domenica 14 dicembre 2008
13 dicembre per tradizione è anche il giorno della cuccìa. E dunque perché in questo giorno sono banditi dalla tavola tutti i farinacei, ma si mangia la cuccìa che è comunque grano?Mettiamo un po’ d’ordine.Qualche anno fa mi capitò di avere un ospite milanese a casa per questa occasione, e mi ritrovai a dover rispondere alle sue domande su due piedi. “Ehm…sì. Mangiamo le arancine”, ma devo dire la verità, neanche io mi ricordavo bene la storia in questione. Così mi documentai.Infatti chi più chi meno da bambino si ricorderà di aver sentito almeno una volta dai nonni o dai genitori la storia del famoso miracolo che Santa Lucia fece per la città di Palermo, (ma c’è chi dice Siracusa), quando nel XVII° secolo, la città in preda ad una gravissima carestia, la pregò intensamente e lei rispose facendo arrivare proprio in data 13 dicembre 1646 una nave carica di frumento.La fame era tale che il grano non fu macinato, ma venne subito bollito e mangiato così com’era, condito con quelle poche cose che si avevano in casa. Proprio da qui nacque la cuccìa, che infatti, in alcune zone dell’isola si mangia oltre che in versione dolce, anche nella versione salata, e il cui termine proviene probabilmente da “cocciu”, cioè chicco.Da quel momento in poi si associò la festa di Santa Lucia alla cuccìa, un po’ come penitenza e un po’ come commemorazione di quegli eventi. E una volta che il pane e la pasta non si potevano mangiare, per seguire questa tradizione, è nata l’alternativa dell’arancina, che si è sempre più radicata anno dopo anno, forse anche perché i chicchi di riso ricordano quelli del grano.Ecco svelato il mistero.Dunque possiamo ancora abbuffarci di arancine, panelle e cuccìa a Santa Lucia, ma almeno sapremo anche spiegare il perché.Credo infatti che sia importante mantenere le tradizioni nei secoli, ma senza perdere di vista le origini della nostra storia e il loro significato più autentico
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