mercoledì 31 dicembre 2008


FELICE BUON ANNO
da trinacria.prov. milano

happi new year from trinacria. prov.milano

feliz ano de trinacria.prov.milano

Cesare Mori

Su questo personaggio ci sono diverse storie una di queste è che all inizio venisse elogiato dal duce finchè toccava i pesci piccoli,quando poi cominciò a denunciare le connessioni tra gerarchi e mafia venne fatto senatore per fermarlo.
Cesare Mori nacque a Pavia il 22 dicembre del 1871 e norì a Udine il 6 luglio del 1942.Fu prefetto e politico italiano in quhttp://www.youtube.com/watch?v=jOI1oYm_kxE&hl=italità di senatore.È passato alla storia col nome di Prefetto di Ferro.Cominciò già a Trapani a condurre operazioni di repressione contro le associazioni mafiose da tempo ben radicate nel terriritorio siciliano.Di grande capacità investigativa e operativa Mori riportò una serie di successi in variegate operazioni che portarono all'arresto di vari esponenti malavitosi.Ciò portò il Procuratore Generale di Palermo ad affermare:"Finalmente abbiamo a Trapani un uomo che non esita a colpire la mafia dovunque essa si alligni. Peccato, purtroppo, che vi siano sempre i cosiddetti "deputati della rapina" contro di lui... "Nel gennaio del 1915 fu inviato a Firenze col grado di vice questore,ma fu un brevissimo soggiorno poichè lo Stato lo richiamò in Sicilia per avviare una maxi operazione contro il brigantaggio.In una sola notte,a Caltabellotta, effettuò 300 arresti,stanando i briganti con metodi poco ortodossi ma non comunque violenti.I risultati furono molto positivi.Al termine dell'operazione Mori,con grande senso del dovere e senza alcuna paura nel dire rispose ai giornali che intitolavano "Colpo mortale alla mafia":"Costoro non hanno ancora capito che i briganti e la mafia sono due cose diverse. Noi abbiamo colpito i primi che, indubbiamente, rappresentano l'aspetto più vistoso della malvivenza siciliana, ma non il più pericoloso. Il vero colpo mortale alla mafia lo daremo quando ci sarà consentito di rastrellare non soltanto tra i fichi d'india, ma negli ambulacri delle prefetture, delle questure, dei grandi palazzi padronali e, perché no, di qualche ministero.."Mori aveva capito.Prima ancora dei reati di strada,che sono i più evidenti,bisognava colpire i "colletti bianchi",la vera essenza della malavita organizzata, quella che occupava (e occupa) i posti che contanto,quella seduta nella stanza dei bottoni.Un insegnamento che vale tutt'oggi,dove i nemici principali sono visti come quelli della strada, che rappresentano sì una problematica, ma non tale da essere considerata primaria.A testimonianza della sua onestà intellettuale e della sua fedeltà allo Stato italiano non ebbe paura a opporsi allo squadrismo fascista del 1922.Mori fece fronte alle spedizioni punitive dei fascisti, inviando contro di loro plotoni della Regia Polizia, e fu per questo ampiamente contestato. Al tempo stesso paragonava i fascisti tali e quali ai "rossi",i comunisti:
A seguito di queste vicende Mori fu dispensato dal servizio e mandato in pensione nel 1922,risiedendo a Firenze con la moglie.L'allontanamento fu dovuto all'ascesa del fascismo che non perdonò al prefetto le azioni condotte contro le camicie nere.L'allontanemento dalle sue funzioni di poliziotto durò però solamente un'anno.Nel 1924 fu richiamato in servizio dal ministro dell'Interno Federzoni ed spedito come prefetto a Trapani ,dove rimase per un anno.
Dopo l'ottimo lavoro a Trapani, per volere di Mussolini,fu nominato prefetto di Palermo,con poteri straordinari su tutta l'isola, con l'incarico di debellare la presenza mafiosa con qualsiasi mezzo. Si insediò quindi a Palermo e vi rimase sino al 1929. Di seguito è pubblicata la direttiva:
"..vostra Eccellenza ha carta bianca, l'autorità dello Stato deve essere assolutamente, ripeto assolutamente ristabilita in Sicilia. Se le leggi attualmente in vigore la ostacoleranno, non costituirà problema, noi faremo nuove leggi.."
Qui attuò una durissima repressione verso la malavita e la mafia, colpendo anche bande di briganti e signorotti locali.Nel 1926 compì quella che è probabilmente la sua più famosa azione, e cioè l'occupazione di Gangi, paese roccaforte di numerosi gruppi criminali. Con numerosi uomini dei Carabinieri e della Polizia perquisì il paese casa per casa, arrestando banditi, mafiosi e latitanti. I metodi attuati durante l'operazione furono molto duri e Mori non esitò ad usare donne e bambini come ostaggi per costringere i malavitosi ad arrendersi. Per via dellla durezza dei metodi utilizzati venne soprannominato il "Prefetto di Ferro".Mori continuò la sua azione per tutto il biennio 1926-27. Nei tribunali le condanne cominciarono a essere durissime. Col passare del tempo le sue indagini cominciarono a svelare i rapporti esistenti tra mafiosi e uomini del vecchio Stato risorgimentale, ed entrò anche in conflitto con l'elemento di maggior spicco del nuovo fascismo palermitano,Alfredo Cucco,che riuscì a fare espellere dal partito, e quindi dalla vita pubblica, nel 1927. Nel 1929 Mori fu collocato a riposo per anzianità di servizio e il 16 giugno fu nominato senatore del Regno su proposta di Mussolini, mentre per tutta Italia la propaganda dichiarava orgogliosa che la mafia era stata sconfitta.
Ecco di seguito le tappe della strategia Moriana:
Cogliere un primo importante successo con un'operazione in grande stile per riaffermare l'Autorità dello Stato e dare un segnale forte (l'occupazione di Gangi).
Riottenere l'appoggio della popolazione impegnandola direttamente nella lotta alla mafia.
Creare un ambiente culturalmente ostile alla mafia, combattendo l'omertà e curando l'educazione dei giovani e stimolando la ribellione contro la mafia
Combattere la mafia nella consistenza patrimoniale e nella rete di interessi economici.
Ripristinare il normale funzionamento e sviluppo delle attività produttive della Sicilia
Condannare con pene severe e implacabili i criminali sconfiggendo il clima di impunità.La politica del prefetto Mori portò a una drastica riduzione della criminalità in tutta la Sicilia.Basti pensare che nella sola Palermo gli omicidi scesero da 268 nel 1925 a 77 nel 1926, le rapine da 298 a 46, e anche altri crimini diminuirono drasticamente.Di questi punti bisogna farne tesoro;la mafia tornò alla ribalta solamente perchè i vertici appoggiarono e facilitarono lo sbarco Americano in Sicilia occupando in seguito importanti postazioni di comando amministrativo.Infine Mori,uomo scomodo come tanti,morì dimenticato dalle istituzioni ma il suo operato,al servizio della società civile non si potrà mai dimenticare,capace di stroncare le ali alla mafia e tenerla a bada per almeno dieci anni.Chissà cosa sarebbe oggi l'Italia se ai vertici avessimo avuto tanti Cesare Mori.....
Pubblicato da Max a 4.06

Antonino Mancino carabiniere

Antonio Mancino
Carabiniere semplice, aveva intercettato i traffici del contadino Salvatore Giuliano. Viene ucciso il 2 settembre 1943 a Quarto Mulino di S. Giuseppe Jato (Pa). insieme all appuntato Renzo Rocchi e alle guardie campestri Vincenzo Manciaracina e Giuseppe Barone. Vittime innocenti come Giuliano di chi aveva interesse ad affamare i siciliani

martedì 30 dicembre 2008

Concetto Gallo

http://www.youtube.com/watch?v=CeGzsBPSMWQ&hl=it
Concetto Gallo, nato a Catania 11 gennaio 1913 è ivi deceduto 1 aprile 1980.
Dopo l’uccisione di Canepa assunse il comando dell’EVIS e si firmava: Secondo Turri. Più moderato politicamente, ma ardito come il predecessore, dovette risolvere il non facile compito di risollevare il morale alle truppe dell’EVIS.
Spostò l’azione della guerriglia dai Nebrodi alle campagne di Caltagirone e precisamente in contrada San Mauro dove disponeva di una villa di proprietà la moglie.
Il 4 gennaio del 1946 fu accerchiato da tremila soldati dell’esercito italiano e catturato con quasi tutti i suoi combattenti.
Fu incarcerato e poi liberato perché eletto deputato all’Assemblea Costituente, in seguito eletto all’Assemblea Regionale Siciliana.
Antonio Canepa e Concetto Gallo e tutti gli eroi dell’indipendenza siciliana non riuscirono a realizzare i loro sogni, ma l’isola ottenne un’importante autonomia amministrativa.
La classe politica e dirigente che fu eletta dopo la stagione separatista, fino ad oggi, non ha saputo utilizzare quest’importante ricchezza.
Sventurata la terra che
Ha bisogno d’eroi.
Brech

