO SA FARE ATTRAVERSO I SUOI TANTI TALENTI ARTISTICO-CULTURALI.
UNA FESTA CHE E' OCCASIONE DI AGGREGAZIONE E DI CONDIVISIONE...
QUESTA EREDITA' VA' TUTELATA NEL TEMPO, E OGNI AMMINISTRAZIONE DI PASSAGGIO, HA IL DOVERE DI VALORIZZARLA AL MEGLIO.
NON POSSIAMO PERMETTERE CHE IDEOLOGIE POLITICHE O PERSONALI DI CHI CI GOVERNA PER UNA MANCIATA DI ANNI, COLPISCANO NEGATIVAMENTE QUESTE PREZIOSE RICORRENZE.
L'incresciosa vicenda dei preparativi per la Festa Patronale 2010, dimostrano quanto l'Amministrazione Comunale capitanata dall'attuale Sindaco, tengano in ben poca considerazione l'importanza di un evento così rappresentativo per la nostra città. E con essa, come altrettanto poca sia la considerazione e il rispetto che la medesima porti alla componente sana di Palagonia, rappresentata dalle associazioni culturali, sportive e ricreative, dalle scuole, e da quanti si sono prodigati con passione nell'allestimento di un decoroso programma basato sulla qualità, sulla sobrietà e sul risparmio di denaro pubblico.
Di seguito sono riportati alcuni comunicati stampa diffusi in questi giorni, in merito a tale vicenda:
- AGGIORNAMENTO DEL 7.6.2010:
"CON I SOLDI DA DARE ALLE ASSOCIAZIONI CITTADINE SPARIAMO LE BOMBE"
Come previsto si è tenuta in data odierna la riunione della Giunta Comunale, nella quale i cinque Assessori avrebbero dovuto deliberare, alla presenza del Segretario appena rientrato dalle ferie, il programma dei Festeggiamenti Patronali.
A sorpresa, riappare in scena nuovamente il Sindaco (che della faccenda se ne era lavato le mani, delegando totalmente gli assessori), il quale è una volta di più intervenuto sulla definizione di un programma già più volte visto, rivisto, ridotto nel corso di oltre un mese e mezzo di trattative.
Il sig. Sindaco ha ritenuto opportuno a quel punto, tagliare ogni contributo destinato alle associazioni di danza, culturali, sportive e ricreative cittadine (su cui si basava gran parte delle manifestazioni), per destinarlo ai Fuochi pirotecnici e all’illuminazione.
A suo avviso, le associazioni, se proprio vogliono realizzare degli eventi, lo facciano a proprie spese, senza nulla chiedere al Comune. D’altra parte, però, esse avrebbero dovuto figurare sul programma allestito dal Comune, senza appunto ricevere alcun sostegno, se non la disponibilità a fruire degli spazi pubblici.
Questa decisione ovviamente crea non poche difficoltà alle varie associazioni, compreso anche le istituzioni scolastiche che avevano pure preparato delle iniziative, confidando di poter contare su un minimo contributo spese da parte dell’Amministrazione Comunale. Parliamo infatti di organizzazioni in gran parte non a scopo di lucro, e quindi non in grado di poter sostenere i costi dei vari servizi di cui c’è bisogno per fare le manifestazioni. Associazioni che già mettono al servizio della cittadinanza, e quindi anche del Comune, i propri progetti, le proprie idee ed energie, e chiedono solamente quantomeno di non doverci rimettere di tasca propria.
A questo punto è lecito chiedersi: dove vengono destinati i fondi riservati alle attività culturali e ricreative che, anche in regime ridotto, ogni Comune che si rispetti ha nel proprio bilancio?
LA FESTA DELLA NOSTRA PATRONA S. FEBRONIA, E' LA PIU' IMPORTANTE, PERCHE' NON RAPPRESENTA SOLTANTO UN EVENTO A VALENZA RELIGIOSA, MA ANCHE E SOPRATTUTTO UN EVENTO IN CUI LA CITTADINANZA TUTTA SI RITROVA ATTORNO AD UN SIMBOLO CARO COME E' LA FIGURA DELLA PROPRIA PATRONA, PER ESPRIMERE QUANTO DI MEGLIO SA FARE ATTRAVERSO I SUOI TANTI TALENTI ARTISTICO-CULTURALI.
UNA FESTA CHE E' OCCASIONE DI AGGREGAZIONE E DI CONDIVISIONE...
