lunedì 5 ottobre 2009

Quando l’Abruzzo fu scosso dal grande terremoto (non è di certo passato un decennio), la tv non si limitò a documentare, ma reagì attivandosi con iniziative degne di tal nome. Ciascuno fece il suo; l’istituzione di conti corrente, di lotterie nazionali; la nascita di numeri a cui inviare sms solidali (1 euro interamente devoluto ai terremotati)…

E per Messina e i messinesi? Ancora niente!!!!

Questa è la prova che la Sicilia è la terra delle promesse non mantenute, delle opere incompiute. Berluskamon I ha a cuore solo il ponte sullo stretto; non perchè serva, ma perchè vuole lasciare ai posteri un’opera faraonica che illustri il suo potere su questa Nazione. L’Abruzzo purtroppo o per fortuna, è stato strumentalizzato in un periodo in cui la destra perdeva consensi popolari. Per noi italiani il terremoto è stato una tragedia; per il PDL invece una manna dal cielo (così come l’11 settembre fu provvidenziale per Bush).

È stato detto di tutto, giustamente, sul grande abusivismo delle zone colpite dal fango, ma di solito è la famelicità politica a concedere in certe zone la costruzione di nuclei abitativi. Nel caso del messinese la colpa è da suddividere tra politica e mafia!!!!

Ciò però non significa che la gente di Messina (la nostra gente) debba ricevere meno solidarietà degli abruzzesi (nostra gente).

Il Governo destrofilo forse dimentica che la Sicilia è la mammella ove loro hanno attinto e attingono quei voti così squisiti. Eppure quando si tratta di investire…

Da anni ci lamentiamo delle strade ridotte a mulattiere; di autostrade vecchie di trent’anni; di scuole fatiscenti (Berlusconi si faccia un giro nell’ennese, lo invito a casa mia). Da anni ci lamentiamo della spazzatura (non solo Palermo) e di un problema acqua che sembra più complicato di quanto non sia, anche perchè nel caso in specie è davvero l’egemonia della mafia che controlla la distribuzione idrica. Il problema acqua, perdonate il gioco di parole, fa acqua da tutte le parti.
La sanità è allo sbando!

Non basta inviare 10, 100 milioni di euro…almeno non quando si parla di Sicilia. Quei soldi sono destinati a morire nelle tasche della mafia, in mezzo alle pieghe di qualche portafogli già abbastanza pingue.

La malavita li filtra e alle opere resta ben poco. L’unica cosa che serviva alla Sicilia è stata purtroppo cancellata con un’autobomba in quel di Capaci. Con quegli eroi è saltata in aria anche la nostra speranza.


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