Pantelleria

http://www.youtube.com/watch?v=CBuaPCLIksw&hl=it

PANTELLERIA
Pantelleria, la più grande delle isole satellite della Sicilia, con una superficie di 83 kmq è anche la più occidentale: solo 84 km la separano dal continente africano ed è alla stessa latitudine di Tunisi. Il clima caldo è comunque temperato dai quasi onnipresenti venti marini che soffiano fortissimi e che giustificano l'appellativo Qawsarah o Bent el Rion, Figlia del Vento, dato dagli Arabi. Il nome attuale è invece di origini tardo-greche o bizantine e significa forse "Terra ricca di offerte". Le coste frastagliate, bagnate da un mare cristallino, la ricchezza dei fondali, i versanti scoscesi coperti di colture a terrazze racchiuse da muretti a secco, i tipici i dammusi (si veda oltre), conferiscono una bellezza ed un carattere eccezionali a quest'isola che il colore del suolo, composto per lo più da rocce basaltiche, ha fatto soprannominare la "perla nera del Mediterraneo".
Una terra vulcanica - Il punto più alto è la Montagna Grande (836 m), antico cratere. Le coste rocciose di nera lava scavate da grotte e ricche di piccoli promontori che si tuffano in mare, chiudono terre di natura eruttiva e quindi estremamente fertili ed adatte alla coltura della vite. Uno spumante dal delicato bouquet, il Solimano, e il Passito di Pantelleria, ricavato da uve zibibbo, sono le due più note specialità dell'isola. Al vino si aggiunge poi il cappero la cui pianta si orna di delicati e bellissimi fiori. A Pantelleria si possono ancora osservare fenomeni di origine vulcanica: le fonti termali sottomarine nei pressi della costa, le grotte naturali ove si producono emanazioni di vapori sulfurei e le favare, getti di vapori intermittenti che sbuffano dalle spaccature laviche soprattutto in prossimità dei crateri.
Dagli strani sesi ai caratteristici dammusi - Sono forse di origine africana i primi abitatori dell'isola che l'avrebbero raggiunta nel neolitico soprattutto per estrarre l'oro nero, l'ossidiana, ai tempi uno dei materiali più preziosi. Vicino ad un villaggio di quest'epoca le cui fortificazioni trovano riscontro solo a Los Millares in Spagna (vicino a Almeria), si trovano i sesi, costruzioni funerarie megalitiche specifiche dell'isola ma la cui forma ricorda un poco quella dei nuraghi sardi. Pantelleria vede poi arrivare i Fenici, che la chiamano Kossura e la dotano di un grande porto esattamente nel punto in cui ancora oggi si trova quello principale. Seguono i Cartaginesi, i Romani, i Vandali, i Bizantini e gli Arabi che danno nuovo impulso all'agricoltura iniziando la coltivazione del cotone, dell'ulivo e del fico e migliorando quella dell'uva. Molti dei villaggi agricoli sull'isola portano ancora il nome arabo: Khamma, Gadir, Rakhali, Bukkuram, Bugeber, Mursia. La sua posizione strategica, proprio al centro della lingua di mare chiamata Canale di Sicilia che separa l'Africa del Nord dall'italia, le vale, durante la seconda guerra mondiale, lo sguardo interessato del governo fascista che inizia a fortificarla. E per questo motivo che nel 1943, subisce intensi bombardamenti da parte degli alleati insediatisi sulle coste tunisine. L'abitazione tradizionale pantesca è il dammuso, di derivazione araba. Di forma cubica, è in conci di pietra squadrati (oggi sono solo il rivestimento esterno), il tetto, a terrazza, si alza al centro in uno o più rigonfiamenti leggermente bombati che fungono da intercapedine e permettono lo scorrimento e quindi la raccolta dell'acqua piovana. Un tempo ogni singolo dammuso costituiva un'unità abitativa ed era spesso diviso in due stanze, una per gli uomini e l'altra per gli animali. Oggi invece molti dammusi sono stati rilevati e trasformati in residenza estiva e spesso riuniti in un complesso abitativo formato da più unità. Gli abitanti di Pantelleria, tradizionalmente agricoltori più che marinai, hanno anche cercato di ovviare al problema del vento che spira fortissimo per gran parte dell'anno e che non permette la crescita di alberi d'alto fusto (anche gli ulivi qui si sono adattati e, aiutati dall'uomo, crescono rasoterra, in belle forme circolari). La soluzione sono i giardini panteschi, alti recinti in pietra. di forma circolare o quadrangolare, al cui interno vengono fatti crescere, protetti, uno o più alberi di agrumi. A volte i giardini sono addossati ai dammusi, altre volte invece sono al centro di un terreno, oasi verde suggestiva soprattutto se vista dall'alto.
GIRO DELL'ISOLA IN AUTO circuito di 40 km ca Una bella strada panoramica segue la costa.
Pantelleria - Le case del capoluogo, ricostruito senza seguire un vero e proprio piano regolatore dopo la seconda guerra mondiale, si raggruppano intorno al porto ove si eleva il Castello Barbacane, la cui origine risale forse all'epoca romana, ma che è stato demolito e ricostuito più volte fino all'aspetto attuale dovuto a Federico II di Svevia. Seguire la costa occidentale, proseguendo verso sud.
Villaggio Neolitico - Oltrepassata Mursia e le Kuddie Rosse, antichi crateri di tinta rossastra, a circa 3 km sulla sinistra si trova il sito archeologico. Tra i muretti che delimitano i campi e i massi sparsi sul terreno, si distingue solo il Sese Grande (poco oltre la cava, all'estremità di un lungo muro, proseguire a sinistra per circa 50 m. Il Sese si trova dietro una villa, sulla sinistra). E' un edificio a base ellittica e a forma di torre costituito da grandi massi di lava, circondato da un cordolo piatto che si avvolge a spirale verso la cima. Alla base si aprono dodici entrate che comunicano, attraverso un bassissimo corridoio, con altrettante camere funerarie con copertura a volta. Circondati dai loro oggetti, i defunti vi venivano tumulati in posizione fetale, con il capo a ponente. Poco oltre, Punta Fram si getta in mare con le sue rocce nere. Oltre il capo, una scala sulla destra della strada permette di raggiungere la Grotta di Satana che racchiude vasche alimentate da acque termali.
Scauri - Il villaggio, situato in alto sulla falesia, in bella posizione possiede un grazioso porto, dotato di fonti termali. Dal cimitero, si gode di una bella vista. Proseguire lungo la costa e lasciare la macchina per raggiungere a piedi Nikà.
Nikà - 30 min a piedi AR. Questo minuscolo porto di pesca è costruito in un anfratto lavico presso il quale si trovano scogli "provvisti" di fonti termali. Ripresa la strada, voltare al bivio a sinistra in direzione di Rekhale, uno dei paesi che ancora conserva vecchi dammusi e giardini panteschi. Ritornare verso la costa, che qui è alta e scoscesa. Dopo una curva, si trova il Saltalavecchia (Salto della Vecchia), uno dei punti più alti della scogliera, da dove si gode di una incredibile ed impressionante vista a strapiombo sul mare che si trova oltre 150 m più in basso (fare molta attenzione perchè il terreno è franoso).
Balata dei Turchi - Era l'approdo utilizzato dai saraceni che potevano così arrivare sull'isola indisturbati. E' una delle poche discese a mare dell'isola (un largo e piatto scoglio), protetta dal vento e quindi ricca di un'alta vegetazione, soprattutto cespugli di ginestra selvatica e pini odorosi.
Dietro l'isola - La strada offre splendide viste su questa zona costiera che essa domina in maniera vertiginosa.
Punta dell'Arco - Questo capo termina con l'Arco dell'Elefante, spettacolare arco di lava grigia che evoca, per forme e colore, la testa e la proboscide di un pachiderma.
Gadir - E' un piccolo porto di pesca dal mare "ribollente" di acque termali (in fondo al piccolo bacino del porto). Poco più lontano, sulla destra, si stacca dalla strada un sentiero che conduce al faro di Punta Spadillo. In vista del faro imboccare un altro sentiero sulla sinistra fino a delle case abbandonate. Là, salire a piedi fino alle casematte. Dietro quella bianca, scendere per un sentiero e passare tra muretti di pietra lavica. Si giunge infine al piccolissimo Lago delle Ondine. Circondato da belle falesie e magnifici ammassi di rocce vulcaniche, è una piccola vasca lavica che il mare riempie di acqua formando un piccolo specchio color verde smeraldo. Superata la bella Cala dei Cinque Denti, alla biforcazione voltare a sinistra.
Specchio di Venere - E' un incantevole lago dalle acque verdi, che, nella parte occidentale ospita una sorgente sulfurea, il nome ci riporta alla dimensione mitica. Si narra infatti che qui la dea si riflettesse per confrontare la sua bellezza con quella di Psiche, sua rivale.
L'ENTROTERRA Partendo da Pantelleria città, dirigersi verso l'aeroporto e proseguire verso Sibà Oltre questo paesino si trova la Grotta Benikulà anche chiamata Bagno Asciutto.
Grotta Benikulà (sauna naturale) - Giungendo da Sibà, non ci sono indicazioni. E' una strada sulla sinistra (le indicazioni si trovano nell'altro senso). Lasciare la macchina e incamminarsi a piedi 10 min AR. Se si vuole fare la sauna è consigliabile portare un costume da bagno ed un asciugamano. Dall'alto la vista sulla valle permette di distinguere due giardini panteschi. Nella grotta il vapore aumenta di temperatura man mano che ci si allontana dall'ingresso. Si consiglia di fermarsi all'inizio e di spostarsi verso l'interno solo quando ci si è abituati al calore, senza mai rimanere in grotta per troppo tempo.
La Montagna Grande - La strada che si addentra in direzione della Montagna Grande offre magnifiche viste sulla regione, il monte è coperto da una pineta (area attrezzata). Arrivati alla costruzione presso la quale finisce la strada, incamminarsi a piedi e superare altri due edifici (un dammuso ed una cappella). Poco oltre, sulla sinistra, una scala a gradoni di pietra conduce all'ingresso dellla Grotta dei Briganti, un'ampia cavità dalla temperatura mite scelta in passato come rifugio proprio dai "fuorilegge".
Ghirlanda - Situata nella zona orientale dell'isola, Costa Ghirlanda cela tombe senza età. Attraverso un percorso accidentato, lungo uno sterrato che rende quasi necessario l'uso di un fuoristrada (o di un cavallo), si giunge in prossimità di un boschetto di querce (sulla sinistra) che nasconde alcune tombe scavate nella roccia che la tradizione attribuisce ai Bizantini. L'escursione vale soprattutto per la bellezza di questi luoghi suggestivi.
Monte Gibele - Questo antico vulcano ormai spento, è ora una piacevolissima meta per le passeggiate. Da Rakhali continuare nell'entroterra e, al bivio, proseguire a destra fino ad un sentiero che si apre a sinistra, da percorrere a piedi. Il percorso conduce fino al cratere, oggi ricoperto di vegetazione. Lungo la strada si incontra la Favara Grande, un getto molto potente di vapore acqueo che fuoriesce, bollente, dal terreno.
GIRO DELL'ISOLA IN BARCA
E' il giusto complemento per scoprire le altre bellezze dell'isola, quelle che da terra possono sfuggire. Le rocce nere di lava contrastano con l'intenso azzurro del mare che a tratti diviene verde smeraldo. La costa si apre in piccole e deliziose calette, anfratti, grotte suggestive. Il giro in senso orario, con partenza da Pantelleria, porta a scoprire la costa nord, frastagliata ma bassa, che nella zona di Cuddia Randazzo si "arricchisce" di strane forme nere in cui si possono rawisare figure di animali e di mostri. Una serie di calette e grotte permettono soste per il bagno. Si arriva quindi al famoso Arco dell'Elefante, seguito da una serie di grotte divise da pilastri di lava. Il tratto compreso tra Punta Duce e Punta Polacca offre le grotte più belle, visitabili se si possiede un'imbarcazione di piccole dimensioni: Grotta del Duce, del Formaggio, della Pila dell'Acqua. E questa la parte più spettacolare della costa, con le pareti che si innalzano ad altezze vertiginose e faraglioni che le coronano dal mare fino all'incredibile Saltalavecchia. Si susseguono poi tratti più alti e scoscesi (come nei pressi di Scauri), e tratti invece in cui la costa si apre in scogli bassi e piatti, come nei pressi della Cala dell'Alga.
TURISMO
Qualche consiglio
Come arrivare - Il modo più veloce è quello di raggiungere l'isola in aereo (se si proviene dalla penisola o dall'estero). Esistono collegamenti diretti effettuati dall'Alitalia e da Air Sicilia da Trapani e da Palermo. Durante il periodo estivo vengono anche istituiti voli diretti da Roma e da Milano. Chi invece si trova già in Sicilia, magari nei pressi di Trapani, può optare anche per il mototraghetto che effettua il tragitto di notte all'andata (5 h 45 min ca) e di giorno al ritorno (2 h 45 min ca). Per informazioni: Siremar 0923/911104.
Informazioni turistiche - Esistono diverse associazioni, anche private, che forniscono materiale, propongono alcune combinazioni di soggiorno, si interessano dell'organizzazione della vacanza e del noleggio sia di auto che di barche. ProLoco 0923 911838: Associazione Turistica Pantelleria 0923/912948; Promozione Turistica dl Pantelleria 0923/912257.
Dove dormire - Un'esperienza da non perdere, soprattutto se si trascorre qualche giorno sull'isola, è quella di affittare un dammuso, l'abitazione tipica di origine araba, intermediari possono essere la Pro Loco e le altre associazioni turistiche.
Come muoversi - Il mezzo più semplice è quello di avere un'automobile o noleggiarne una per poter essere indipendenti e scoprire tutte le soprese che isola riserva. La strada che compie il giro dell'isola è asfaltata, ma stretta. Per le escursioni in mare è possibile noleggiare un gommone o affidarsi ad un tour organizzato. In questo caso ci si può rivolgere alla Pro Loco ed alle associazioni turistiche per avere i nominativi.
Cosa comperare - Sicuramente non è possibile lasciare l'isola senza aver acquistato almeno dei capperi e dell'ottimo Passito di Pantelleria, vino da dessert per cui l'isola è rinomata. Ci si può rivolgere sia ai negozi del centri abitati,sia ai contadini che spesso vendono i loro prodotti.


