giovedì 30 aprile 2009

feste e sagre Maggio

Maggio (3a domenica)
Noto (SR)
Primavera barocca - la 3a domenica di maggio: l'Infiorata
0931 836744
Maggio
Troina (EN)
Sagra della "vastedda cu sammuccu"
0935 656981
Maggio
Giarre (CT)
Sagra delle ciliege e delle rose
095 963111
Maggio
Nicosia (EN)
Sagra del maccherone
0935 638139
Maggio
S.Lucia del Mela (ME)
Sagra della ricotta
090 935806
Maggio
Tortorici (ME)
Sagra della ricotta
0941 421966
Maggio
Taormina (ME)
Festa del costume e del Carretto Siciliani
0942 23243
Maggio
Camporeale (PA)
Meeting di primavera
0924 36012
Maggio
Cinisi (PA)
Sagra della ricotta
091 8664144
Maggio
Trabia (PA)
Sagra delle nespole
091 8146117
Maggio
Castellammare del Golfo (TP)
Sagra della salsiccia e del pane unzatu
0924 592111
Maggio-giugno
Fondachelli Fantina (ME)
Sagra della ricotta
0941 651001
1 maggio
Solarino (SR)
Sagra della ricotta
0931 921384
1 maggio
Randazzo (CT)
Sagra del vino
095 7990069
1-3 maggio (ogni 5 anni)
Calatafimi (TP)
Processione del SS. Crocefisso
0923 545511
1a settimana di maggio
Scicli/Sampieri (RG)
Sagra del pomodoro
0932 841072
1a settimana di maggio
Calatabiano (CT)
Sagra della nespola
095 645391
1a settimana di maggio
S. Stefano di Quisquina (AG)
Sagra del formaggio
0922 989794
2a domenica di maggio
Roccella Valdemone (ME)
Sagra della ricotta
0942 965007
9-10-11 maggio
Lentini (SR)
Trecastagni (CT)
Sant'Alfio (CT)
Festa di Sant'Alfio, S.Cirino e S.Filadelfo

16 maggio
S. Angelo Muxaro (AG)
Sagra del miele
0922 919506
Ultima settimana di maggio
Scicli (RG)
Festa di Maria SS. delle Milizie
0932 931652
Ultima domenica di maggio
Ragusa
Rievocazione del martirio di San Giorgio e spettacolo pirotecnico finale
0932 621421
Maggio-Giugno (anni dispari)
Siracusa
Rappresentazioni classiche al Teatro Greco
0931 67415

Memento


“E’ normale che esista la paura in ogni uomo, l’importante è che sia sempre accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.”P. Borsellino

lunedì 27 aprile 2009

domenica 26 aprile 2009

le barrette messina

http://www.youtube.com/watch?v=PZKt72cDFaM&hl=it
http://www.retesicilia.it/cultura/barette/
AREA DI PROGETTOTradizioni popolari e religiose nel territorio messineseI.T.I.S. Verona-Trento - Anno Scolastico 2000/2001
"LE BARETTE"
Origini e storia
Fra le antiche tradizioni religiose ancora oggi molto sentite, Messina ricorda anche la Processione delle "Barette", che si suole fare ogni anno il Venerdì Santo.Le origini della processione si fanno risalire al XV sec., periodo della presenza spagnola a Messina e sin dalla sua prima apparizione venne considerata la più importante manifestazione religiosa pasquale a Messina. Il termine "Barette" trova riferimento nelle origini del corteo religioso, poiché venivano portate a spalla un'immagine dell'Addolorata, un simulacro di bara con il Cristo morto, seguito da altre piccole bare. Già nel 1610 la Confraternita dei Bianchi deliberò di promuovere una processione con statue che rievocassero la passione di Cristo. Venivano portate in processione una statua dell'Addolorata seguita da cinque bare.Essa si svolgeva esattamente nella notte del Giovedì Santo alle "2 ore di notte", corrispondenti alle attuali ore 21.Nel 1801 la processione venne spostata al Venerdì Santo e negli anni successivi si arricchì di nuove Barette come "La caduta" e "L'ultima Cena". Il terremoto del 1908 interruppe la processione per 14 anni e distrusse alcuni gruppi statuari.Ripresa nel 1923, venne nuovamente interrotta nel 1940 a causa della guerra. I gruppi statuari ospitati nella chiesa del S.S. Salvatore vennero restaurati a Pasqua del 1945, anno in cui fu ripresa la processione con un percorso che toccava via Porta Imperiale e via Nino Bixio. Nel 1950 dopo una permanenza biennale nella chiesa di S.Caterina Valverde, le Barette vennero sistemate nel Nuovo Oratorio della Pace, l'odierna sede, da dove ogni anno si avvia la processione che si snoda per le strade del centro cittadino con la sfilata di undici Barette che rappresentano fatti riguardanti la passione e morte di Gesù.Questi gruppi statuari costituiscono ancora oggi una "Bibbia dei poveri" che veicola attraverso le immagini la conoscenza degli episodi sacri. Si possono rintracciare il senso della malinconia e della morte ereditato dagli Arabi e la fastosità nelle celebrazioni dei misteri dolorosi di Cristo tipico degli Spagnoli.Basti osservare la magnificenza della processione dei Misteri di Siviglia risalente al 1248 con 114 "Pasos", le Barette spagnole.Oggi la ricostituita Confraternita del S.S.Crocifisso che vanta le proprie origini sin dal 1751, cura l'organizzazione di questa processione e varie iniziative ad essa legate con l'intento di riprendere e rendere sempre più viva la devozione e il culto verso i misteri della passione del Signore.


