venerdì 1 maggio 2009

Portella delle Ginestre

Guttuso portella delle ginestre http://www.youtube.com/watch?v=PUkZN902wWM&hl=it
Personalmente non ho mai creduto che Turiddu abbia sparato sui contadini ma che i suoi ordini fosserò di sparare in aria,non il Turiddu di cui mi raccontava mio nonno ,Turi lo spaccone che era a Palermo mentre lo cercavano in tutta la Sicilia,Turi che donava denaro ai poveri

Associazione Wikimedia Itali da Strage di Portella della Ginestre
Portella della Ginestra è una località in provincia di Palermo, situata nei pressi della Piana degli Albanesi. È nota per essere stata teatro della strage del 1° maggio 1947. Sul luogo della tragedia ora sorge un memoriale, costituito da numerose iscrizioni incise su pietre di grandi dimensioni, poste attorno al "sasso di Barbato", che prende il nome da Nicola Barbato,che fu fra i fondatori dei Fasci siciliani



La strage [modifica]


Salvatore Giuliano fu identificato come il responsabile della strage di Portella
Il 1 maggio 1947, nell'immediato dopoguerra, si tornava a festeggiare la festa dei lavoratori, abolita durante il regime fascista. Circa duemila lavoratori della zona di Piana degli Albanesi, in prevalenza contadini, si riunirono nella vallata di Portella della Ginestra, nei pressi di Palermo, per manifestare contro il latifondismo, a favore dell'occupazione delle terre incolte, e per festeggiare la vittoria del Blocco del Popolo nelle recenti elezioni per l'Assemblea Regionale Siciliana, svoltesi il 20 aprile di quell'anno e nelle quali la coalizione PSI - PCI aveva conquistato 29 rappresentanti (con il 29% circa dei voti) contro i soli 21 della DC (crollata al 20% circa).
Sulla gente in festa partirono dalle colline circostanti delle raffiche di mitra che lasciarono sul terreno, secondo le fonti ufficiali, 11 morti (9 adulti e 2 bambini) e 27 feriti, di cui alcuni morirono in seguito per le ferite riportate. La CGIL proclamò lo sciopero generale, accusando i latifondisti siciliani di voler “soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori”[1].
Solo quattro mesi dopo si seppe che a sparare materialmente erano stati gli uomini del bandito separatista Salvatore Giuliano, colonnello dell'Esercito Separatista Siciliano E.V.I.S.. Il rapporto dei carabinieri sulla strage faceva chiaramente riferimento ad "elementi reazionari in combutta con i mafiosi locali". Nel 1949 Giuliano scrisse una lettera ai giornali, in cui affermava lo scopo politico della strage. Questa tesi fu smentita dall'allora ministro degli Interni Mario Scelba.
Nel 1950, il bandito Giuliano fu assassinato dal suo luogotenente Gaspare Pisciotta, il quale morì avvelenato in carcere quattro anni più tardi, dopo aver affermato di voler rivelare i nomi dei mandanti della strage. Attualmente vi sono forti dubbi sul fatto che Pisciotta fosse l'autore dell'omicidio, come è stato fatto osservare nella trasmissione Blu notte ed emerge dal lavoro di Alberto Di Pisa e Salvatore Parlagreco [2].

Le vittime [modifica]
Queste le vittime commemorate dalla lapide posta sul luogo del massacro:
Margherita Clesceri
Giorgio Cusenza
Giovanni Megna (18 anni)
Giovanni Grifò (12 anni)
Vincenza La Fata (8 anni)
Giuseppe Di Maggio (7 anni)
Filippo Di Salvo
Francesco Vicari
Castrenze Intravaia (18 anni)
Serafino Lascari (15 anni)
Vito Allotta (19 anni)