TURISMO IN SICILIA
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Sindaco Pantelleria


Salvatore Gino Gabriele, coniugato e padre di due figlie, è dirigente d’azienda. E’ stato responsabile commerciale e relazioni con le Istituzioni di una società di consulenza alla Pubblica Amministrazione. Ha costantemente dialogato con la classe dirigente italiana e in parte europea, per reperire e ottimizzare risorse finanziarie sia pubbliche che private nell’ambito di interventi finalizzati allo sviluppo locale. In particolare durante la fase di commissariamento a Pantelleria si è dimostrato un punto di riferimento importante sia per la cittadinanza sia per le forze produttive soprattutto nel dialogo con le istituzioni regionali e nazionali. E’ stato tra i protagonisti dell’attuazione del patto territoriale Pantelleria e isole Minori del Mediterraneo e di altre iniziative che riguardano le isole minori. Già amministratore delegato della I. Med, società di sviluppo Isole Favignana, Ustica e Pantelleria, in passato si è anche occupato di relazioni esterne in una società per la gestione dei rifiuti solidi urbani in Sicilia. E’ stato componente della commissione tecnica dell’ANCIM (Associazione Nazionale Comuni Isole Minori) della Regione Siciliana. Nelle elezioni del 15 e 16 maggio è stato eletto con una schiacciante maggioranza sindaco di Pantelleria.Contatta il Sindaco: 0923 695029

lunedì 29 dicembre 2008

Migranti

Inevitabilmente parlando di migranti mi torna in mente quando 45 anni fa la mia famiglia si è trasferita al nord, ricordo i racconti dei miei genitori sulle difficoltà a trovare un abitazione,non tutti i lombardi erano propensi ad affittare a meridionali. Le difficolta di chi proveniva da una città come Palermo e si trovò in un piccolo centro di provincia.Molti parlano di integrazione io mi trovai finite le scuole dell obbligo dove mi trovavo insieme ai lombardi, a cercare la compagnia di coetanei provenienti dal sud che parlavano la mia lingua,con la maturità i miei orizzonti si sono allargati molti conoscienti e amici
sono del nord e del centro italia,mi sono abituato a non escludere nessuno a prescindere ciò mi ha dato un dono; mia moglie anche lei migrante proviene dall Ecuador. Spero che questo post sia utile

Lampedusa

http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=74628 http://www.lampedusaonline.com/














Oggi è piu nota per gli sbarchi dei disperati che per la sua bellezza LampedusaNel gruppo delle Pelagie (dal greco pelàghia:Isole d’alto mare)con i suoi 20,2 Kmq e un perimetro di 26 Km è lunga (da est a ovest 8,9 Km.) larga (da Nord a Sud 3,5 Km. Nel suo punto massimo 1,1 Km. Nel punto minimo).Il punto più alto sul livello del mare è Albero Sole circa 133 m. e il punto più basso è 2 m.E’ la più grande dell’arcipelago di cui fanno parte anche Linosa 5,3 Kmq con un perimetro di 11 Km. Larga (da Nord a Sud 3,5 Km. Nel suo punto massimo e 2,7 nel punto minimo) Lunga (da Est a ovest 3,3 Km). Il punto più alto di Linosa è Monte Vulcano 195 m. Lampione ,disabitato: superficie 1,2 Kmq,perimetro 1,8;larga(da Nord a Sud 360 m) lunga (da Est a Ovest 700 m), il suo punto più alto è 36 m. Distanze:Tra Lampedusa e Linosa vi sono 21 miglia marine pari a 38,8 Km; tra Lampedusa e Lampione 10 Miglia Marine pari a 18,5 Km. Tra Lampedusa e la Sicilia (Porto Empedocle) 205 Km; e la Tunisia (Ras Kaboudja) 167 Km, dalla Libia (Tripoli 355 Km) e da Malta (Punta Delimara) 220 Km. La posizione geografica dell’isola è:35° 30’ (Capo Maluk a S) a 35° 34’ (punta Albero Sole a N) di latitudine N; da 12° 30’ (Capo Ponente a W) a 12° 40’ (Punta Parrino a E) di Longitudine E. L’arcipelago è racchiuso all’interno di un triangolo scaleno del perimetro di 102Km per un 'area complessiva, all’interno del mediterraneo, di 882 Kmq all’interno delle seguenti coordinate:35° 29 ' 00” e 35° 52’ 00” di latitudine N; 12° 20’ 00” e 12° 53’ 00” di longitudine E.

Andrea finocchiaro Aprile



http://www.youtube.com/watch?v=_KdfoRrUpo8&hl=it

beato Gerardo Cagnoli




Nato a Valenza Po, in Piemonte, verso il 1267, dopo la morte della madre, avvenuta nel 1290 (il padre era già morto), il Cagnoli abbandonò il mondo e visse da pellegrino, mendicando il pane e visitando i santuari. Fu a Roma, a Napoli, a Catania e forse ad Erice (Trapani); nel 1307, colpito dalla fama di santità del francescano s. Ludovico d'Angiò, vescovo di Tolosa, entrò nell'Ordine dei Minori a Randazzo in Sicilia, dove fece il noviziato e visse per qualche tempo. Dopo avere operato miracoli e edificato quanti lo conobbero con l'esempio della sua santa vita, il Cagnoli morì a Palermo il 29 dicembre 1342. Secondo L. Lemmens, il beato sarebbe stato inserito in un catalogo di francescani illustri per santità di vita redatto verso il 1335, cioè mentre egli era ancora vivo.Il suo culto, diffusosi rapidamente in Sicilia, in Toscana, nelle Marche, in Liguria, in Corsica, a Maiorca e altrove, fu confermato il 13 maggio 1908. Il corpo si venera a Palermo, nella basilica di S. Francesco, mentre la festa cade il 29 dicembre.