sabato 25 aprile 2009

siculi sicani elimi

http://www.youtube.com/watch?v=yFK7BI1AHhQ&hl=it
elimi


http://www.youtube.com/watch?v=yuZe2t0rKGQ&hl=it siculi e sicani


















SICANI e SICULI

I reperti più antichi confermano la presenza in Sicilia di identità etniche appartenenti a tre diversi gruppi: Elimi , Sicani e Siculi. Secondo quanto riporta lo storico Tucidide, la Sicilia orientale era popolata dai Siculi, il centro dai Sicani e l'occidente dagli Elimi, essendo non indoeuropei questi ultimi due e sicuramente indoeuropei i primi.

SICANI
I Sicani, che abitavano la Sicilia centrale e sudoccidentale, non erano indoeuropei e subirono l'invasione di un popolo di questo ceppo linguistico. Gli studi archeologici fanno risalire al III millennio a.C. la venuta dei sicani nella Sicilia occidentale, in particolare nella parte situata ad ovest dell'Imera del sud. I loro contatti con la civiltà minoica sono stati convalidati da scoperte recenti mentre non sono tuttora chiari i rapporti esistenti con i vicini Elimi. Provenienti probabilmente dalla Spagna, i sicani fecero di Iccara, Inico e Indara i loro centri principali.
Dei due popoli autoctoni siciliani, i Sicani e gli Elimi, sappiamo soprattutto che furono influenzati dalle culture del Mediterraneo orientale. Da quella regione il rame era stato portato in Europa passando proprio per il Canale di Sicilia e per lo Stretto di Messina, e quelle rotte continuarono ad essere molto importanti anche nelle Età del Bronzo e del Ferro, quando i Micenei, i Cretesi e i Fenici avevano bisogno di attingere alle riserve metallifere iberiche.

SICULI
Il loro nome deriva dal re Siculo, figlio di Italo degli Enotri. Prima stabiliti in Bruzio, poi cacciati dalla Sabina, di nuovo stabilitisi in Campania fino a giungere in Sicilia. I Siculi si spinsero al di là dello Stretto di Messina due o tre secoli prima della colonizzazione greca: da essa furono quindi ben presto assorbiti. Soppiantando lentamente i sicani, questo popolo, che risale al II millennio a.C. si è insediato nella parte orientale dell'isola. I dati che si possiedono sulla loro lingua provano una certa affinità con il latino. Nemici dei greci, così come i sicani, ne assorbirono tuttavia la loro cultura. Ai siculi si attribuiscono il culto dei Palici.
Si trattava di due gemelli, figli di Zeus e della ninfa Talia. Vennero al mondo ben due volte (palin = nuovamente, ikein = venire), dalla madre prima e dalla terra poi, a causa della gelosia di Era (moglie di Zeus) che pregò la terra di ingoiare Talia. Ma in seguito il suolo si aprì generando due neonati, venerati in Sicilia come protettori della navigazione e dell´agricoltura.

