lunedì 9 marzo 2009

Castronuovo di sicilia PA

http://www.youtube.com/watch?v=gGtUGetDlsQ&hl=it castello

http://www.youtube.com/watch?v=RCHwccEx9hM&hl=it truscitedda

Castronuovo di Sicilia
Dove stare: Alberghi e Hotel
Foto, mappe e cartine stradali di
Turismo: La Chiesa Madre
Gastronomia: Pasta con i broccoli in tegame
Editoria e musica: La Perla dei Monti Sicani (video)
Prodotti locali e artigianato: Pagina in costruzione
Trasporti: Linee aeree, marittime, ferroviarie e autostradali
I nostri inserzionisti a Castronuovo di Sicilia
Altre aziende locali
I cognomi locali
Mailing List
Foto © 2000 Il Sole Editrice
window.google_render_ad();

Castronuovo di Sicilia (C.A.P. 90030) dista 57 Km. da Agrigento, 82 Km. da Caltanissetta, 220 Km. da Catania, 123 Km. da Enna, 316 Km. da Messina, 82 Km. da Palermo, alla cui provincia appartiene, 193 Km. da Ragusa, 273 Km. da Siracusa, 181 Km. da Trapani.
Il comune conta 3.522 abitanti e ha una superficie di 19.991 ettari per una densità abitativa di 18 abitanti per chilometro quadrato. Sorge in una zona montuosa interna, posta a 680 metri sopra il livello del mare.
Il municipio è sito in piazza Municipio, tel. 091-8217031 fax. 091-8218183.
Nel settore agricolo si distingue la produzione di frutta, olive, cereali e uva da mosto; attivo è anche il campo artigianale con la lavorazione di oggetti in terracotta e la produzione di mobili.
Foto © 2000 Edizioni Leopardi
Il nome del paese ha origini normanne Castrum Novum il cui significato è nuovo castello. Piccolo borgo medievale sorto su di un pendio vicino alle sponde del fiume Platani, in un territorio di origini antichissime. Numerosi infatti sono i reperti e le tracce che dimostrano l'esistenza di abitati sin dall'epoca protostorica. Ellenizzato per la sua importanza strategica tra la valle del fiume Platani e del fiume Torto, venne successivamente distrutto probabilmente in periodo romano.
In epoca bizantina gli abitanti si trasferirono sulla vicina rupe di S.Vitale, che alla metà del XIV secolo per effetto della costruzione della nuova Chiesa Madre abbandonarono. Il successivo sviluppo dell'abitato avvenne a valle.Capoluogo di comarca sino al 1813, la città conobbe un successivo processo di impoverimento soprattutto a causa della emigrazione, tuttora perdurante.
Nel settore monumentale si ricorda la Chiesa Madre della SS. Trinità eretta nel 1404 e nuovamente edificata nel XVIII secolo, la Chiesa della Madonna del Rosario costruita nel 1666, alcuni resti dell'antico Castello di epoca normanna.