QUESTA EREDITA' VA' TUTELATA NEL TEMPO, E OGNI AMMINISTRAZIONE DI PASSAGGIO, HA IL DOVERE DI VALORIZZARLA AL MEGLIO.
NON POSSIAMO PERMETTERE CHE IDEOLOGIE POLITICHE O PERSONALI DI CHI CI GOVERNA PER UNA MANCIATA DI ANNI, COLPISCANO NEGATIVAMENTE QUESTE PREZIOSE RICORRENZE.
L'incresciosa vicenda dei preparativi per la Festa Patronale 2010, dimostrano quanto l'Amministrazione Comunale capitanata dall'attuale Sindaco, tengano in ben poca considerazione l'importanza di un evento così rappresentativo per la nostra città. E con essa, come altrettanto poca sia la considerazione e il rispetto che la medesima porti alla componente sana di Palagonia, rappresentata dalle associazioni culturali, sportive e ricreative, dalle scuole, e da quanti si sono prodigati con passione nell'allestimento di un decoroso programma basato sulla qualità, sulla sobrietà e sul risparmio di denaro pubblico.
Di seguito sono riportati alcuni comunicati stampa diffusi in questi giorni, in merito a tale vicenda:
- AGGIORNAMENTO DEL 7.6.2010:
"CON I SOLDI DA DARE ALLE ASSOCIAZIONI CITTADINE SPARIAMO LE BOMBE"
Come previsto si è tenuta in data odierna la riunione della Giunta Comunale, nella quale i cinque Assessori avrebbero dovuto deliberare, alla presenza del Segretario appena rientrato dalle ferie, il programma dei Festeggiamenti Patronali.
A sorpresa, riappare in scena nuovamente il Sindaco (che della faccenda se ne era lavato le mani, delegando totalmente gli assessori), il quale è una volta di più intervenuto sulla definizione di un programma già più volte visto, rivisto, ridotto nel corso di oltre un mese e mezzo di trattative.
Il sig. Sindaco ha ritenuto opportuno a quel punto, tagliare ogni contributo destinato alle associazioni di danza, culturali, sportive e ricreative cittadine (su cui si basava gran parte delle manifestazioni), per destinarlo ai Fuochi pirotecnici e all’illuminazione.
A suo avviso, le associazioni, se proprio vogliono realizzare degli eventi, lo facciano a proprie spese, senza nulla chiedere al Comune. D’altra parte, però, esse avrebbero dovuto figurare sul programma allestito dal Comune, senza appunto ricevere alcun sostegno, se non la disponibilità a fruire degli spazi pubblici.
Questa decisione ovviamente crea non poche difficoltà alle varie associazioni, compreso anche le istituzioni scolastiche che avevano pure preparato delle iniziative, confidando di poter contare su un minimo contributo spese da parte dell’Amministrazione Comunale. Parliamo infatti di organizzazioni in gran parte non a scopo di lucro, e quindi non in grado di poter sostenere i costi dei vari servizi di cui c’è bisogno per fare le manifestazioni. Associazioni che già mettono al servizio della cittadinanza, e quindi anche del Comune, i propri progetti, le proprie idee ed energie, e chiedono solamente quantomeno di non doverci rimettere di tasca propria.
A questo punto è lecito chiedersi: dove vengono destinati i fondi riservati alle attività culturali e ricreative che, anche in regime ridotto, ogni Comune che si rispetti ha nel proprio bilancio?
domenica 6 giugno 2010
ISNELLO
In una lussureggiane cornice naturale del Parco delle Madonie, adagiato fra le pieghe di una vallata, cui fa da vigile sentinella la possente mole della Montagna Grande e dominato dall'antico castello bizantino, sorge Isnello, "paese antichissimo e perciò pieno di profonda nobiltà (Carlo Levi)".