Le prime ipotesi [modifica]
Sul movente dell'eccidio furono formulate alcune ipotesi già all'indomani della tragedia. Il 2 maggio 1947 il ministro Scelba intervenne all' Assemblea Costituente, affermando che dietro all'episodio non vi era alcuna finalità politica o terroristica, ma che doveva essere considerato un fatto circoscritto, e identificò in Salvatore Giuliano e nella sua banda gli unici responsabili. Il processo di Viterbo del 1951 (dapprima istruito a Palermo, poi spostato per legittima suspicione) si concluse con la conferma di questa tesi, con il riconoscimento della colpevolezza di Salvatore Giuliano (morto il 5 luglio 1950, ufficialmente per mano del capitano Antonio Perenze) e con la condanna all'ergastolo di Gaspare Pisciotta e di altri componenti la banda. Pisciotta durante il processo, oltre ad attribuirsi l'assassinio di Giuliano, lanciò pesanti accuse sui presunti mandanti politici della strage. [3]
« Coloro che ci avevano fatto le promesse si chiamavano così: il deputato DC Bernardo Mattarella, il principe Alliata, l'onorevole monarchico Marchesano e anche il signor Scelba… Furono Marchesano, il principe Alliata, l'onorevole Mattarella a ordinare la strage di Portella… Dopo le elezioni del 18 aprile 1948, Giuliano mi ha mandato a chiamare e ci siamo incontrati con Mattarella e Cusumano; l'incontro tra noi e i due mandanti è avvenuto in contrada Parini, dove Giuliano ha chiesto che le promesse fatte prima del 18 aprile fossero mantenute. I due tornarono allora da Roma e ci hanno fatto sapere che Scelba non era d'accordo con loro, che egli non voleva avere contatti con i banditi. »
La seconda ipotesi fu quella sostenuta da Girolamo Li Causi in sede parlamentare, dalle forze di sinistra e dalla CGIL, secondo la quale il bandito Giuliano era solo l'esecutore del massacro: i mandanti, gli agrari e i mafiosi, avevano voluto lanciare un preciso messaggio politico all'indomani della vittoria del Blocco del Popolo alle elezioni regionali. [4]
In seguito ai riscontri emersi dal processo, diversi parlamentari socialisti e comunisti denunciarono i rapporti tra esponenti delle istituzioni, mafia e banditi. Intervenendo alla seduta della Camera dei deputati del 26 ottobre 1951, lo stesso Li Causi affermava:
« Tutti sanno che i miei colloqui col bandito Giuliano sono stati pubblici e che preferivo parlargli da Portella della Ginestra nell'anniversario della strage. Nel 1949 dissi al bandito: "ma lo capisci che Scelba ti farà ammazzare? Perché non ti affidi alla giustizia, perché continui ad ammazzare i carabinieri che sono figli del popolo come te?". Risposta autografa di Giuliano, allegata agli atti del processo di Viterbo: "Lo so che Scelba vuol farmi uccidere perché lo tengo nell'incubo di fargli gravare grandi responsabilità che possono distruggere la sua carriera politica e finirne la vita". È Giuliano che parla. Il nome di Scelba circolava tra i banditi e Pisciotta ha preteso, per l'attestato di benemerenza, la firma di Scelba; questo nome doveva essere smerciato fra i banditi, da quegli uomini politici che hanno dato malleverie a Giuliano. C'è chi ha detto a Giuliano: sta tranquillo perché Scelba è con noi; Tanto è vero che Luca portava seco Pisciotta a Roma, non a Partinico, e poi magari ammiccava: hai visto che a Roma sono d'accordo con noi? »

Opinioni recenti [modifica]
In tempi più prossimi la tesi delle collusioni ad altissimo livello, fino al capolinea del Quirinale, è stata assunta e rilanciata da Sandro Provvisionato, in Misteri d'Italia (Laterza 1994), e da Carlo Ruta, il quale nel prologo de Il binomio Giuliano Scelba (Rubbettino 1995)scrive:
« Sugli scenari che si aprirono con Portella della Ginestra, alcuni quesiti rimangono aperti ancora oggi: fino a che punto quegli eventi tragici videro realmente delle correità di Stato? E quali furono al riguardo le effettive responsabilità, dirette e indirette, di taluni personaggi chiamati in causa per nome dai banditi e da altri? Fra l'oggi e quei lontani avvenimenti vige, a ben vedere, un preciso nesso. Nel pianoro di Portella venne forgiato infatti un peculiare concetto della politica che giunge in sostanza sino a noi. »