Racconta Tucitide: "…pare che per primi vi si siano stanziati i Sicani…che erano degli iberi, scacciati ad opera dei Liguri dal fiume Sicano, che si trova appunto in Iberia. Dal loro nome l’isola fu chiamata Sicania, mentre prima era Trinacria; ed anche ora essi vi abitano nella parte occidentale. Espugnata che fu Ilio, alcuni dei Troiani sfuggiti agli Achei approdarono con le loro imbarcazioni in Sicilia, ove si stabilirono ai confini dei Sicani; e tutti insieme ebbero il nome di Elimi: Erice e Segesta furono le loro città. Ad essi si aggiunsero e con loro abitarono, alcuni Greci della Focile che, al ritorno da Troia, erano stati dalla tempesta sbattuti prima in Libia e di là in Sicilia.
Dall’ Italia, dove abitavano, i Siculi, che fuggivano gli Osci, passarono in Sicilia […] Dei Siculi ce n’è ancora in Italia, anzi la regione fu appunto chiamata Italia da Italo, un re dei Siculi, che aveva questo nome. Passati dunque in Sicilia in gran numero, vinsero in battaglia i Sicani, che confinarono nelle regioni meridionali e occidentali e fecero sì che l’isola, da Sicania, si chiamasse Sicilia. Compiuto il passaggio, occuparono e abitarono le zone più fertili del paese, circa trecento anni prima che vi ponessero piede i Greci. ".

sabato 18 aprile 2009

Lucio Tasca

Lucio Tasca (Palermo, 13 febbraio 1880Palermo, 6 maggio 1957) è stato un imprenditore e politico italiano.
Lucio Tasca Bordonaro era figlio di Giuseppe Tasca Lanza, sindaco di Palermo e Senatore del Regno. Ereditò il titolo di Conte d'Almerita.
Laureatosi in Giurisprudenza a Roma, fu volontario nella prima guerra mondiale. Nel 1920 aderì al Partito agrario siciliano, creato da un esponente della sua famiglia, Pietro Lanza di Scalea. Rese l'azienda agricola di famiglia, Villa Tasca , fra le più avanzate tecnologicamente di tutta la Conca d'oro, intorno Palermo. Dal 1922 gestì il feudo Regaleali, triplicando la superficie dei vigneti e ingrandì le cantine. Nel 1932 viene nominato Cavaliere del Lavoro per l'agricoltura.
Principale rappresentante della Società degli agricoltori siciliani, un raggruppamento dei latifondisti, fu chiamato dagli Alleati nel 1943 come primo Sindaco di Palermo del dopo fascismo.
Importante esponente del movimento indipendentista nell'isola, insieme al principe Giovanni Alliata Di Montereale‎ e al barone Stefano La Motta di Monserrato fu a capo della corrente agraria del separatismo siciliano e dell'EVIS. Scrisse “Elogio del latifondo siciliano”, forse il testo più famoso della letteratura separatista dell'isola.

Vizzini Ct

http://www.parcoculturasiciliana.eu/content/view/17/40/lang,it/ galleria video all interno cavalleria rusticana e molti altri