denise

appello di piera maggio

domenica 28 dicembre 2008

salemi tp











Salemi (C.A.P. 91018) dista 134 Km. da Agrigento, 204 Km. da Caltanissetta, 326 Km. da Catania, 239 Km. da Enna, 337 Km. da Messina, 78 Km. da Palermo, 270 Km. da Ragusa, 351 Km. da Siracusa, 35 Km. da Trapani alla cui provincia appartiene. Foto, mappe e cartine stradali di Salemi
Turismo: Il Collegio dei Gesuiti
Gastronomia: La cucuzzata
Editoria e musica: Salemi: Storia, Arte, Tradizioni (video), Salemi: luogo di delizia (video), Perle di Sicilia
Prodotti locali e artigianato: Conserve di pomodoro
Trasporti: Linee aeree, marittime, ferroviarie e autostradali
Altre aziende locali
I cognomi locali
Mailing List
Il comune conta 12.058 abitanti e ha una superficie di 18.160 ettari per una densità abitativa di 66 abitanti per chilometro quadrato. Sorge in una zona collinare, posta a 446 metri sopra il livello del mare.
Il municipio è sito in piazza Dittatura, tel. 0924-991111 fax. 0924-981663. L'indirizzo di posta elettronica è il seguente: salemia@tin.it.
Importante nodo sulle principali vie di comunicazione territoriale e vivace centro agricolo; tra i suoi prodotti segnaliamo: prodotti caseari, ortaggi, grano, agrumi, vino, uva da mosto e da tavola. Sono presenti anche allevamenti di ovini e bovini.
Foto © 2000 Affinità Elettive
La cittadina è posta in bella posizione in mezzo a coltivazioni di vigne e sorge sul probabile sito dell'antica Halicyae, d'origine sicana o elima. Deve il suo nome agli arabi che la chiamarono Salem (pace, salute). Il centro si andò espandendo in età normanna, in tale periodo venne eretto il noto Castello. Un momento importante nella storia di questa città fu il 14 maggio 1860, quando Garibaldi con un proclama annunciò di prendere posseso dell'isola in nome di Vittorio Emanuele II di Savoia.Il centro fu gravemente danneggiato dal terremoto del Belice del 1968.
Nel settore monumentale ricordiamo il Castello di forma trapezoidale con le tre torri angolari, una cilindrica e due quadrate; il Duomo distrutto dal sisma che è stato ricostruito tra il 1615 e il 1764; la Chiesa del Collegio, divenuta Chiesa Madre, ricostruita e ampliata dal gesuita V.Cascio.
Di grande interesse e suggestione sono le feste dei pani, in occasione della festa di S. Biagio e S. Giuseppe, dove i pani assumono le forme più strane e complicate e vengono preparati da tutta la popolazione

Vittorio Sgarbi


Che Vittorio Sgarbi, laureato in http://www.google.com/url?q=http://www.youtube.com/watch%3Fv%3D1se9guV8I7g&sa=X&oi=video_result&resnum=5&ct=thumbnail&usg=AFQjCNFxfKhOhyB7qZEHDi4D51F3felHHQhttp://www.windoweb.it/guida/letteratura/biografia_vittorio_sgarbi.htm#Vittorio Sgarbi libri3D1se9guV8I7g&sa=X&oi=video_result&resnum=5&ct=thumbnail&usg=AFQjCNFxfKhOhyB7qZEHDi4D51F3felHHQfilosofia, debba gran parte della sua notorietà più alle bagarre televisive piuttosto che alle sue profonde conoscenze dell'arte, è un fatto incontestabile, anche se fastidioso da ammettere.

Tutto nasce con le frequenti apparizioni al Maurizio Costanzo Show, di cui è ogni volta mattatore implacabile del qualunquismo e della superficialità altrui.

Si definisce un "polemista" e lo è sicuramente, applicando alla polemica non solo la sua incontenibile irruenza, ma tutta la sua lucidità e cultura. Sgarbi non parla mai a vuoto o senza cognizione di causa. Ogni sua critica o apprezzamento ha sempre una profonda analisi limpidissima alla base.

Difende il suo modello dicendo che è positivo perché sposta l'aggressività dalla dimensione "bellica" a quella "dialettica".

In Sgarbi è giusto riconoscere, al di là degli aspetti ruvidi o sgradevoli del narcisismo evidente, una splendida intelligenza e si sa che questa dote fa perdonare molti difetti, visto che è merce assai rara!

Sgarbi viene eletto come deputato del parlamento italiano dal 1992.

La sua vera passione e il suo grande valore lo mostra nella competenza artistica, in veste di critico e storico dell'arte e come scrittore d'arte.

Le sue spiegazioni televisive delle opere d'arte sono un esempio rarissimo di grande capacità di trasmettere emozioni e insegnare a "leggere" nelle opere tutto ciò che l'artista esprime.

Infine non si può pensare a Sgarbi senza accennare alla sua grande passione-debolezza per il genere femminile.

In lui si ravvisano tutti i connotati di un moderno Casanova, affascinato dalla bellezza femminile e ampiamente corrisposto da un gran numero di donne che stravedono per lui.http://www.vittoriosgarbi.it/ http://cultura.blogosfere.it/2008/07/vittorio-sgarbi-sindaco-di-salemi-assessore-al-nulla-il-futurista-cecchini-con-alain-elkann-oliviero.html http://www.vittoriosgarbi.it/

sabato 27 dicembre 2008

Poveri Garibaldini

depretis
garibaldini

Sono state riscoperte le suppliche dei ''garibaldini'' che parteciparono alla Spedizione dei Mille nel 1860, accompagnate dalle lettere di raccomandazione che Agostino Depretis (1813-1887), allora capo della Sinistra storica in Parlamento, rivolse al governo del neonato Regno d'Italia affinche' elargisse sussidi economici ai superstiti del corpo di volontari che al comando di Giuseppe Garibaldi sbarco' in Sicilia occidentale e conquisto' l'intero Regno delle Due Sicilie. Trenta lettere autografe firmate da Depretis, tutte scritte nel 1862 e relative all'episodio piu' famoso del Risorgimento, saranno battute dalla casa d'aste Bloomsbury a Roma mercoledi' 18 giugno con una stima intorno a 1.600 euro.Nella missiva del 17 aprile 1862 Depretis, che due anni prima era stato nominato da Garibaldi dittatore pro-tempore della Sicilia, raccomandava al segretario del ministero degli Interni l'istanza di tre garibaldini per un sussidio; lo pregava altresi' di mandare mille lire per soccorrere le famiglie di due maggiori garibaldini morti in battaglia. Di notevole interesse storico la lettera del 28 aprile del 1862, nella quale Depretis informava il segretario degli Interni di essere "letteralmente e quotidianamente assediato da garibaldini e specialmente dai Mille che chiedono soccorso e pane". L'allora ministro dei Lavori pubblici scrisse quindi al presidente del Consiglio Urbano Rattazzi pregandolo di "prendere un provvedimento anche provvisorio per questi due o trecento superstiti di mille". In attesa di una risposta dal presidente del Consiglio, Depretis pregava il segretario degli Interni di fargli il piacere di "disporre alcune centinaia di franchi" per cinque volontari garibaldini, di cui forni' i nominativi. Toccante e sofferta la lettera del 10 maggio 1862 in cui dichiarava di "doversi scaricare la coscienza" raccomandando al segretario "tre poveri infelici, che fecero parte della spedizione di Marsala e che ora versano in bisogni urgentissimi". Lo pregava di dare un sussidio di un centinaio di lire a ciascuno: "Le loro sofferenze ti assicuro che mi riescono intollerabili".

Raffadali ag.


http://www.google.com/url?q=http://www.youtube.com/watch%3Fv%3DbbX3HcXZ4vk&sa=X&oi=video_result&resnum=9&ct=thumbnail&usg=AFQjCNGVfSR__XVbyr-jUQPp0GvHOVc64w





CONOSCERE RAFFADALI

Stemma

Storia

Archeologia

Monumenti

Luoghi di culto

Feste e tradizioni

Economia

Luoghi da visitare

Come eravamo Raffadali si trova in provincia di Agrigento, a 420 metri sul livello del mare, in una posizione di dominio sulla Valle del Drago. La citta' raccoglie piu' di 14.000 abitanti.
L'economia cittadina si basa principalmente sull'agricoltura ed il settore terziario.Dal punto di vista storico, occorre ricordare che nell'undicesimo secolo il casale di Rahal ed il territorio pertinente sono ceduti alla nobile famiglia di Girolamo Montaperto che ne mantenne la signoria fino alla fine della feudalita'.
Dal punto di vista folcloristico, le manifestazioni cittadine piu' importanti riguardano il Carnevale con la sfilata dei carri e la Pasqua che prevede le drammatizzazioni degli ultimi momenti della vita di Gesu'.
Dal punto di vista naturalistico occorre precisare che nei dintorni cittadini si trovano delle localita' montuose interessanti non solo dal punto di vista naturalistico, appunto, ma anche archeologico. Si sta parlando del Monte Guastanella - alto 602 metri, con un cono formato da roccia gessosa e caratterizzato dalla presenza di grotte e tombe preistoriche -, il Monte Giafaglione - alto 674 metri e caratterizzato da estensioni di mandorli e case sparse -, il Cozzo d'Oro - alto 512 metri -, il Monte Banco - alto 526 metri - ed il Monte Grotticelle - alto 636 metri -.
Dal punto di vista culturale, infine, la citta' di Raffadali va ricordata per la Chiesa Madre intitolata alla Madonna degli Infermi - elevata ad arcipretura nel 1574, con un interno a tre navate e contenente, tra l'altro, un sarcofago d'eta' romana formato, tra l'altro, "Il Ratto di Proserpina" - ed il Palazzo del Principe.