Una tesi recente [modifica]
Una tesi più grave, recente, attribuisce invece la strage ad una coincidenza di interessi tra i post-fascisti legati alla Xª Flottiglia MAS di Junio Valerio Borghese, i servizi segreti USA (preoccupati dell'avanzata socialista - comunista in Italia) ed i latifondisti siciliani. Non vi sono tuttavia prove.
« I rapporti desecretati dell’Oss e del Cic (i servizi segreti statunitensi della Seconda Guerra Mondiale), che provano l’esistenza di un patto scellerato in Sicilia tra la cosiddetta “banda Giuliano” e le forze paramilitari del fascismo di Salò (in primis, la Decima Mas di Junio Valerio Borghese e la rete eversiva del principe Pignatelli nel meridione) sono il risultato di una ricerca promossa e realizzata negli ultimi anni da Nicola Tranfaglia [5] (Università di Torino), dal ricercatore indipendente Mario J. Cereghino e da chi scrive[6]. »
(da Edscuola, Dossier a cura del prof. Giuseppe Casarrubea)
« Il Giuliano allora si è avvicinato a me chiedendomi dove fosse mio fratello. Ho risposto che si trovava in paese con un foruncolo. Egli allora mi ha detto: 'E' venuta la nostra liberazione'. Io ho chiesto: -E qual è?- Ed egli di rimando mi disse: 'Bisogna fare un'azione contro i comunisti: bisogna andare a sparare contro di loro, il 1° maggio a Portella della Ginestra. Io ho risposto dicendo che era un'azione indegna, trattandosi di una festa popolare alla quale avrebbero preso parte donne e bambini ed aggiunsi: 'Non devi prendertela contro le donne ed i bambini, devi prendertela contro Li Causi[7]e gli altri capoccia' »
(Dichiarazione di Gaspare Pisciotta)
Non fu mai possibile dimostrare la veridicità di questo scenario, tramite testimonianza diretta, perché Giuliano fu ucciso nel 1950. Il probabile assassino, il suo luogotenente Gaspare Pisciotta, venne a sua volta ucciso nel 1954, avvelenato in carcere con della stricnina nel caffè, dopo aver preannunciato rivelazioni sulla strage. Sosteneva di aver ucciso Giuliano dietro istruzioni del Ministro dell'Interno Mario Scelba e di aver raggiunto un accordo con il colonnello Ugo Luca, comandante delle forze anti banditismo in Sicilia, di collaborare, a condizione che non fosse condannato e che Luca sarebbe intervenuto in suo favore qualora fosse stato arrestato.
« Il nominato Gaspare Pisciotta di Salvatore e di Lombardo Rosalia, nato a Montelepre il 5 marzo 1924, raffigurato nella fotografia in calce al presente, si sta attivamente adoperando - come da formale assicurazione fornitami nel mio ufficio in data 24 giugno c. dal colonnello Luca - per restituire alla zona di Montelepre e comuni vicini la tranquillità e la concordia, cooperando per il totale ripristino della legge. »
(stralcio dell'attestato di benemerenza rilasciato al bandito Gaspare Pisciotta a firma del ministro Mario Scelba)

Film sulla strage di Portella [modifica]
Segreti di Stato (film)
Salvatore Giuliano (film)

Voci correlate [modifica]
Salvatore Giuliano
Gaspare Pisciotta
E.V.I.S. (Esercito Volontario per la Indipendenza Siciliana)
MIS (Movimento per l'Indipendenza della Sicilia)