Vizzini si trova a quasi 600 metri sul livello del mare, in prossimita' delle sorgenti del Fiume Dirillo o Acate e su tre colli rientranti nei Monti Iblei, esattamente il Colle Castello, il Colle Maddalena ed il Colle Calvario. Proprio nella Collina del Castello sono presenti numerose grotte, alcune delle quali oggi poco visibili, che testimoniano probabili insediamenti preistorici.
Notizie piu' certe si hanno sul passato greco della citta' grazie ad alcuni ritrovamenti. Di fatto, la citta' sorge in epoca medievale attorno al Castello. Nonostante la presenza di questa struttura, in realta' Vizzini e' quasi sempre stata una citta' demaniale che ha riscattato la sua liberta' pagando ingenti somme di denaro. Agli inizi del XV secolo si attesta una crescente espansione urbanistica presso il Colle Calvario.
LA CITTA'
Il fascino cittadino risiede non solo nella discreta mole dei monumenti sacri e civili che la citta' raccoglie, ma anche nella struttura viaria che va a ricreare il centro storico, nel carattere integro della sua costituzione originaria, elemento poco scalfito dalla mondanita', per aver dato i natali ad uno degli scrittori italiani piu' importanti, Giovanni Verga. Dal punto di vista architettonico, occorre precisare innanzitutto che il terremoto del 1693 reco' anche in questa citta' numerosi danni, per cui buona parte degli edifici sacri e civili sono stati ricostruiti in base allo stile barocco.
Vizzini si sviluppa intorno a piazza Umberto I, su cui si affacciano Palazzo Verga ed il Palazzo Municipale. Di fianco a quest'ultimo, la Salita Marineo è una lunga scalinata decorata, sulle alzate, da maioliche a motivi geometrici e floreali, con al centro di ognuna un medaglione con scorci di palazzi vizzinesi. Terminata nel 1996, ricorda la Scala di S. Maria del Monte a Caltagirone. La Chiesa Madre conserva un portale gotico normanno (lato destro), unico superstite del terremoto del 1693 che distrusse gran parte della città e che diede impulso alla ricostruzione. Tra gli edifici barocchi si evidenzia la bella facciata di S. Sebastiano. Nella Chiesa di S. Maria di Gesù, Madonna col Bambino di Antonello Gagini.
Chiesa Madre - Un itinerario turistico cittadino deve obbligatoriamente iniziare dalla Chiesa Madre intitolata a San Gregorio. Essa si presenta con un incrocio di stili, a partire dal portale in stile gotico-catalano risalente al XV secolo e posto sul lato sud della cinta muraria. L'interno della Chiesa si presenta suddiviso in tre navate ed ha una struttura ottagonale ed archi a sesto acuto. Il soffitto ligneo coevo e' stato realizzato da un appartenente alla famiglia Bonaiuto. All'interno della Chiesa si possono ammirare varie espressioni dell'arte figurativa, a partire da due splendidi dipinti realizzati dall'artista Filippo Paladino nei primi anni del 1600 e rappresentanti il primo il Martirio di San Lorenzo ed il secondo la Madonna della Mercede.