S.Vitale diCastronuovo

San Vitale di Castronuovo Asceta
9 marzo
Castronovo di Sicilia, inizi del X sec. – Rapolla, 994
Martirologio Romano: Nel territorio di Rapolla in Basilicata, san Vitale da Castronuovo, monaco.
San Vitale venne al mondo a Kars-nubu (una Castronovo di Sicilia di epoca islamica) nei primi anni del 900: padre Sergio de Mennita, madre Crisonica.La sua famiglia era di origine bizantina, ricca e di alto lignaggio.Fu battezzato nell’allora chiesa madre di Maria Santissima dell’Udienza ed educato nella fede da precettori ecclesiastici di rito greco: in quell’ambiente isolano, al tempo della dominazione araba, i Cristiani usufruivano di una certa autonomia negli affari religiosi.Maturò però in lui, non interessato agli studi, un’inclinazione spirituale che lo portò intorno al 950 a mettere da parte tutto ciò che era benessere ed a ritirarsi nel monastero dei monaci basiliani – intitolato a san Filippo – ad Agira (in provincia di Enna): qui indossò la veste religiosa.Vi rimase cinque anni dedicandosi quotidianamente con eccellente impegno alle pie pratiche religiose e lavorative.Dopo questo quinquennio con una delegazione di confratelli si recò pellegrino a Roma presso i luoghi sacri.Durante il viaggio, all’altezza di Terracina (in Campania), un serpente velenoso lo morse, ma riuscì a salvarsi miracolosamente facendo un segno di croce sulla ferita.Dopo il pellegrinaggio, sulla via di casa, scelse di non rientrare in convento, e di fermarsi come eremita in Calabria su un’altura in località di Santa Severina: questa esperienza di ascesi durò due anni.Nei successivi dodici anni stette in un imprecisato cenobio siciliano, che seguiva la regola basiliana, a perfezionare l’esercizio delle sue virtù.Terminata quest’altra fase del suo percorso sentì il richiamo dei territori incontaminati calabresi che si offrivano alla vita degli anacoreti.Trovò quindi sede su un fianco del monte Lipirachi.In queste zone conobbe l’abate del convento di Locri, come lui proteso al distacco dalla mondanità attraverso la preghiera ed il rigore (san Vitale gli ebbe a rivolgere fecondi ammaestramenti).Andò successivamente a risiedere in un luogo solitario nella regione di Capo Spulico che dà sul mare, la quale per il suo isolamento si prestava a dare ospitalità peraltro a criminali.Qui san Vitale riportò un clima di pace e di cordialità, ed i residenti in quelle terre a Roseto vollero erigere riconoscenti una chiesa dedicandola a san Basilio.Di questo periodo si tramanda anche il miracolo in cui egli pregò in favore dei raccolti minacciati da un’inondazione, la quale così invece alla fine diede frutti benefici.In quegli anni cambiò più volte luogo d’eremitaggio (monte Rapparo, Sant’Angelo d’Asprono, monte San Giuliano).Tornò dunque, temprato nello spirito, in alcuni cenobi, anche se per poco tempo, poiché la sua vocazione lo spingeva ad ascoltare il Signore nella quiete della solitudine.Si stabilì perciò in un antro nelle vicinanze di Armento (in Basilicata) dove divenne proverbiale la sua familiarità con gli animali; una piccola composizione popolare castronovese così recitava: «SANTU VITALI / FEDDA DI PANI / E DI LU RIESTU / NNI DUNA A LI CANI».In diverse circostanze si rivolse, con esito positivo, a Dio chiedendogli di porre rimedio a bisogni più o meno gravi.Gli eventi miracolosi legati alla sua vita proseguirono quando il governatore della provincia bizantina di Bari lo fece convocare, data la sua fama, per conoscerlo.Con due religiosi che lo accompagnarono si recò da costui: lo confessò, e si adoperò pure durante quel soggiorno affinché un violentissimo temporale non arrecasse danni.Lasciata Bari si mise all’opera per rimediare alla distruzione, attuata dai Musulmani, del monastero e della chiesa dei santi Adriano e Natalia: questo punto divenne un grande riferimento per i fedeli che nell’azione di san Vitale vedevano l’impronta della santità.Verso la fine del secolo questo convento fu preso di mira dagli invasori islamici per essere depredato.I confratelli di san Vitale temendo il peggio si misero in salvo fuggendo, lui rimase ad affrontarli: quando uno dei musulmani stava per ucciderlo questo fu colpito da un fulmine che gli fece cadere la scimitarra e si accasciò vittima di un’improvvisa sofferenza.San Vitale fece sì che il suo attentatore guarisse, e che altresì, ammonendoli, gli aggressori si ritirassero da quelle terre.Chi gli si rivolgeva con animo sincero era sempre ben accolto e raccomandato all’assistenza della grazia divina (come, per esempio, un uomo che ottenne di avere figli), ed in particolar modo chi era caduto nell’errore aveva l’occasione di emendarsi e di liberarsi dalla sua punizione (come, in un altro esempio, la mentitrice che aveva pronunciato a sproposito il nome di Dio).San Vitale applicò appieno la norma evangelica dell’amore universale, specialmente nei confronti dei peccatori per il fatto che considerava più importante il momento del