Gastronomia e prodotti tipici

Cittadini illustri


Beato Francesco Spoto Sacerdote e martire
27 dicembre
Raffadali, Agrigento, 8 luglio 1924 - Erira, Congo, 27 dicembre 1964
Nato l'8 luglio 1924 a Raffadali in provincia di Agrigento, nel 1936, Francesco Spoto entra nel seminario dei padri Bocconisti a Palermo e il 22 Luglio 1951 viene ordinato sacerdote dal cardinale Ernesto Ruffini. Nel Capitolo generale del 1959, ad appena 35 anni, i confratelli lo eleggono superiore generale. Il 4 Agosto 1964 si reca a Biringi, nello Zaire, nella missione aperta tre anni prima, per visitare i suoi fratelli, ma viene sorpreso dalla rivoluzione dei «Simba» e il 3 dicembre è catturato insieme a quattro missionari. Padre Spoto riesce ad evadere e, a piedi nudi ed esausto dopo per aver vagato tutto un giorno in mezzo nella boscaglia si inginocchia e prega: «Signore, ti offro la mia vita, ma salva i miei confratelli». Muore il 27 dicembre 1964 a soli 40 anni, in seguito ai maltrattamenti subiti dai «Simba» mentre i tre confratelli, si salvavano. Le sue spoglie vengono portate in Italia e dal 1987 si trovano nella chiesa «Cuore Eucaristico di Gesù» a Palermo. Lo scorso 21 aprile è stato proclamato beato. (Avvenire)

venerdì 26 dicembre 2008

santo stefano di camastra

http://www.youtube.com/watch?v=w1kV4hwt2sM&hl=it
SANTO STEFANO DI CAMASTRA

Quasi al confine tra le province di Messina e Palermo, a soli 70 metri sul livello del mare, sorge Santo Stefano di Camastra, meglio conosciuto come “il paese delle ceramiche”. Una cittadina molto caratteristica, unica nel suo genere. Per le vie, piene di negozi, è possibile ammirare ovunque ci si volti: vasi, piatti, mattonelle, applique, mosaici, souvenir, tutto realizzato nella raffinatissima e coloratissima ceramica stefanenze. Le maioliche delle piazze, i numeri civici delle case, le insegne ed i pavimenti dei locali, tutto in ceramica, fungono da cornice alla peculiare cittadina. Nel comune, su richiesta, è possibile visitare i laboratori privati d'alcuni ceramisti e la scuola d'arte per la ceramica. Da visitare: il Duomo, costruito nel 1685, contenente bellissime statue e dipinti del '600 e del '700; la Chiesa di Maria SS. Della Catena, contenente la tomba del Duca di Camastra, il Palazzo Sergio, sede del Museo della Ceramica ed il Palazzo Armao, con all'esterno frontoni neoclassici e decorazioni in ceramica. Da non perdere la festa della patrona, Santa Cecilia, il 22 Novembre; il Pellegrinaggio al Letto Santo e la festa dell'Addolorata, nella terza Domenica di Settembre.

giovedì 25 dicembre 2008

auguri

AUGURI DI BUON NATALE A TUTTI GLI UOMINI CON VOLONTA DI BENE CHE IL REDENTORE NASCA NEI VOSTRI CUORI

domenica 21 dicembre 2008

capo d orlando




negli scorsi giorni ho ricevuto una segnalazione da altraSicilia sulle vicende dell orlandina basket legate sembra alla rimozione da parte del sindaco nonche presidente della squadra,della targa di Garibaldi. Avrei voluto esprimere la mia solidarietà a Roberto Vincenzo Sindoni,Garibaldi non mi è mai stato simpatico e alla squadra ma altre questioni legate a questo sindaco mi hanno lasciato http://video.google.it/videoplay?docid=-3012546631598231876&ei=ZoFPSbuzO6j22wLDismVDQ&q=orlandina+basket&hl=ithttp://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Sindoni3012546631598231876&ei=ZoFPSbuzO6j22wLDismVDQ&q=orlandina+basket&hl=itperplessohttp://sport.sky.it/sport/basket/2008/09/20/napoli_capo_dorlando_escluse_serie_a.html.http://archiviostorico.corriere.it/2002/maggio/08/Spariscono_fascicoli_archiviata_inchiesta_contro_co_0_0205087592.shtml

sabato 20 dicembre 2008

presepi


http://video.google.it/videoplay?docid=8509062361240717569&ei=sPRMSd7bIZjY2gLxvZTSBQ&q=presepi+siciliani&hl=it




















IL NATALE


La festività del Natale ha un ruolo importante nella religione cristiana e può esser vista sotto vari punti di vista, da quello religioso, storico, folcloristico a spunto per espressioni artistiche di alto valore.

La data del Natale è stata fissata dalla Chiesa il 25 dicembre, in coincidenza con altre feste pagane quali quella dedicata al dies natalis Solis Invicti - il dio Invincibile - ed i Saturnalia, perchè nei Vangeli canonici, contrariamente con quello che avviene per la Pasqua, cioè il fulcro della Cristianità visto che rappresenta la Passione, non si hanno indicazioni certe sulla data di nascita di Gesù Cristo.

A tali ricorrenze pagane che ancor oggi lasciano trasparire alcune reminescenze nella festa cristiana - ci si riferisce, ad esempio, allo scambio dei doni ed alla decorazione degli edifici, aspetti simili ad elementi costitutivi dei Saturnalia - si aggiunge il legame della data natalizia prescelta con altre ricorrenze, a partire dal solstizio d'inverno in prossimità del Natale e la similitudine con altre ricorrenze religiose come la nascita di San Giovanni Battista il 24 di giugno - data del solstizio estivo - e la data dell'Annunciazione che ricorre il 25 marzo.

Tra i primi documenti che attestano le celebrazioni natalizie effettuate il 25 dicembre occorre citare un calendario redatto a Roma nel 336 che fa ricadere la nascita di Gesù Cristo proprio in questa data.

Altri elementi rilevanti legati alla festività natalizia riguardano il contesto storico in cui si colloca la nascita di Gesù Cristo: la Palestina, luogo di nascita del Dio cristiano, era la patria degli ebrei che al tempo attendevano più che mai di ottenere una vera e propria libertà come nazione grazie all'avvento di un Messia.

IL PRESEPE

Il Natale è sempre stato un tema ricorrente nelle varie rappresentazi artistiche come la pittura. In effetti, la Natività è stata rappresentata, ad esempio, in alcuni esemplari di pittura sul vetro presenti in collezioni private.

Rappresentazione iconografica per eccellenza del Natale è il Presepe che assume il duplice scopo di esemplificaze gli sviluppi della società che l'ha prodotto nonchè esprimerne il sentimento religioso. Gli elementi costitutivi di tale simbolo natalizio traggono la loro origine non solo dai Vangeli Canonici, ma anche da quelli apocrifi non accettati dalla Chiesa in quanto non rientranti completamente nell'ortodossia e dalle espressioni iconografiche che incominciarono a svilupparsi proprio in concomitanza con la nascita del Cristianesimo.
La tradizione ci tramanda che la prima rappresentazione italiana del Presepe si ebbe grazie a San Francesco d'Assisi lo stesso anno che ottenne dal Papa Onorio III l'approvazione della regola francescana, cioè il 1223, mentre i diffusori di questa tradizione in Sicilia furono i Gesuiti.
Ogni elemento costitutivo del Presepe ha un valore simbolico, a partire dalla ricostruzione del villaggio agro-pastorale povero e della grotta in cui nacque il Redentore. Quest'ultima rappresenta il rifiuto attuato dalle strutture urbane tradizionali di accogliere il Redentore e l'accoglienza data, invece, dal mondo povero dei pastori, espressione della genuinità della loro fede reale, ancor oggi simbolo del reale spirito natalizio.
La rappresentazione è arricchita da elementi che richiamano alla mente l'Oriente, come l'arrivo dei tre Re Magi per rendere omaggio al nuovo Dio, personaggi guidati nel loro viaggio dalla stella cometa che illumina la loro strada, evento che va a sottolineare la supremazia del culto occidentale sugli altri e del potere divino su quello terreno.
Anche la stella cometa appena citata ha il suo valore simbolico all'interno del Presepe: la sua presenza visibile o semplicemente accennata dall'indicazione da parte di uno dei personaggi del Presepe si ricollega alla credenza popolare che la nascita di grandi personaggi è sempre accompagnata da grandi eventi celesti. Anche se è chiaro il significato simbolico di guida ed annuncio dell'arrivo della Divinità, l'origine della stella ha creato varie congetture. Tra esse, una delle più famose ricollega la cometa cristiana a quella di Halley il cui passaggio nei cieli pare attestato sin dal 241 A. C. da alcuni testi orientali. Tale tesi è stata confutata dal fatto che l'apparizione ciclica della cometa nei cieli terrestri si verifica ogni 76 anni ed in base ai calcoli effettuati si presume che essa sia passata circa sei anni prima della nascita di Cristo.
Tra i personaggi preponderanti del Presepe ci sono, ovviamente, i genitori terreni di Gesù Bambino. La loro rappresentazione ha subito variazioni nel corso dei secoli visto che originariamente la Vergine era rappresentata in modo disteso accanto alla mangiatoia che accoglieva Gesù Bambino; successivamente i genitori terreni di Gesù sono stati rappresentati in maniera eretta, cioè in ginocchio o in piedi.
Nonostante tali cambiamenti rappresentativi, spesso legati a questioni strettamente teologiche spesso riferibili a Concili, la Sacra Famiglia resta sempre il fulcro di questa rappresentazione.
Anche il bue e l'asino hanno un ruolo rilevante nel Presepe: essi simboleggiano lo stretto legame d'amicizia tra il Redentore ed il mondo animale.


I PRESEPI DI SICILIA

Il Presepe ha sempre occupato un posto d'onore nelle rappresentazioni sacre in Sicilia. Nell'isola tale rappresentazione si discosta in parte da quella tradizionale presente ad esempio a Napoli - le figure che lo compongono sono di dimensioni inferiori rispetto alla classica unità di misura napoletana e molto spesso il paesaggio che lo accoglie è quello montano, differente da quello urbano riscontrabile nel Presepe Napoletano -, ha tra i suoi elementi costitutivi un forte senso del drammatico e presenta delle caratteristiche tipiche come le decorazioni che sfruttano rami d'arancio e di mandarino e fichi d'india.