Basilica di San Vito - Nelle vicinanze della Chiesa Madre si trova la Basilica di San Vito sotto il titolo di Spirito Santo. La Chiesa si presenta in stile tardo-barocco con reminescenze rinascimentali ed offre la possibilita' di ammirare un Crocifisso ligneo scolpito, una cappella decorata riccamente da stucchi di gusto neoclassico ed un ammirevole reliquario.
Chiesa di Sant'Agata - La Chiesa di S. Agata fu edificata intorno al XIV secolo, ma fu ricostruita nel XVIII. Originariamente era intitolata a San Pietro. Al suo interno possiamo ammirare una pala d'altare raffigurante il Martirio di S. Agata e la Cappella barocca dedicata al Sacramento.
Chiesa di San Giovanni Evangelista - La tradizione vuole che nel luogo dove oggi sorge l'attuale Chiesa intitolata a San Giovanni Evangelista si trovassero i templi dedicati a Bacco e Minerva. Il suo interno si presenta suddiviso in tre navate ed ampliamente arricchito da decorazioni a stucco realizzate da un Bonaiuto.
Monumenti minori e dintorni - Tra le altre Chiese cittadine citiamo quella intitolata alla Santissima Annunziata, meglio conosciuta con il nome di Santa Lucia e soprattutto per gli affreschi barocchi presenti nelle volte e raffiguranti i Santi venerati nella citta', la Chiesetta dedicata a S. Elena - anch'essa meglio conosciuta con un secondo nome, cioe' con il titolo di Madonna Santissima del Pericolo e contenente una grotta interna dove si puo' ammirare un quattrocentesco pregevole dipinto raffigurante una Madonna - e la quattrocenteca Chiesetta intitolata a Santa Maria del Gesu'.
GIOVANNI VERGA
Vizzini è la cittadina in cui lo scrittore Giovanni Verga ambientò alcune novelle, tra cui La lupa (e la Cunziria fa da sfondo ad alcune scene del film di G. Lavia) e La Cavalleria Rusticana (da cui poi Mascagni trasse la celebre opera), ed il romanzo Mastro Don Gesualdo. Il modo forse più suggestivo per visitare il paese è proprio quello di ritrovare l'osteria ove Turiddo e Alfio si sfidano a duello con la chiesa di S. Teresa ove le comari vanno a pregare (nell' opera), le case della Gna Lola e Santuzza e la Cunziria, antico quartiere dei conciatori, fuori dall'abitato, ove i due compari combattono. Ed anche la casa ed i palazzi nobiliari che fanno da sfondo alle vicende di Mastro Don Gesualdo fanno capolino qua e là.
TURISMO
Per rivivere Verga... si consiglia di leggere almeno la novella La Cavalleria Rusticana prima di effettuare la visita e di rivolgersi alla Pro Loco (in via Lombarda 8 tel.0933/965905) per poter effettuare una visita guidata. I luoghi di memoria verghiana infatti sono interessanti se la narrazione è ben impressa nella memoria.
E se volete pranzare - A Cunziria (tel. 0933/ 965507), nei pressi dell'omonimo borgo, è un'azienda agrituristica alloggiata in grotte naturali che nel tempo sono state adibite ad abitazione, poi a stalla ed infine a ...ristorante, che ha mantenuto comunque il fascino dell'ambiente arricchendolo di oggetti della tradizione popolare.