recupero che quello della penitenza in sé e per sé.Negli ultimi anni della sua esistenza terrena diede vita a due monasteri lucani: quello di Torri (con l’aiuto del nipote, il beato Elia, di origine castronovese pure lui, e che contemporaneamente allo zio si era fatto monaco ritirandosi allora nel cenobio basiliano a pochi chilometri da Castronovo in contrada Melia) e quello di Rapolla (monasteri che furono le ultime due sue dimore).L’abitato di Castronovo di Sant’Andrea, in provincia di Potenza, vicino ad Armento, deve a san Vitale la sua fondazione, e la sua denominazione, essendo egli memore della città natia (la specificazione “di Sant’Andrea” fu aggiunta secoli dopo).Si spense il 9 marzo 994, dopo aver indicato il nuovo abate: la sua salma fu tumulata inizialmente nella chiesa del convento in cui morì, nel 1024 fu traslata in quella di un altro cenobio (a Guardia Perticara, il cui abate era il nipote Elia), da qui fu spostata a Torri (per proteggerla dagli assalti dei Musulmani) e poi ad Armento (per volontà del feudatario di quel territorio che la fece collocare a latere di quella di san Luca di Demenna), entrambi furono posti poi a Tricarico (in provincia di Matera) nella cattedrale.In ultimo i resti di san Vitale ritornarono ad Armento, dove sono custoditi dentro una teca recante la scritta “SANCTI VITALIS RELIQUIAE” (in questo paese nell’anno della sua morte fu eretto un convento di monaci basiliani).Una sua prima biografia, opera redatta da un monaco basiliano suo contemporaneo, in greco antico su pergamene andate perse, venne ritrovata nel monastero di Armento: questo testo fu, un secolo dopo la scomparsa del santo, tradotto in latino: la versione in tale lingua è l’unica rimasta.In Sicilia la notizia che avessero un concittadino elevato all’onore degli altari giunse ai Castronovesi da Armento con notevole ritardo nel 1660/70, tuttavia non tardarono a dedicargli una chiesa (già aperta nel 1671), ad ottenere qualche reliquia e ad eleggerlo loro patrono al posto di san Giorgio (6 settembre 1704).San Vitale è patrono di Armento (PZ) e di Castronovo di Sicilia (PA), paesi gemellati; viene festeggiato in entrambi il 9 marzo, ed in più a Castronovo ad inizio del mese di agosto.In passato l’otto marzo i Castronovesi festeggiavano pure il beato Elia nipote di san Vitale.Autore: Danilo Caruso
Figlio di Sergio e Crisofonica, nacque al principio del secolo X a Castronuovo in Sicilia (Val di Mazara). Iniziò la vita monastica nel monastero di S. Filippo di Agira, alle falde dell’Etna, fucina di molti famosi asceti calabro-siculi dei secoli IX e X. Volendo adempiere al rituale pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli a Roma, dopo una permanenza già di cinque anni nel monastero, ne chiese il permesso all’abate; al ritorno si fermò in Calabria e separatosi dai compagni di viaggio, cominciò una vita eremitica nelle vicinanze di Santa Severina. Dopo due anni ritornò in Sicilia in un altro monastero vicino a quello di Agira, trascorsero dodici anni e Vitale, evidentemente sempre alla ricerca di un appagamento del suo spirito, ritornò in Calabria, peregrinando per la Regione. Presso Cassano incontrò il monaco Antonio che seguiva una vita molto rigida in una grotta, Vitale si fermò qualche giorno dandogli saggi consigli di moderazione e poi proseguì verso Pietra Roseti al confine con la Lucania, qui dopo aver scacciato dei malfattori da una decadente casa, la trasformò in un cenacolo di monaci. Passato poi al ‘Mercurion’ e al ‘Latinianon’ in Lucania, realtà organizzate di vita monastica locali, prese poi a girare per la Regione, fondando monasteri in vari luoghi e confortando i monaci angosciati per le ricorrenti invasioni arabe. Insieme ad altri due santi monaci, si recò anche a Bari dove fu ricevuto dal catapano Basilio nel 979. Ritornato in Lucania si mise a restaurare il monastero dei Santi Adriano e Natalia, saccheggiato dai saraceni, ma in un secondo assalto, fu fatto prigioniero subendo molti maltrattamenti. Liberato, si rifugiò insieme al nipote Elia divenuto anch’egli monaco, nella zona di Torri dove edificò una chiesa e poi sempre insieme ad Elia si spostò a Rapolla fondando un monastero e qui dopo aver stabilito la sua successione alla direzione del cenobio, morì in tarda età il 9 marzo 993. Sepolto nella chiesa del monastero, dopo 30 anni per sua volontà espressa ancora in vita, fu trasferito dal nipote nel cenobio di Guardia Perticara, fondato dallo stesso nipote, accolto dal vescovo di Torri e dai fedeli. Dopo altre traslazioni avvenute in altri monasteri e chiese, per mettere al sicuro le reliquie dalle incursioni, il corpo di s. Vitale insieme a quello di s. Luca di Demenna, fu trasferito nella cattedrale di Tricarico. La ‘Vita’ del santo scritta in greco da un autore contemporaneo, fu tradotta in latino per uso liturgico nel 1194 e dedicata a Roberto vescovo di Tricarico. La festa religiosa è posta al 9 marzo.
Autore: Antonio Borrelli