La storia di insediamenti dell'Eneolitico e' documentata dal ritrovamento di numerosi reperti nelle grotte del territorio. I ruderi dell'Eremo di San Leonardo e del castello che sovrasta l'abitato testimoniano verosimilmente la presenza bizantina nell'VIII secolo. In epoca normanno-sveva il territorio di Isnello diventa Regio Demanio ed il centro abitato si accresce attorno al nucleo del Castello. Durante la presenza araba Isnello, il cui nome era "Menzil al Himar", viene inglobata nella Val Demone. Dalla fine del XII secolo sino a parte del XV, durante le dominazioni angioina-aragonese, la storia del centro si intreccia con quella dei casati che vi si alternano: dagli Abbate ai Filangeri, dai Ventimiglia ai Santacolomba; con privilegio del 20 Luglio 1453 Arnaldo Santacolomba, signore di Isnello, ottiene da Alfonso il Magnanimo il "mero e misto imperio". Le costruzioni riconducibili a tale periodo (S. Maria Maggiore, S. Michele, Chiesa Madre) mostrano il passaggio dell'abitato dalla iniziale funzione prevelentemente militare ad una successiva fase caratterizzata da un accentuato sviluppo demografico ed urbanistico. La sede baronale e' "nel piano della Sala", oggi Piazza Mazzini, da dove, alla fine del 1500, viene spostata al "piano della Porta" e aggregata alla preesistente Chiesa del Rosario.
Nel 1788 "... i magistrati del Comune, avvalendosi della legge del 1788, consegnarono tosto al padrone di quel tempo il capitale, rispondente all'annuo reddito di lui, e il paese in tal modo si libero' per sempre da ogni diritto di signoria e di vassallaggio pria ancora che la feudalita' fosse stata abolita in Sicilia ..." (Cristoforo Grisanti, Folklore di Isnello, Palermo 1899-1909, ristampa, prefazione del Prof. Rudolf Schenda , 1981).
"…gli abitanti del nostro Comune non potendo più sopportare le vessazioni e gli arbitri del dominio dè baroni, che godevano l'esercizio del mero e misto impero, concesso nel 1453 dal re Alfonso ad Arnaldo Santacolomba, signore di questo Stato, vollero ricomprarlo, ed all'uopo richiesero facoltà dal luogotenente principe Caramanico, il quale ordinò deliberasse il consiglio civico sull'assunto; e questo in effetto deliberò unanimemente di mutuarsi la corrispondente somma con ipotecarei beni comunali, per ricomprare il cosidetto mero e misto impero, con doversi in seguito estinguere i frutti ed il capitale coi risparmi annuali da ottenersi dall'amministrazione del Comune. In tal modo, gli abitanti d'Isnello furono svincolati dall'autorità baronale…"(Carmelo Virga, Notizie storiche e topografiche d'Isnello e del suo territorio, Sellerio 1990) "..per il piccolo comune madonita la feudalita' ebbe termine in quell'anno, 1788, invece che nel 1812 ed e' questa una singolarita', che non trova riscontro nella storia di altri paesi feudali siciliani. Se la notizia venisse confermata e precisata alla luce della piu' recente, avvertita storiografica, bisognerebbe riprendere in esame qualche aspetto importante della storiografia siciliana…E' indispensabile che se occupi e preoccupi la storiografia della Sicilia feudale e moderna, perché il riscatto di Isnello, nel 1788, se effettivamente conseguito, pone agli storici più di un problema di non semplice soluzione…" (Prof. Francesco Renda, prefazione a 'Notizie Storiche e Topografiche di Isnello e del suo territorio', Palermo 1990).
La storia di insediamenti dell'Eneolitico e' documentata dal ritrovamento di numerosi reperti nelle grotte del territorio. I ruderi dell'Eremo di San Leonardo e del castello che sovrasta l'abitato testimoniano verosimilmente la presenza bizantina nell'VIII secolo. In epoca normanno-sveva il territorio di Isnello diventa Regio Demanio ed il centro abitato si accresce attorno al nucleo del Castello. Durante la presenza araba Isnello, il cui nome era "Menzil al Himar", viene inglobata nella Val Demone. Dalla fine del XII secolo sino a parte del XV, durante le dominazioni angioina-aragonese, la storia del centro si intreccia con quella dei casati che vi si alternano: dagli Abbate ai Filangeri, dai Ventimiglia ai Santacolomba; con privilegio del 20 Luglio 1453 Arnaldo Santacolomba, signore di Isnello, ottiene da Alfonso il Magnanimo il "mero e misto imperio". Le costruzioni riconducibili a tale periodo (S. Maria Maggiore, S. Michele, Chiesa Madre) mostrano il passaggio dell'abitato dalla iniziale funzione prevelentemente militare ad una successiva fase caratterizzata da un accentuato sviluppo demografico ed urbanistico. La sede baronale e' "nel piano della Sala", oggi Piazza Mazzini, da dove, alla fine del 1500, viene spostata al "piano della Porta" e aggregata alla preesistente Chiesa del Rosario.