Sagra della ricotta

http://www.youtube.com/watch?v=YYlweSGoT5g&hl=it

XXXV SAGRA DELLA RICOTTA E DEL FORMAGGIO DI VIZZINI 25 APRILE 2009
Tre giorni di gastronomia, folklore, arte, cultura e divertimento La ricotta fresca è il prodotto tipico per eccellenza della città di Vizzini. La tradizione contadina locale ha sviluppato nel corso degli anni una forte specializzazione nel settore dell'allevamento degli animali da latte e della produzione di formaggi di varia natura, da quelli freschi e consumabili pochi giorni dopo la produzione, a quelli che richiedono una breve, media o lunga stagionatura. In breve tempo la ricotta si è affermata come prodotto non solo locale, conquistando il palato di numerosi estimatori e trasformando Vizzini nella "patria" della ricotta e dei formaggi per eccellenza. Oggi la ricotta di Vizzini è conosciuta in tutta la Sicilia, e trova apprezzamento anche oltre i confini dell'Isola. Lo straordinario successo di questi prodotti ha offerto lo spunto per la creazione di una sagra ad essi dedicata. Nata oltre 35 anni fa, oggi la «Sagra della ricotta e del formaggio» di Vizzini è diventato uno degli appuntamenti gastronomici più antichi ed importanti della Sicilia. Giunta alla trentacinquesima edizione, la Sagra attira ogni anno decine di migliaia di visitatori nel paese del Verga, ed il suo straordinario successo ha spinto gli organizzatori a portare a tre le giornate dedicate ai prodotti tipici locali derivati dal latte. La Sagra si offre anche come appuntamento folkloristico, culturale e gastronomico di ampio respiro, proponendo non solo la degustazione e la vendita di ricotta preparata sul luogo e di formaggi a breve, media e lunga stagionatura, ma anche eventi in grado di far scoprire le mille facce della storia e della cultura locale vizzinese, insieme ai suoi tesori architettonici.

Floridia Sr







Floridia rientra nella provincia di Siracusa. Il centro si sviluppa a 111 metri sul livello del mare e raggruppa quasi 20.000 abitanti. Il borgo fu fondato agli inizi del 1600 nel feudo omonimo dal duca di Floridia Lucio Bonanno Colonna. Successivamente esso fu una frazione di Siracusa e dinenne un comune autonomo a partire dagli inizi del 1800.
I principali monumenti della citta' sono la settecentesca Chiesa Madre - si presenta con una facciata barocca ed e' completata da un ottocentesco orologioa tre facce -, la settecentesca Chiesa intitolata a S. Anna e la settecentesca Chiesa del Carmine.
Occorre citare, infine, la Chiesa intitolata alla Madonna delle Grazie. L'incisione presente nello stemma situato sulla porta centrale permette di sapere che la Chiesa fu edificata dagli Spagnoli per commemorare la loro vittoria sugli Austriaci avvenuta agli inizi del 1700.
Nei dintorni della citta' si trova la Cava di Spampinato o Culatrello, un interessante sito naturalistico ricreato dall'erosione dei torrenti attuata presso il tavolato calcareo degli Iblei. Oltre a tale interessante aspetto, il sito ha un ulteriore valore, cioe' quello storico: qui gli Ateniesi cercarono una via di fuga dai Siracusani nel 413 A. C., ma subirono un'ulteriore ed ultima sconfitta sull'Assinaros.
Un altro sito presente nei dintorni di Floridia che merita sicuramente una visita e' la Villa-Museo presente in contrada Cozzu zu Cola. In tale struttura e' possibile ammirare oggetti di lavoro e simboli della vita quotidiana rientranti nel mondo contadino.