domenica 8 marzo 2009

Fiorentina- palermo

http://www.youtube.com/watch?v=3thNIyjpUiM&hl=it fiorentina palermo dopo la sconfitta nel derbi il palermo torna alla vittoria,ma perchè Succi e non Hernandez?

IlCatania invece è rimasto negi spogliatoi del barberahttp://www.youtube.com/watch?v=j83Zs-O44as&hl=it

martedì 3 marzo 2009

cannoli siciliani

In questi giorni a Piana degli Albanesi si svolge la sagra dei cannoli per l occasione ecco la ricetta

I Cannoli siciliani nella storia
I cannoli di sicilia sono con ogni probabilità il più famoso è tipico prodotto dell'arte dolciaria siciliana: un vero peccato di gola per i buongustai che non possono resistere alla tentazione di provarlo. Il cannolo è un dolce costituito da un involucro cilindrico di pasta fritta, farcito con un impasto di ricotta, zucchero e frutta candita a piacere. È una tipica specialità siciliana, l'antica ricetta della quale è uscita dalla clausura di un convento palermitano, come molti dei dolci fatti in questa splendida regione.Il nome proviene dal volgare latino dell'arbusto "canna", con fusto cilindrico vuoto, il quale anticamente serviva per vari usi ordinari. Uno scherzo, come si suol dire, da preti, nato in un dimenticato monastero e successivamente propagato dalla pasticceria palermitana: un motteggio carnevalesco del tempo faceva uscire da un rubinetto (cannolo in siciliano, il termine molto antico e riscontrato in documenti che attestano il significato della parola canna, la quale serviva da cannella per abbeveratoi e fontane) crema di ricotta invece dell'acqua. Insomma il nome è tutto dire.Ma vediamo insieme passo passo come riuscire a preparare i cannoli a casa nostra senza troppa fatica:Ingredienti necessari per 4 persone:500 grammi di ricotta fresca, 270 grammi di zucchero, 150 grammi di farina, 20 grammi di cacao in polvere, 20 grammi di burro, 1 uovo, 1 cucchiaio di marsala, 1 cucchiaio di amido, 1 bicchiere di latte, zuccata, scorza d’arancia, cioccolato a pezzi, zucchero a velo, pistacchi, olio extravergine d’oliva. Preparazione:Per prepare la pasta fritta dobbiamo impastare la farina, il cacao, 20 grammi di burro, l’uovo, lo zucchero ed aggiungere poi il cucchiaio di Marsala per dare corposità all’impasto. Una volta che il nostro impasto sarà omogeneo dobbiamo farlo riposare per circa un'ora. Dopodichè dobbiamo spianarlo con un mattarello e fare con l’aiuto di un oggetto tagliente dei quadrati di una decina di centimetri da avvolgere diagonalmente attorno a tubi di latta o utensili equivalenti che resistano alla frittura: quindi bagnamo le estremità per farle aderire agli utensili e friggiamo in olio abbondante. Appena i quadrati di pasta fritta saranno di color dorato, dobbiamo farle asciugare e lasciar raffreddare per poterle staccarle dagli utensili metallici.A questo punto ci manca il ripieno: dobbiamo prendere la ricotta e passarla al setaccio aggiungendo gli ingredienti rimasti ossia: l'amido, il bicchiere di latte, lo zucchero, i pezzetti di pistacchio, di zuccata e di cioccolato. Decorariamo a piacere ogni singolo cannolo con della scorza d'arancia candita e dulcis in fundo spolveriamo con abbondante zucchero a velo. I nostri cannoli sono pronti da gustare e faranno un figurone sulla vostra tavola e per tutte le vostre festività, perché questo dolce non è semplicemente buono da mangiare, ma nasconde dentro di sé una lunga storia che si ripercorre ogni volta che si assaggia il suo fantastico ripieno morbido e dolce. Chi non l’avesse mai assaggiato è invitato a farlo il prima possibile, per sapere davvero cosa si è perso.U CANNOLU RICETTAPer 10 persone, per la pasta occorrono: 300 gr di farina bianca;30 gr di zucchero;25 gr di burro;1 bicchiere di Marsala secco;1 pizzico di sale;1 uovo;olio per friggere. Per il ripieno, invece, occorrono: 300 gr di ricotta fresca;150 gr di zucchero;50 gr di scorze di arancia candite e tagliate a strisce sottili;50 gr di cioccolato amaro;1 bicchierino di rum;1/2 bustina di vaniglia. Per fare la forma del cannolo occorrono 10 cilindri di canne di bambù o di metallo lunghi 12 cm e di 3 cm di diametro, leggermente unti d'olio.La pasta si prepara mescolando insieme tutti gli ingredienti previsti (escluso l'uovo), fino ad ottenere un impasto elastico e omogeneo con il quale formare una palla che dovrà essere coperta con un tovagliolo e lasciata riposare in un luogo fresco per mezz'ora. Lavorare ancora la pasta per pochi minuti, quindi farla ancora riposare per 30 minuti prima di darle un'ultima impastata e stenderla in una sfoglia molto sottile. Ritagliare la sfoglia in quadrati di dieci centimetri di lato e lucidarli pennellandovi con l'uovo sbattuto. Arrotolarli sui cilindri, avvolgendoli per sbieco, partendo da un angolo e congiungendoli con quello opposto. Comprimere bene la pasta e friggere in abbondante olio ben caldo. Sfilare i cilindri solo quando la cialda si sarà raffreddata completamente. Successivamente preparare il ripieno, passando al setaccio la ricotta e unirvi zucchero, scorze d'arancia, cioccolato grattugiato, vaniglia e rum. Farcire i cannoli con questo composto e decorarne le estremità con la frutta candita. A piacere spolverizzare i cannoli con zucchero a velo