Bibliografia [modifica]
Giuseppe Casarrubea. Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra. Bompiani
Giuseppe Casarrubea. Tango Connection. L'oro nazifascista, l'America Latina e la guerra al comunismo in Italia. 1943-1947 ". Bompiani
Giuseppe Casarrubea. Fra' Diavolo e il governo nero. «Doppio Stato» e stragi nella Sicilia del dopoguerra. Franco Angeli editore
Giuseppe Casarrubea. Portella della Ginestra. Microstoria di una strage di Stato. Franco Angeli editore
Giuseppe Casarrubea e Mario J. Cereghino. Salvatore Giuliano. Morte di un capobanda e dei suoi luogotenenti. Franco Angeli editore
Carlo Lucarelli. Il bandito Giuliano in Nuovi misteri d'Italia. I casi di Blu Notte. Torino, Einaudi, 2004. pp. 3-24. ISBN 8806176405.
Carlo Ruta. Il binomio Giuliano-Scelba. Un mistero della Repubblica?. Rubbettino editore, Soveria Mannelli, 1995
Carlo Ruta. Giuliano e lo Stato. Documenti sul primo intrigo della Repubblica. Edi.bi.si., Messina 2004
Carlo Ruta. Il processo. Il tarlo della Repubblica. Eranuova, Perugia 1994
Francesco Petrotta. Portella della Ginestra. La ricerca della verità. Ediesse, 2007 (realizzato dalla Camera del Lavoro di Palermo e dalla Fondazione Di Vittorio) ISBN 8823012011

Note [modifica]
^ Maria Gigliola Toniollo -Il Popolo di Portella della Ginestra, su cgil.it
^ Il grande intrigo. Parte prima
^ Archivio '900: 1950. Il bandito Giuliano
^ Fabrizio Loreto, La memoria della strage di Portella della Ginestra
^ biografia di Nicola Tranfaglia
^ Coordinamento delle ricerche presso gli Archivi Nazionali degli Stati Uniti (NARA, College Park, Maryland) e l’Archivio Centrale dello Stato (Roma): Nicola Tranfaglia (Università di Torino), Giuseppe Casarrubea (Palermo), Mario J. Cereghino (San Paolo del Brasile)...
^ Intervento di Girolamo Li Causi all' Assemblea Costituente relativo a Portella della Ginestra nella seduta del 15 luglio



La straggi nta na stampa di l'èbbica .
Era lu 1° maiu 1947 e a Purtedda dâ Ginestra s'avìanu datu appuntamentu quarchi dumila pirsuni dû muvimentu cuntatinu pri fistiggiari la fini dâ dittatura e lu ritornu dâ libbirtati, mentri, dopu tant'anni di suttamissioni ô puteri feudali, si pinzava c'avìanu finutu li seculari privileggi dê picca. Dê cullini ntornu, la banda Giulianu, fici focu ammenza â fudda, facennu ùnnici morti (dui picciriddi fìmmini e novi cristiani granni) e chiòssai di cinquanta firiti.
La CGIL prucramau lu sciòpiru ginirali e accusau "la vuluntà dê latifunnisti siciliani d' affucari ntô sangu l'urganizzazzioni dî travagghiatura". Secunnu Mariu Scelba, tannu ministru di li nterni, la straggi di Purtedda dâ Ginestra, nun hava statu nu dilittu pulìticu, ma lu banditu Sarvaturi Giulianu, ntô 1949, ci scrivìu na littra ê giunali e â pulizzìa pri rivinnicari lu scopu pulìtìcu dâ straggi. Lu 14 di giugnettu 1950, lu sbannutu Giulinanu vinni ammazzatu dô sò locutinenti, Gaspari Pisciotta, ca, macari iddu, lu 9 di frivaru 1954, murìu avvilinatu n càrciri, dopu c'avìa diciutu cosi supra a cui urdinau la straggi di Purtedda.
Ìndici[ammuccia]
1 Lu picchì e lu pi comu
2 Lu via ê "misteri di Statu"
3 Li noma di l'ammazzati
4 Lijami di fora e rifirimenti
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Lu picchì e lu pi comu [cancia]