giovedì 16 aprile 2009

Sicilie

SICILIE
Nella storia della Regione siciliana mai si era giunti ad un degrado come quello in atto che ha visto consumarsi, in meno di 24 ore e all’insegna della rappresaglia, due fatti politici gravissimi all'interno del centro-destra.Com’è noto, i fatti si sono svolti in una successione stucchevole: Udc e Pdl approvano, con 8 voti contro i 7 di Mpa e Pd, il “prelievo” dell’articolo-cardine del loro ddl sul riordino della sanità, per tutta risposta Lombardo dà corso all’approvazione (con 4 assessori in fuga dalla seduta di giunta) delle minacciate nomine dei direttori generali. Segue la ritorsione di Udc e Pdl che, a tamburo battente, varano il “loro” progetto sulla sanità, mandando a quel paese Lombardo e, soprattutto, il suo assessore Russo. Quindi tutti volano a Roma, chi da Berlusconi, chi da Cuffaro, a cercare conforto e soprattutto una soluzione al brutto pasticciaccio combinato a Palermo. Sperando che con qualche assegnazione compensativa si possa sanare un conflitto che appare insanabile.Tutto ciò accade - se ci fate caso - a meno di un anno della strepitosa, facile, vittoria elettorale. E’ lecito domandarsi: come faranno a convivere, a co-governare, per altri quattro anni?Si tirerà a campare, ma fino a quando? Lombardo e soci non vogliono prendere atto che quest'alleanza è nata male e sta evolvendo al peggio.La coalizione di centro-destra, infatti, è stata assemblata in un clima di grave disorientamento, di panico persino, nell’urgenza di parare l’enorme falla che le dimissioni di Cuffaro avevano aperto nel blocco di potere dominante.Il risultato è stato un accordo ambiguo, raffazzonato, meramente elettorale e di potere, perché oltre tali orizzonti questi signori non sanno vedere.E lo dimostrano le furibonde risse di questi giorni per un direttore o per una Asl in più o in meno. Ma questo è solo l’aspetto esteriore di una guerriglia sorda, senza regole, combattuta fra consolidati gruppi di potere che si contendono, tramite i partiti, quanto resta delle risorse della regione.Quando di parla o si scrive di certe pittoresche rivalità fra Catania e Palermo o fra le due Sicilie si omette o s’ignora che in realtà lo scontro è fra due sistemi di potere simili per natura, ma diversi per strutturazione, dinamiche operative e oltre che per dislocazione territoriale.Non ci riferiamo alle “due Sicilie” della storia, formula bizzarra inventata dai regnanti di Napoli per risarcire con una facezia l’orgoglio ferito della nobiltà siciliana per il mancato insediamento della corte a Palermo, ma a quelle che, grosso modo, oggi s’identificano con la fascia orientale e occidentale dell’Isola. Il declino del sistema palermitano, stantio e più parassitario, ha indotto il gruppo di potere catanese e siculo-orientale a puntare sull’elezione di Raffaele Lombardo per tentare un riequilibrio a suo favore. Insomma, una sorta di “guerra di guerriglia” spietata che si combatte assessorato per assessorato, Asl per Asl, Ato per Ato, ecc.Credo che questo sia il filone da seguire per capire un po’ meglio quello che sta accadendo alla Regione. Non c’è dubbio che, in tale contesto, il partito che maggiormente può ostacolare questo disegno è l’Udc di Cuffaro insediata nei gangli vitali dell’amministrazione. Non a caso la scure di Lombardo si è accanita di più contro i rappresentanti di tale formazione.In gergo, la chiamano “decuffarizzazione”, ma per far cosa?Nel fare le nomine il governatore avrà avuto tante buone ragioni per escludere o far ruotare gli uomini di Cuffaro, tuttavia i neo-nominati non sono di vero cambiamento, ma di mera sostituzione.In sostanza, le scelte operate non fuoriescono dalla vecchia logica di potere clientelare, semmai denotano la necessità di esercitare un controllo diretto dei flussi di spesa. Soprattutto, in vista dei tagli prefigurati con il federalismo fiscale varato dal governo Berlusconi e, in generale, con le diverse misure di riduzione dei trasferimenti verso la regione e gli enti locali, molti dei quali, fra cui il comune di Palermo, sono con l’acqua alla gola.Insomma, mentre si offusca la prospettiva di sviluppo dell’Isola, questi signori si azzuffano per una poltrona di direttore, per una consulenza, per un appalto, per una fornitura, per un contributo per foraggiare feste e festini e sedicenti centri di studio, false accademie, sodalizi sportivi e quant’altro produce la fantasia malata degli architetti del sottogoverno diffuso. Uno scontro forsennato, tutto interno al centrodestra, che ha trasformato la politica in una giungla infernale, nella quale non si capisce cosa ci faccia il Partito democratico. Anche questo è un segno evidente di una crisi di fondo che, certo, non può essere risolta con ammiccamenti e sterili furbizie. La politica siciliana è come impazzita. Sarà il panico o la paura di non farcela, fatto sta che gira a vuoto mentre la tempesta s’annuncia, terribile, all’orizzonte prossimo venturo. In realtà, sotto la scorza di tale impazzimento si cela l’incapacità delle forze politiche (di governo e non solo) di progettare un nuovo futuro per i siciliani.Paralizzati dalle loro stesse incapacità, i partiti guardano con terrore alla crisi e alle scadenze elettorali imminenti (europee ed enti locali) e perciò ripiegano sulla spartizione dell’esistente. Questa non è strada che spunta. Bisogna cambiare seriamente metodi e indirizzo politico e programmatico. A cominciare da Lombardo che dovrebbe prendere atto della crisi del suo governo e della maggioranza che lo dovrebbe sostenere e trarne le dovute conseguenze. Per molto meno, Renato Soru si è dimesso da presidente della giunta di centro-sinistra sarda. Ma in Sicilia l’istituto delle dimissioni sembra sia stato abolito. Per superare il problema, basta la benedizione di Berlusconi e la promessa di un nuovo accordo elettorale. Alla faccia della sbandierata Autonomia!Agostino Spataro14 febbrai