"…gli abitanti del nostro Comune non potendo più sopportare le vessazioni e gli arbitri del dominio dè baroni, che godevano l'esercizio del mero e misto impero, concesso nel 1453 dal re Alfonso ad Arnaldo Santacolomba, signore di questo Stato, vollero ricomprarlo, ed all'uopo richiesero facoltà dal luogotenente principe Caramanico, il quale ordinò deliberasse il consiglio civico sull'assunto; e questo in effetto deliberò unanimemente di mutuarsi la corrispondente somma con ipotecarei beni comunali, per ricomprare il cosidetto mero e misto impero, con doversi in seguito estinguere i frutti ed il capitale coi risparmi annuali da ottenersi dall'amministrazione del Comune. In tal modo, gli abitanti d'Isnello furono svincolati dall'autorità baronale…"(Carmelo Virga, Notizie storiche e topografiche d'Isnello e del suo territorio, Sellerio 1990) "..per il piccolo comune madonita la feudalita' ebbe termine in quell'anno, 1788, invece che nel 1812 ed e' questa una singolarita', che non trova riscontro nella storia di altri paesi feudali siciliani. Se la notizia venisse confermata e precisata alla luce della piu' recente, avvertita storiografica, bisognerebbe riprendere in esame qualche aspetto importante della storiografia siciliana…E' indispensabile che se occupi e preoccupi la storiografia della Sicilia feudale e moderna, perché il riscatto di Isnello, nel 1788, se effettivamente conseguito, pone agli storici più di un problema di non semplice soluzione…" (Prof. Francesco Renda, prefazione a 'Notizie Storiche e Topografiche di Isnello e del suo territorio', Palermo 1990).
sabato 5 giugno 2010
stromboli conference on aging &cancer
Dal 1987 il Dr. Walter Pierpaoli has organised and hosted the extraordinary meeting of the world's top health-professionals interested in exploring the facets behind aging, immunity and cancer at the Stromboli conferences on aging and cancer (SCAC). Walter Pierpaoli ha organizzato e ospitato la riunione straordinaria del World's Top-sanitari professionisti interessati a esplorare le sfaccettature dietro l'invecchiamento, l'immunità e il cancro alle conferenze Stromboli in materia di invecchiamento e cancro (SCAC). What makes the SCACs so special is that the audience is made up of the speakers of the week! Che cosa rende il SCACs così speciale è che il pubblico è composto dai diffusori della settimana! It is designed to promote exchange of ideas and expand the knowledge and progress to find the 'cures' to both aging and cancer. È stato progettato per promuovere lo scambio di idee e di ampliare la conoscenza e il progresso per trovare la 'cura' per entrambi l'invecchiamento e il cancro. | ![]() |
The V Stromboli Conference June 13-19, 2010 La V Conferenza Stromboli 13-19 Giugno, 2010The primeval life-generating molecules: Their therapeutic and age-reversing properties. Le molecole che generano la vita primordiale: la loro età terapeutici e di inversione di proprietà.Now the fifth Stromboli conference on aging and cancer (SCAC) is taking place between June 13 and 19, 2010. Ora della quinta conferenza Stromboli materia di invecchiamento e cancro (SCAC) si svolge tra giugno 13 e 19, 2010.Once again it has a preeminent list of speakers and fascinating cutting-edge topics. Ancora una volta si ha un elenco preminente degli oratori e affascinanti argomenti all'avanguardia. To see the speakers and their topics please click here . Per vedere gli oratori ed i relativi temi per favore clicca qui . To review the timetable of events please click here . Di revisione del calendario di eventi si prega di cliccare qui . Everybody stays at the 4-star hotel La Sirenetta Park Hotel and due to the intimate and warm environment it is possible to exchange ideas and get to know the speakers personally because everyone has breakfast, lunch and dinner together! Tutti i soggiorni in hotel a 4 stelle La Sirenetta Park Hotel e dovuto al caldo e ambiente intimo è possibile scambiare idee e conoscere personalmente i relatori, perché ognuno ha la prima colazione, pranzo e cena insieme! The networking opportunities are incredible. Le possibilità di collegamento in rete sono incredibili. The event itself is often covered by Italian television and SKY news and in 2010 it is planned to record the meeting for a webinar later too. L'evento stesso è spesso coperta