lunedì 2 marzo 2009

Targelia

Oggi ho voluto togliermi una curiosità,scoprire il significato del nome di mia moglie originaria del sudamerica ho avuto un incredibile sorpresa lei si chiama Targelia, questo nome è legato ad Apollo e Artemide,le targelia erano le feste a loro dedicate sia in Grecia che in Sicilia al piu presto publicherò un post sulle antiche tradizioni

Arrivederci Candido Cannavo


Ramacca Ct




http://sicilyweb.com/ramacca
http://www.youtube.com/watch?v=QadfNoe2nT8&hl=it Sindaco di Ramacca difende Cuffaro

Ramacca conta circa 10.000 abitanti e sorge, a 266 metri sopra il livello del mare, sui primi rilievi che si innalzano ad ovest della Piana di Catania. L'etimologia del nome si fa derivare dall’arabo rahal mohac, casale di Mohac, il condottiero, al quale nel 1392 venne data in feudo. Un'altra ipotesi lo fa derivare dall'arabo Rammak che significa "guardiano di giumente".
In passato, Ramacca era conosciuta come il "granaio della Sicilia". Ancora oggi è un importante centro agricolo e zootecnico. Rilevanti sono le produzioni di cereali, ortaggi, agrumi, mandorle e uva, e sono presenti nel territorio, vari impianti per la lavorazione dei prodotti agricoli e zootecnici, fabbriche di materiali da costruzione e numerose aziende artigiane

Sagra del carciofo

http://www.youtube.com/watch?v=w0zCQ29qzlk&hl=it
Programma
HomePresentazioneInformazioniProgrammaCreditsStoriaProdotti TipiciRicette