Dopu ca sbarcaru l'alliati, nu granni muvimentu urganizzatu avìa cunquistatu lu dirittu, già di l'autunnu dû 1944, d'accupari e aviri n cuncissioni li terri abbannunati o malamenti tinuti dû latifunnu. Dopu anni di suttamissioni ô puteri feudali, sustinutu dâ mafia e dô fascismu, la Sicilia stava vivennu na ràpita crìscita suciali e pulìtica. L'elizzioni dû 20 aprili 1947 pi l’Assimbrea riggiunalu siciliana avìanu purtatu a l’affirmazzioni dû Bloccu dû pòpulu e la scunfitta dâ Dimucrazzia Cristiana. L'avanzamentu dû muvimentu cuntatinu e dê forzi di manca, sunau comu na minazza pi cui pinzava ca lu sò puteri putìa èssiri n pirìculu.La riazzioni dê prupitari agrari avìa statu assai china di raggia e s'avìa diriggiuta spiciarmenti contra a li sinnacalisti, li capi lega, li diriggenti dê partiti dâ manca, cu ntimitazioni e ammazzatini. Cu tuttu chissu, lu muvimentu cuntatinu nun s'avìa piecatu e allura ci fu quarchidunu ca pinzò ca avìa vinutu lu mumentu di dàricci nu corpu dicisivu.

Lu via ê "misteri di Statu" [cancia]
La straggi di Purtedda desi lu via a la longa tiurìa dê "misteri di Statu taliani", assai prutetti dê mura di gumma, contra a cui sunnu distinati a rumpìrisi la ricerca dâ virità e la siti di giustizzia. Li ncridienti tìpichi dâ strateggìa dâ tinzioni (dipistaggi, morti suspetti, ricatti) s'attruvaru tutti pari ntô modu di comu vìnniru fatti li ndàggini supra la straggi e chiurutu lu capìtulu, assai mbarazzanti, dû banditìsimu sicilianu.

Li noma di l'ammazzati [cancia]
Ccà, p'arricurdari li màrtiri dâ Sicilia, li noma di l'ammazzati a Purtedda:Giuvanni Megna, Vitu Allotta, Vincenza La Fata, Giuvanni Grifò, Larenzu Di Maggio, Franciscu Vicari, Castrenza Intravaia, Giorgiu Cusenza, Margherita Clesceri, Sirafinu Lascari, Fulippu Di Salvo.

Lijami di fora e rifirimenti [cancia]
Rif.: L'artìculu supra aripurtatu, è pigghiatu pè parti cchiù significativi e traduciutu n lingua Siciliana dô situ "Avvinimenti taliani"



Chista è na vuci nzirita nni l'artìculu dâ simana, zoè una dî mègghiu vuci criati dâ cumunità.Fu ricanusciuta nnô 5 di aprili 2008
S'hai traduciutu n'artìculu o hai criatu na vuci e riteni ca sia lu casu di fàrila canùsciri picchì è cumpreta n tuttu, signàlila. Naturalmenti, sunnu boni accittati suggirimenti e canciamenti chi mìgghiùranu lu travagghiu.
Signala na vuci Archiviu Vidi tutti l'artìculi dâ simana
▼ Talìa
Avvinimenti stòrichi dâ Sicilia

Vespri siciliani
Rivuluzzioni ndipinnintista siciliana dû 1848
Risurgimentu
Sbarcu di Garibbardi
Mafia
La rivorta dû 7 e menzu di Palermu
Fasci siciliani
Secunna guerra munniali (Opirazzioni Husky)
Muvimentu Nnipinnintista Sicilianu
Esèrcitu Vuluntariu ppâ nnipinnenza dâ Sicilia
Turi Giulianu
Purtedda dâ Ginestra
Statutu d'autonumìa siciliana

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