martedì 14 aprile 2009

Riceviamo e pubblichiamo



A quanti non lo abbiano ancora capito...
L'Altra Sicilia vive un momento di profonda delusione perché ci accorgiamo, prima ancora di cominciare, di rischiare una strumentalizzazione: quella di astuti politicanti che, blandendoci, cercano di toglierci quella autenticità e quella carica ideale che è la nostra forza e il loro cruccio maggiore. Diciamo che avevamo voluto riporre la nostra fiducia in quanti sembravano parlare la nostra stessa lingua. Sembrava però, perché a conti fatti - vista la massa di "ricercanti" che si sono imbarcati in quel treno, identificate le mire di potere insite in quel progetto - riteniamo di dover fare marcia indietro e smarcarci definitivamente. Al contrario di quelli che introdussero il cavallo di legno dentro le loro mura, L'Altra Sicilia lascia il cavallo fuori anzi lo spinge nel mare, con fierezza. Ricordiamo che, contrariamente ad altre associazioni che sono state capaci di accedere a fondi ed avere sovvenzioni per fare attività, la nostra organizzazione ha sempre vissuto di volontariato, degli spazi che ciascuno di noi riesce a ritagliarsi sacrificandoli ad una passeggiata con i figli, una cena romantica o una pellicola distratta. L'Altra Sicilia, anche a costo di vedersi ridurre le sue possibilità, non accetta oggi di sacrificare alla necessità la sua libertà. Non riceviamo sovvenzioni, non abbiamo soldi a disposizione, tutto quello che facciamo lo facciamo a spese nostre. Come L'Isola - periodico che tra mille difficoltà riusciamo a ideare, scrivere e ad inviare a tutti gratuitamente (tranne pochi abbonati) - che continua e, anzi, vede il suo consenso aumentare di volta in volta. Questo può bastarci. C'eravamo impegnati nella celebrazione del 63° Anniversario dello Statuto di Autonomia, avevamo creato un consenso che ci era apparso, sulle prime, autentico. Oggi vediamo ostacoli su ostacoli sovrapporsi all'organizzazione di una manifestazione che aveva raccolto consensi e adesioni eccellenti. Più si avvicina la data della manifestazione, più notiamo difficoltà emergere. (link lettera) Purtroppo da qualche tempo ormai registriamo troppe voci che parlano di Sicilia e di siciliani. Certo, siamo del parere che chi interviene per portare avanti le istanze e le aspirazioni della Sicilia e della sua gente non può fare altro che inorgoglirci ed invitarci a continuare, ma oggi che ci vediamo più chiaro, mostriamo una certa preoccupazione quando il nostro nome viene utilizzato da quanti si sono serviti per anni dell'emigrazione, dell'Autonomia e si sono spacciati come rappresentanti della nostra organizzazione a scopo meramente personale, senza averne titolo. Molti intervengono a nome nostro, possiamo anche ringraziarli, ma certamente vorremmo mettere i paletti: non abbiamo autorizzato né autorizzeremo chicchessia ad intervenire a nome nostro. Possiamo ancora farlo da noi stessi, ci siamo... "pagati questo lusso". Forse gli appetiti elettorali, l'approssimarsi delle elezioni potrebbe aver fatto aguzzare l'ingegno ai soliti noti. A costoro l'Altra Sicilia dice: NO! Non accettiamo di militare sotto alcuna bandiera. Abbiamo la nostra che abbiamo fatto sventolare per primi su tutti i municipi dell'Isola. (link) Tutto il nostro operare è un atto d'amore verso la Sicilia; uno struggente messaggio di devozione e di resa a dispetto di quanti non riescono ancora a comprendere, di quanti ci rimproverano sommessamente o con forza tacciandoci di eccessivo patetismo noi ribadiamo: devozione e resa. Devozione ai luoghi che ci sono rimasti lontani nella distanza, resa alla memoria che ce li avvicina nel tempo e nell'anima. Prerogative queste che non si acquistano ma che si hanno dentro, nel profondo.A quanti questo non lo abbiano ancora capito... Ufficio StampaL'Altra SiciliaProvinciae Delendae Sunt
Comunicazione del 14.03.2009 inviata al Sindaco del Comune di Adrano ed al Presidente della Regione Siciliana
Trapani, 14 marzo 2009 Preg. mo Presidente,in relazione alla manifestazione prevista ad Adrano per la celebrazione del 63° Anniversario della firma dello Statuto Siciliano, il prossimo mese di maggio, nel ringraziarla per l'attenzione che ci ha voluto dimostrare, siamo spiacenti di dover comunicare che L'Altra Sicilia ha deciso di ritirarsi dal progetto da lei stessa ideato e proposto alla vostra Amministrazione. Da alcuni giorni mi trovo in Sicilia per meglio organizzare l'evento e debbo, purtroppo, informarla che alcuni episodi stanno mettendo in luce pressioni da ambienti non noti che avrebbero tutto l'interesse a far fallire l'appuntamento di Adrano. In molti, dopo una iniziale disponibilità, hanno cominciato a defilarsi. E che qualcosa non torna, sarebbe dimostrato dal fatto che mi è impossibile contattare alcuni di loro, quasi che non volessero dare alcuna spiegazione di queste improvvise rinunce. Comprenderà che quando si organizza una manifestazione si mette nel conto qualche rinuncia ma in questo caso le rinunce cominciano ad essere troppe e questo sembra un segnale molto chiaro che qualcuno si stia muovendo per far fallire questo importante appuntamento a cui lei ha voluto dare ospitalità. Per le motivazioni di cui sopra e non volendo causare all'amministrazione di Adrano un danno di immagine dopo la squisita ospitalità accordata alla nostra associazione, sono mio malgrado costretto a comunicarle che il Consiglio Direttivo dell'Associazione ha deciso di posticipare sine die l'evento che, considerate le premesse, potrebbe creare anche problemi di carattere economico-legale. Certi di poter collaborare in una prossima occasione, inviamo le nostre scuse e i nostri saluti cordiali. Francesco Paolo CataniaPresidente L'Altra Sicilia N.b. Tutti i sostenitori che hanno versato un contributo per la manifestazione verranno rimborsati della quota inviata, basterà farne richiesta attraverso la sezione contatti del sito ufficiale (http://www.anniversariostatutosiciliano.org/).
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