dalla televisione italiana e Sky News e nel 2010 si prevede di registrare l'incontro per un webinar troppo tardi. To date the meeting has been sponsored by individuals, organisations and companies who are dedicated to the ideas behind preventative medicine. Ad oggi l'incontro è stato sponsorizzato da individui, organizzazioni e imprese che si dedicano alle idee alla base della medicina preventiva. To see a list of the Stromboli conference sponsors please click here . Per visualizzare un elenco di sponsor Stromboli la conferenza si prega di cliccare qui . | The Beauty of Stromboli La bellezza di Stromboli![]() These meetings take place on Stromboli, one of the Aeolian Islands off the coast of Sicily. Questi incontri si svolgono a Stromboli, una delle isole Eolie al largo della costa della Sicilia. ( Click here to see pictures of the island). ( Clicca qui per vedere le foto dell 'isola). The quality of the lectures La qualità delle lezioniAll of the previous lectures have been accepted for publication in the peer-reviewed Medline journal the New York Academy of Sciences . Tutte le lezioni precedenti sono state accettate per la pubblicazione sulla rivista peer-reviewed Medline la New York Academy of Sciences .Indeed, past conference lectures can be viewed via this link by clicking here . Infatti, conferenza passato lezioni possono essere visualizzati tramite questo link da cliccando qui . |
venerdì 4 giugno 2010
15 fotografie spazio cannatella
15 FOTOGRAFIE
Inizio: | venerdì 4 giugno 2010 alle ore 19.00 |
Fine: | domenica 4 luglio 2010 alle ore 22.30 |
Luogo: | Spazio Cannatella |
Via: | via Papireto 10 |
Città/Paese: | Palermo, Italy |
Descrizione
15 FOTOGRAFIEa cura di Alessandro Bazan, in collaborazione con Tiziana Pantaleo
Ernesto Bazan, Giuseppe Cacciatore, Paola Cancemi, Andrea Di Marco, Alessandro Di Giugno, Valeria Ferrante, Michela Forte, Valentina Glorioso, Stefania Galegati e Darrel Shines, Francesco Pantaleone, Gianluca Paterniti, Stefania Romano, Fabio Sgroi, Sandro Scalia, Sergio Zavattieri.
___________________________________________________________
Una collettiva interamente dedicata alla fotografia.
Lo Spazio Cannatella si prepara ad accogliere gli scatti di alcuni fotografi attivi sulla scena italiana, ma anche internazionale. Una mostra nella quale protagonista è l'artisticità della fotografia, e gli artisti che con grande indipendenza sviscerano il senso dello scatto. Una mostra che cerca di dare al pubblico un ensamble didattico sulle diverse tipologie di approccio fotografico. Dal reportage di Bazan e Sgroi, alla sorpresa che rappresenta vedere una foto di Di Marco; dalla sinergia di intenti Galegati-Shines, alla foto performance di Paola Cancemi. Dal senso oggettuale della foto di Scalia, allo straordinario glamour di Pantaleone; Dai ritratti poetici di Di Giugno, e quelli da vera Fan della Forte. L’informazione narrativa della Romano, l’indagine accurata di Zavattieri, la bellezza raffinata della Glorioso, la memoria e le tracce della Ferrante, fino all'approccio naturalistico di Paterniti, e alla freschezza di Cacciatore (giovanissimi).
L'idea è quella di tracciare un articolato percorso fotografico attraverso le esperienze di autori completamente diversi accomunati dal dono intuitivo e magico del click. Lo still life si accorderà con il reportage, la fotografia di ricerca più estetica e formale si contrapporrà a quella naturalistica e spontanea se non addirittura pittorica.
Si apre una nuova scommessa.. Riuscire a metter su una mostra fotografica che ha un valore fortemente didattico per il pubblico palermitano non avvezzo alla fruizione artistica della fotografia, sopperendo alla pressocchè mancante attività museale in tal senso. Nella tradizione dello Spazio Cannatella si darà vita ad una mostra giovane, fresca e molto interessante
mercoledì 2 giugno 2010
Palermo: L'Ecce Homo Torna Al Suo Posto -in Via Roma-. Ecco le Foto.
Palermo: L'Ecce Homo Torna Al Suo Posto -in Via Roma-. Ecco le Foto.: "Questo blog
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martedì 1 giugno 2010
L'Ecce Homo Torna Al Suo Posto -in Via Roma-. Ecco le Foto."
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martedì 1 giugno 2010
L'Ecce Homo Torna Al Suo Posto -in Via Roma-. Ecco le Foto."
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