Il culto di rappresentare il Presepe con varie statue tridimensionali realizzate sfruttando vari materiali come il legno, l'oro, l'argento, l'avorio ed il corallo si sviluppò in Sicilia all'interno delle Chiese a partire dal XV secolo. Una sua massiccia divulgazione si verificò a partire dall'Ottocento quando il Presepe uscì dagli ambienti esclusivamente ecclesiastici per entrare anche nelle case delle famiglie di tutte le estrazioni sociali.
Parlare della presenza del Presepe in Sicilia vuol dire anche ricordare l'antica usanza di realizzare vari "Bambinelli" sfruttando la duttilissima cera. L'usanza di utilizzare questo matreriale iniziò nel XIV secolo e successivamente i "Cirari" si specializzarono nelle produzioni tipicamente natalizie, a partire soprattutto dai già citati "Bambinelli" in cera e delle "Scaffarate", cioè la rappresentazione della Natività posta su una specie di bacheca a vetri, esposta durante tutto il periodo natalizio, conservata gelosemente durante il resto dell'anno e tramandata di generazione in generazione. Tra gli artigiani che utilizzarono la cera per la rappresentazione del Presepe occorre citare il nome di Anna Fortino [1673-1749], di cui si ricorda un Presepe in cera regalato a Filippo V di Spagna, e quello di Giovanni Rosselli - il Museo Nazionale di Messina, sua città natale, conserva un suo Presepe in cera con una datazione attribuibile all'inizio del 1700.


Tra gli esempi più rappresentativi dei vari Presepi custoditi in Sicilia si possono citare quelli presenti, ad esempio, nella provincia ragusana, a partire dalla lunetta cuspidiata realizzata utilizzando il calcare duro e presente nella parete esterna sinistra della Chiesa intitolata a Santa Maria di Batlem a Modica. Essa risale al XV-XVI secolo, è denominata "La Lunetta del Berlon" e rappresenta in maniera molto semplice e popolare la Natività. Da citare, inoltre, altri due bassorilievi realizzati in stucco, risalenti al XVIII secolo e visibili nella Chiesa della Santissima Annunziata ad Ispica.

All'interno della già citata Chiesa Santa Maria di Betlem presente a Modica, si può ammirare un Presepe dalle dimensioni monumentali commissionato ad una prestigiosa fabbrica di Caltagirone. Gli artisti-artigiani scelti per la realizzazione del lavoro furono tre. Il primo da ricordare è fra Benedetto Papale Minimo, chiamato per la realizzazione del paesaggio del Presepe. L'artista realizzò il suo lavoro utilizzando materiali locali, a partire dalla roccia calcarea del Salto ed il legno di quercia e di carrubbo e riproducendo parti dei quartieri vicini alla Chiesa, a partire dal quartiere Sbalzo.
Giovanni Vaccaro Bongiovanni fu il secondo artigiano interpellato per la creazione di alcuni personaggi realizzati in varie misure, alcuni dei quali da porre nelle parti più estreme del Prepese.
Infine, all'artigiano Giacomo Azzolina fu affidato il compito di realizzare le figure della Madonna, di San Giuseppe, degli Angeli, dei Magi con il loro seguito, il bue e l'asino da porre nella grotta e la scena dell'estasi del profeta Elia, lavoro che l'artista realizzò con la tecnica del panneggio con foglie d'argilla creata dal Bongiovanni.

Un altro esempio di Presepe siciliano si trova nella cittadina barocca di Scicli, in provincia di Ragusa. Da un atto notarile risalente al 1576 si evince che ad uno scultore, del quale purtroppo si sconosce l'identità, fu commissionato il compito di realizzare dei pastori per un Presepe da porre all'interno della Chiesa cittadina intitolata a San Bartolomeo.
Purtroppo a causa dei danni prodotti da un terremoto che danneggiò notevolmente il tempio cristiano originario tanto da dover esser sostituito da quello attuale per mancanza di una completa documentazione, non si hanno elementi certi sulle dimensioni di tale Presepe. Inoltre, il Presepe ha subito, nel corso dei secoli, varie ristrutturazioni e restauri. Attualmente si possono ammirare alcune statue in legno dipinto alte circa un metro e mezzo.


Anche Catania e la sua provincia offrono la possibilità di ammirare innumerevoli Presepi che meritano d'esser ammirati.
Primo esempio del Presepe catanese da ricordare è quello d'origine settecentesca di proprietà del barone Scamacca. I personaggi che lo compongono sono realizzati utilizzando un particolare impasto, "la pastiglia", e rifiniti con coloranti resinosi. I vari personaggi che lo compongono e che si dirigono verso la santa grotta sono suddivisibili in due gruppi distinti: il gruppo di personaggi di colore che provengono dall'Oriente e quelli d'origine locale, cioè i contadini ed i pastori.
Altro esempio suggestivo della Natività è rappresentato dal presepe settecentesco costituito da una trentina di personaggi presente ad Acireale, sempre in provincia di Catania.
I personaggi sono realizzati a grandezza naturale ed indossano dei costumi curati; i loro volti di cera colorata lasciano trasparire chiaramente i loro sentimenti nell'accostarsi all'evento sacro.
Tale rappresentazione è accolta in un ingrottamento lavico al quale è legata una storia particolare. In un giorno di fine estate del 1741 il sacerdote Don Mariano Valerio, di ritorno da un pellegrinaggio, fu costretto a ripararsi in un anfratto lavico a causa di un violento temporale. Qui ebbe l'idea di realizzare nello stesso luogo una grotta simile a quella presente a Betlem. A distanza di circa dieci anni, esattamente per la notte della vigilia del 1752, si poteva ammirare il tempio "Sancta Maria ad Praesepe". Tra i successori del canonico fondatore che continuarono la sua opera si deve ricordare Don Pasquale Abete Pennisi perchè ebbe il merito di ampliare la Chiesa, di far edificare la facciata e di far realizzare la volta in pietra pomice. Inoltre, egli commissionò a cartoplasti locali la realizzazione di nuovi personaggi per arricchire il Presepe.


Anche la città di Caltagirone è coinvolta a pieno titolo nelle manifestazioni natalizie. Qui, nell'incanto aristocratico barocco della città della ceramica, si possono ammirare vari Presepi, a partire da quello monumentale posto nella cripta dei Cappuccini e quello che si realizza lungo la scala di Santa Maria del Monte.

La realizzazione dei vari personaggi del Presepe è diventata per i celebri ceramisti della città una vera e propria tradizione: le prime realizzazioni risalgono all'arco di tempo a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento e col tempo questa attività è diventata una vera e propria scuola.
A Caltagirone la secolare tradizione della realizzazione dei Presepi conta esperti ceramisti del passato del calibro di Giacomo Bongiovanni e di suo nipote Giuseppe Vaccaro, artisti che vanno ricordati perchè hanno creato la tradizione gloriosa che ha reso famosa la città. Il Bongiovanni aprì la sua bottegha alla fine del 1700 ed il suo stile si distingue soprattutto per l'utilizzo dell'argilla.
Un esempio dell'arte di un altro famoso ceramista del passato, Francesco Bonanno, è un Presepe costituito da soli dieci personaggi vestiti con abiti orientaleggianti che in parte si discosta dal modello tramandato dal Bongiovanni; la grotta e le rocce attigue sono realizzate sfruttando terracotta colorata.
Il Presepe in questione è racchiuso in una custodia in legno ed è poco noto agli studiosi perchè è una proprietà privata che per molti anni è rimasta chiusa.


Trapani conta una lunga tradizione per la realizzazione dei Presepi. Tra i materiali più usati in questa provincia per queste rappresentazioni sacre rientra il corallo. Tra gli artigiani trapanesi più famosi del passato che hanno determinato la nascita della gloriosa tradizione trapanese della realizzazione di Presepi occorre ricordare Giovanni Antonio Matera. Le sue produzioni hanno caratteristiche barocche e piacquero sia ai nobili che alla gente comune. La sua produzione fu molto apprezzata ed imitata e può esser ammirata, ad esempio, al Museo Nazionale di Trapani, al Museo Etnografico di Palermo e al National Museum di Monaco.

LE NOVENE, LE RAPPRESENTAZIONI DRAMMATICHE
E LE TRADIZIONI DEL NATALE IN SICILIA

Tra le altre tradizioni natalizie non si può fare a meno di parlare delle tradizioni canore e musicali e le rappresentazioni drammatico-musicali che hanno il compito di celebrare al meglio la Festività. Le tradizioni musicali e drammatiche passate legate al Natale riguardano temi sacri come l'Annunciazione, la Nascita e la Fuga in Egitto e vanno a ricollegarsi a tradizioni popolari spesso inglobate in strutture ufficiali dalla Chiesa. Tra le rappresentazioni più antiche e note si può ricordare, ad esempio, la vicenda dei cantori ambulanti siciliani che furono riuniti in congregazione dall'intervento ecclesiastico per diffondere il culto religioso tra il popolo.


Attualmente in Sicilia, per il periodo natalizio, si possono assistere a varie novene, spesso commissionate da committenti privati ed eseguite all'interno delle loro abitazioni in prossimità del Presepe oppure all'esterno nei pressi di edicole votive.

Tra le novene natalizie siciliane più caratteristiche occorre ricordare quella che si effettua a Longi, in provincia di Messina, che prevede l'esecuzione di caratteristici canti dialettali natalizi.


Anche altre città isolane prevedono particolari manifestazioni musicali natalizie come Monreale - Pa - dove svolgono la loro attività gli zampognari - cantori richiesti per un periodo natalizio allargato che va dall'Immacolata alla ricorrenza dell'Epifania. Anche a Licata - Ag - gli zampognari sono richiestissimi in tutto il periodo natalizio. Una grossa differenza tra le due città sta nel diverso strumento utilizzato per la ricorrenza: a Monreale si utilizza la zampogna a chiave, poco diffusa in Sicilia, mentre a Licata si utilizza quella di tipo "a paio".


Il Natale ha anche altre tradizioni popolari. In passato, il posto d'onore delle decorazioni natalizie non era affidato all'attuale abete il cui uso ci è stato tramandato da lontane tradizioni nordiche, ma ad altre piante, a partire dai ramoscelli di mirto a quelli dell'albero del nocciolo che, per tradizione, ha avuto l'onore di cullare Gesù Bambino.

Probabilmente la pianta che più di ogni altra è presente nelle case in occasione delle festività natalizie per le varie decorazioni è il vischio. Sin dai tempi più remoti a questa pianta parassita che cresce attecchendo nei rami di altre piante sono state riconosciute alte proprietà medicinali. Una consuetudine nordica che da qualche anno si è diffusa in molti Paesi vuole che regalare dei ramoscelli di questa pianta all'inizio dell'anno è di buon augurio.


Da citare l'abitudine popolare di prevedere il clima che si succederà durante l'anno che sta per arrivare attraverso le "candelore di Natale": ai 12 giorni che precedono il Natale, esattamente dal 13 al 24, è affidato il ruolo di rappresentare un mese dell'anno, così il clima che si ha quel determinato giorno sarà quello del mese da esso rappresentato.


LA GASTRONOMIA DI NATALE

Rientra a pieno titolo nelle caratteristiche tradizioni popolari natalizie della Sicilia anche la secolare tradizione culinaria. Per l'occasione l'estro culinario siciliano si esplica nella realizzazione di ricchi piatti che evidenziano la festa in corso e la bravura culinaria di chi la prepara e principalmente in svariati e succulenti dolci dal sapore genuino tipico degli ingredienti naturali utilizzati, tradizione che risente della concorrenza industriale degli altrettanto classici panettoni e pandori ma che non cenna ad ecclissarsi.
Tra i dolci tipici natalizi realizzati in Sicilia non si può fare a meno di citare la "cobaita" prodotta con l'utilizzo principale del miele al quale possono esser aggiunti semi di sesamo, noci oppure mandorle, i "Nucatoli" - dei biscotti contenenti un impasto costituito da mandorle e pistacchi tritati uniti alla cannella - altri tipici biscotti come i "Cosi Chini", contenenti un ripieno di fichi secchi e mandorle, il "buccellato", altro tipico dolce natalizio siciliano contenente un ripieno composto da fichi secchi, uva passa, mandorle, noci, pinoli, bucce d'arancia candite e zucchero ed il classico torrone.

Tra gli altri piatti tipici del periodo natalizio non si può non citare lo "sfincione", una sorta di pasta di pane condita con sarda, cipolla, fomaggio ed olio; questa ricetta è tipica della zona del palermitano.

I FESTEGGIAMENTI NELLE PROVINCE SICILIANE

Un aspetto interessante del Natale che merita un certo approfondimento riguarda i vari festeggiamenti che si attuano in tutta la Sicilia. La religiosità isolana è una delle caratteristiche preponderanti che difficilmente passano inosservate all'occhio del visitatore attento. La festa è sempre stata e sempre sarà l'occasione per allontanarsi dalle consuetudini, per abbandonare le fatiche quotidiane e dedicarsi allo straordinario, per avvicinarsi al Santo in cerca di conforto e di possibili guarigioni.

La religiosità popolare, inoltre, lega il sacro al profano, come si nota nell'unione tra il culto a manifestazioni profane come giochi pirotecnici e spettacoli vari come la presenza di bande musicali e decorazioni sfarzose.


Alcune delle manifestazioni più esagerate del passato oggi sono state ridimensionate ed altre eliminate, come alcune processioni notturne che molto spesso erano più un'occasione di divertimento e non di devozione, per non perdere il reale valore della festa.


Il Natale è la festa per eccellenza perchè è in grado di riunire le persone, perchè è la festa adatta a riconciliarsie per riscoprire i sentimenti della pace e dell'armonia.


Quasi tuti i paesi rientranti nella provincia di Agrigento sono in fermento durante il periodo natalizio per commemorare degnamente la nascita di Gesù Cristo. I festeggiamenti che si attuano in queste zone sono suddividibili in due momenti distinti. Le Novene si effettuano dal sedici al ventiquattro dicembre e prevedono il coinvolgimento diretto delle presone che si riuniscono presso la casa di colui che ha commissionato la novena, nonchè la partecipazione degli zampognari citati in precedenza che intonano i canti tipici natalizi.
Il secondo evento è la "Pastorale", una rappresentazione comica che prevede la partecipazione di tre personaggi, Nardu e Mirtiddru, due pastori pigroni, e "U Curaduru", il padrone del gregge, nonchè titolare dei due pastori appena citati. La rappresentazione si conclude con l'avvistamento di una luce misteriosa da parte dei due pastori, luce che li condurrà presso la grotta dove assisteranno alla nascita di Gesù Cristo.

In provincia di Messina, ed esattamente nel cuore dei Nebrodi, il Natale si celebra con la tipica processione dei pastori che, nel cuore della notte della Vigilia, attraversano i boschi e le vie di montagna muniti di torce accese e cantando inni per giungere presso la Casa della Natività. Il tutto si svolge subendo delle temperature proibitive, ma sempre con la stessa alta intensità della fede.

A Custonaci, in provincia di Trapani, il Natale e' festeggiato con un evento molto suggestivo e seguito: la realizzazione di un Presepe vivente presso la grotta Mangiapane di Scurati. L'evento prevede l'allestimento di vari ambienti come quello in cui si raccolgono i pastori e le loro pecore, quello in cui si puo' assistere alla preparazione dei formaggi locali, quello che raccoglie esempi dell'allevamento dei maiali e quelli che raccolgono varie botteghe artigiane come quella del falegname.
Tra gli eventi effettuati durante il periodo natalizio in questa citta' occor re ricordare innanzitutto che l'allestimento del presepe prevede una processione dei vari personaggi che cosi' raggiungono contemporaneamente il loro posto e la fiaccolata effettuata la notte della vigilia da parte dei giovani locali che indossano abiti d'epoca, processione che parte dal santuario cittadino e va in direzione della grotta del presepe; la Madonna e' impersonata da una giovane locale ed effettua tale processioni in groppa ad una mula.

Dal 23 al 26 dicembre, nell'antico rione "Panzera" presente a Motta S. Anastasia - Ct - si puo' ammirare il Presepe Vivente. Qui sono presenti vati personaggi umili, a partire dal pecoraio, dal pescivendolo e dal salumiere. Il momento piu' suggestivo di tutta la manifestazione e' l'arrivo dei tre Re Magi che portano il loro dono a Gesu' Bambino scortati da un corteo di pastori.

Altro esempio del Presepe vivente si ha a Giarratana - Rg -. La sua preparazione raccoglie circa trenta ambienti che riproducono il tipico clima lavorativo e casalingo della zona risalente ad un periodo storico che va dalla fine del 1800 all'inizio del secolo successivo. Il percorso prestabilito permette di ammirare alcune caratteristiche botteghe come, ad esempio, quella della pastaia, dello scalpellino, alcuni ambienti come il mercato e la masseria e di assaporare, cosi', il gusto delle antiche tradizioni.

Anche Sutera - Cl - ha il suo Presepe Vivente realizzato nel suggestivo quartiere Rabato. L'iniziatiha ha lo scopo non solo di celebrare il Natale, ma anche di tramandare e ricordare la vita contadina ed artigianale siciliana della fine dell'Ottocento. Il percorso previsto, infatti, prevede una fedele ricostruzione di ambienti agricoli (rappresentati, ad esempio, dai pastori) e di botteghe artigiane come quella del fabbro e del falegname.
La realizzazione di tale Presepe richiede la partecipazione di circa un centinaio di figuranti, attua la valorizzazione del quartiere dalle reminescenze arabe che lo ospita ed e' un evidente richiamo turistico.

La citta' di Erice - Tp - vive il Natale con estrema partecipazione e coinvolgimento. Come ogni anno, e nel rispetto della tradizione, si ha la manifestazione "La Zampogna d'Oro", un evento che coinvolge numerosi zampognari provenienti da tutta Italia. La manifestazione, dal chiaro sapore antico che tramanda l'attento lavoro degli artigiani del legno e della pelle, ha un evidente richiamo turistico.

L'EPIFANIA

E' quasi inutile ricordare che le feste natalizie abbracciano un arco di tempo di circa venti giorni, iniziano nove giorni prima il 25 dicembre per concludersi il sei gennaio, il giorno dedicato all'Epifania. Dal punto di vista strettamente religioso, tale ricorrenza commemora l'adorazione dei tre Re Magi a Gesù Bambino, ma il senso della festa si è allargato ed ha assunto anche dei significati più profani.
Degna esemplificazione di questi aspetti profani è "La Festa della Vecchia", della Befana, evento che si attua ogni anno non proprio per il sei gennaio ma per la notte di San Silvestro a Gratteri, in provincia di Palermo.
In questa città è allestita la così chiamata "Vanniata di festi di l'annu", un processo immaginario che si attua ai vari eventi sociali, storici e di cronaca che si sono verificati durante l'anno. Così si ha la sfilata dei vari personaggi-imputati che hanno animato la società non solo locale. Il processo si attua dopo l'uscita della Vecchia dalla grotta Grattara, la parte più antica della città. Essa esce coperta da un lenzuolo bianco, percorre le vie cittadine che la portano alla piazza principale dove si svolgerà il processo accompagnata da un corteo di ragazzi vestiti con i tipici costumi siciliani che reggono una torcia e dei campanacci.
Durante il percorso la Befana distribuisce dolciumi vari custoditi nei due grossi cestoni che porta alle spalle ai ragazzi.
Il suo arrivo in piazza è accolto dallo scoppio di petardi e di mortaretti.
La festa è completata dalla preparazione e distribuzione di dolci locali tipici, come ad esempio i "turtigliuna" a base di mandorle, noci, nocciole e frutta secca.

L'Epifania ha un significato diverso un base al rito religioso: mentre per quello latino essa commemora l'adorazione effettuata dai tre Re Magi Melchiorre, Baldassarre e Gaspere al Divin Bambino, per il rito bizantino essa simboleggia e ricorda Cristo mentre riceve il battesimo nel fiume Giordano.

Nei vari paesi del palermitano come Contessa Entellina, Mezzojuso e Piana degli Albanesi che raccolgono persone d'origine albanese i festeggiamenti hanno forme similari e si susseguono in due giorni distinti. In effetti, la sera del 5 si celebra una funzione religiosa presso la Chiesa Matrice d'origine greca, il giorno seguente i festeggiamenti si svolgono nei pressi della piazza della fontana, struttura tipica presenti in tutti questi paesi. In Chiesa, nei pressi dell'altare maggiore, si costruisce un palco per ospitare una vasca piena d'acqua alla quale è legata una cordicella. Nella piazza una seconda vasca è posizionata sotto la fontana ed in questo caso la cordicella è legata alla finestra più alta del palazzo che si trova in prossimità della fontana stessa.
Il Celebrante ha il compito di immergere per tre volte una croce nella vasca ed alla terza immersione il sagrista ha il compito di liberare una colomba che così può effettuare il suo volo seguendo la direzione obbligata della cordicella [ai piedi dell'animale è stato posto un tubo di canna dal quale passa la cordicella che lega le due vasche]. Dal punto di vista strettamente religioso, il volo della colomba simboleggia la discesa dello Spirito Santo.
Alla fine delle celebrazioni i fedeli raccolgono l'acqua benedetta.

Sempre il sei gennaio, l'Epifania è festeggiata anche a Mussomeli, in provincia di Caltanissetta. La mattina della festa si può assistere all'arrivo dei tre Magi, interpretati da tre baldi giovani della città. Dopo tale arrivo e la celebrazione della Messa, si ha un pranzo della solidarietà per i bambini bisognosi. Durante il pomeriggio, infine, si attua la processione della statua di Gesù Bambino.


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UN REMOTO E UN RECENTE PRESEPE - Vincenzo Consolo UN CIBO DI NATALE
Nara Bernardi
IL TEATRO DEL MONDO
Antonino Cusimano I SUONI DELLA NATIVITA'
Sergio Bonanzinga
LE VECCHIE DI NATALE
Fatima Giallombardo

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ARTICOLI TRATTI DA "LA SICILIA RICERCATA"
Bruno Leopardi Editore


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martedì 16 dicembre 2008

ciao Eluana

Dohttp://www.youtube.com/watch?v=zGo4ecM-0Ww&hl=itpo aver visto l ostracismo nei confronti del dottor Di Bella e del dottor lissoni per negarci un diritto quello che riguarda la libertà di scegliere la cura che riteniamo piu opportuna per noi adesso Eluana a cui neganhttp://video.google.it/videoplay?docid=-2902396117026586467&ei=lutMSZesOp-i2wLv_-j0Cg&q=englaro&hl=ito il Diritto di morire, l essere umano ha il Libero Arbitrio davanti al quale nemmeno l alto dei cieli interferisce Dovere delle istituzioni he metterci in grado di esercitarlo




La storia di Eluana
ono ormai dieci anni che Eluana "dorme": da quel mattino di gennaio, quando la ragazza viene ricoverata a Lecco in coma profondo per un gravissimo trauma cranico riportato nell'incidente. Come se non bastasse, la frattura della seconda vertebra cervicale la condanna quasi sicuramente alla paralisi totale. Ma sul momento la cosa più urgente, per i medici, è strappare la ragazza dalla morte. Per questo motivo viene intubata e le vengono somministrati i primi farmaci. I due rianimatori fanno capire chiaramente ai genitori che in questi casi non resta che attendere il decorso delle successive 48 ore, per vedere come reagisce Eluana.Niente, la ragazza continua a vegetare. Dimessa dalla rianimazione nell'aprile 1992, viene portata in un altro reparto dell'ospedale di Lecco, dove è sottoposta a una serie di stimoli, nella speranza di un sempre più improbabile "risveglio". Intanto il padre, consigliato dal primario del reparto di rianimazione Riccardo Massei, chiede un consulto a vari specialisti. Ma il verdetto è sempre lo stesso: bisogna aspettare. Il lavoro che stanno facendo all'ospedale di Sondrio - dove Eluana viene trasferita nel giugno 1992 - è ineccepibile. Poi la solita frase: "La speranza è l'ultima a morire".In realtà la speranza si riduce ben presto a zero. Infatti dopo dodici mesi è possibile fare una diagnosi definitiva e sicura di stato vegetativo permanente, ossia irreversibile. La regione superiore del cervello (corteccia), compromessa come nel caso di Eluana da un trauma oppure da un'emorragia, va incontro a una degenerazione definitiva. E con essa tutte le funzioni di cui è responsabile: dall'intelletto agli affetti, e più in generale alla coscienza.Il limite dei dodici mesi è dato per assodato a livello internazionale. Tanto che, passato quel periodo, la British Medical Association e la American Academy of Neurology sostengono la legittimità di sospendere nutrizione e idratazione artificiale. Ma non in Italia, dove la maggior parte dei medici non si azzarda ancora a dire chiaramente che tenere in vita più a lungo questi pazienti possa essere definito accanimento terapeutico.Ed ecco come vive ancora oggi Eluana: i suoi occhi si aprono e si chiudono seguendo il ritmo del giorno e della notte, ma non ti vedono. Le labbra sono scosse da un tremore continuo, gli arti tesi in uno spasimo e i piedi in posizione equina. Una cannula dal naso le porta il nutrimento allo stomaco. Ogni mattina gli infermieri le lavano il viso e il corpo con spugnature. Un clistere le libera l'intestino. Ogni due ore la girano nel letto. Una volta al giorno la mettono su una sedia con schienale ribaltabile, stando attenti che non cada in avanti. Poi di nuovo a letto.Commenta Carlo Alberto Defanti, primario del reparto di neurologia dell'ospedale Niguarda di Milano, che ha visitato Eluana alcuni anni fa: "Malgrado non soffra direttamente per il suo stato, dovrebbe essere chiaro a tutti che la sua condizione è priva di dignità. Di lei rimane un corpo privo della capacità di provare qualsiasi esperienza, totalmente nelle mani del personale che la assiste. La sua condizione è penosa per coloro che la assistono e che hanno ormai perduto da tempo la speranza di un risveglio e per i suoi genitori, che hanno perso una figlia ma non possono elaborarne compiutamente il lutto".La macchina legale si mette in moto tra il '96 e il '97. Defanti, su richiesta del padre, stila una prognosi definitiva: "In considerazione del lunghissimo intervallo trascorso dall'evento traumatico, si può formulare una prognosi negativa quanto a un recupero della vita cognitiva". La corteccia cerebrale di Eluana è sconnessa dal resto del cervello. Per sempre.Il consulto del neurologo compare, insieme ad altri documenti, nel procedimento di interdizione di Eluana da parte del padre, che nel 1997 ne diventa tutore. E' Maria Cristina Morelli, un brillante avvocato milanese, a utilizzare la figura del tutore dell'interdetto (che di solito si occupa solo di quattrini) per consentire a una persona incapace di esprimere la propria volontà attraverso un rappresentante.E la sentenza della Corte d'Appello di Milano del dicembre 1999, anche se drammaticamente rigetta la richiesta di rifiuto delle cure con motivazioni da molti giudicate deboli, non solleva obiezioni su questo punto. "E' un passo importante della giurisprudenza" commenta la Morelli "perché si ammette che anche persone nello stato di Eluana possano esercitare il diritto di dare o negare il consenso informato alle cure attraverso un rappresentante. Con tutte le garanzie e i controlli che la legge prevede rispetto alla figura del tutore dell'interdetto. Mi sembra un buon inizio per colmare la disuguaglianza tra chi, maggiorenne e nel pieno delle facoltà mentali, può esercitare la sua libertà di scelta fino al punto di rifiutare cure che gli salverebbero la vita, e chi invece non può perché in condizioni d'inconscienza".Per rendere meno labile questo diritto degli "incapaci" è allo studio del Parlamento anche una proposta di legge, ispirata dalla Consulta di bioetica di Milano, sulle Direttive anticipate. "Se la legge passasse" spiega il giudice Amedeo Santosuosso, tra i magistrati più competenti in materia bioetica, "basterebbe avere nel portafoglio, o depositato presso il proprio medico, un foglio in cui si possono esprimere le proprie preferenze su come si desidera essere trattati dai medici in caso di perdita di coscienza. A dire il vero, anche se in Italia questa sorta di "testamento di vita" (Living Will) non è ancora un documento espressamente previsto per legge, una volontà documentata può essere riconosciuta valida in un procedimento giudiziario. E non è detto che il dissenso a essere sottoposti a un trattamento debba essere messo per iscritto. Certo un documento scritto rende tutto più evidente, ma per la legge la volontà può essere anche verbale. A questo punto un tutore, sia esso il padre o un'altra persona, ne può curare l'esecuzione".Sconfitta nelle aule giudiziarie, la lunga battaglia del padre di Eluana non è quindi stata inutile. Certo, questa bella ragazza di 30 anni, beffata da un incidente stradale, è condannata per chissà quanto tempo ancora a sopravvivere a se stessa. Ma Beppino Englaro si è sempre rifiutato di risolvere la faccenda all'italiana. In tutti questi anni c'è stato infatti chi gli ha suggerito di portarsi la figlia a casa e di accelerare la fine "dimenticandosi" di darle le vitamine e la soluzione nutritiva che la tiene in vita. "Il risultato di questa intransigenza è che ora si comincia a parlare di soluzioni di legge per rispettare i diritti e le volontà di queste persone" conclude la Morelli. "Dobbiamo ringraziare Beppino Englaro che ha messo a disposizione la sua tragedia per difendere i diritti e la dignità non solo di sua figlia, ma di tutti".
Luca Carra



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