Lunedì 31 marzoOre 18.00 Conferenza stampa di presentazione della XVIII Sagra del Carciofo e della 2° mostra mercato dei prodotti agroalimentari e artigianali locali Auditorium Centro Sociale
Giovedì 3 AprileOre 16.30 Cerimonia di inaugurazione XVIII sagra del carciofo e della 2° mostra mercato dei prodotti agroalimentari e artigianali locali alla presenza di autorità ed istituzioniApertura StandsOre 17.30 Giovani sbandieratori Circolo Didattico“O. G. De CruyllasOre 18.00 Sala convegni Paradiso della Zagara Convegno La ricerca di qualità: quale valore aggiunto dal marchio IGP “Carciofo Violetto di Sicilia” per i produttori gli operatori commerciali e i consumatori?
Venerdì 4 AprileOre 9.00 Apertura standsOre 9.30 La scuola scende in piazza caval giocando“Al Galoppo in Provincia” a cura dell’Ass.ne Nazionale “Giacche verdi Sicilia”Nutella party - Parco WagnerOre 9.30 Visita guidata Parco Archeologico - partenza area di sosta antistante parcheggio camperisti. Rientro alle ore 11.00 Ore 17.30 Sala convegni Paradiso della Zagara convegno organizzato da Unione Interprovinciale tra Comuni “Corone degli Erei” - Le Nuove opportunità per il territorio nell’Ambito del P.S.R. 2007/2013 LeaderOre 18.30 Giovani sbandieratori Circolo Didattico“O. G. De Cruyllas” Ore 19.00 Gruppo folkloristico e tradizioni popolari Istituto Comprensivo G. Verga RamaccaOre 19.00 Degustazione piatti a base di carciofoOre 21.00 Spettacolo
Sabato 5 AprileOre 9.00 Apertura standsOre 9.10 Inaugurazione Ippovia - Sfilata dei cavalieri per le vie cittadine nel territorio Ramacchese“Al Galoppo in Provincia” a cura dell’Ass.ne Nazionale “Giacche verdi Sicilia” Ore 10.30 Parco Archeologico “La Montagna”“I COSI DI NA VOTA” cultura e tradizione un viaggio nel passato tra arte e natura, esposizione di piatti tipici a cura dell’Associazione “Agorà”, e mostra fotogra fica a cura dell’Ass. “Visione Sicula”, mostra di pittura a cura dell’Ass. “Crea”, visita guidata al parco archeologico a cura dell’Ass. “Archeorama”.Ore 10.30 Giovani sbandieratori Circolo Didattico“O. G. De CruyllasOre 11.45 Visita guidata Parco Archeologico - partenza area di sosta antistante parcheggio camperisti. - rientro alle ore 13.00 Ore 12.00 Degustazione piatti a base di carciofoOre 17.30 Liscio del camperista - Parco Wagner Ore 19.00 Sfilata Gruppo folkloristico e tradizioni popolari Istituto Comprensivo Giovanni Verga RamaccaOre 19.00 Degustazione piatti a base di carciofoOre 21.30 Spettacolo musicaleDomenica 6 Aprile Ore 9.00 Apertura standsOre 10.30 Visita guidata parco archeologicoOre 11.00 Sfilata Gruppo folkloristico e tradizioni popolari Istituto Comprensivo Giovanni Verga RamaccaOre 11.00 Giovani sbandieratori Circolo Didattico“O. G. De Cruyllas”Ore 12.00 Degustazione piatti a base di carciofoOre 15.00 Visita guidata Parco Archeologico - partenza area di sosta antistante parcheggio camperisti. - rientro alle ore 16.40 Ore 16.00 Sfilata Gruppo folkloristico Ore 16.45 Visita guidata Parco Archeologico – partenza area di sosta antistante parcheggio camperisti. - rientro alle ore 18.00 Ore 19.00 Degustazione piatti a base di carciofoOre 21.30 Spettacolo musicale
NB: il programma potrà subire ulteriori variazioni per il miglioramento dello stesso


Associazione TuristicaPRO LOCO
Provincia Regionaledi Catania
Associazione TuristicaPRO LOCO
Regione Siciliana Ass. Agricoltura e Foreste
Comune di Ramacca
SiciliaIl Bello del Mondo
Corone degli EREI

domenica 1 marzo 2009

Palermo-Catania

http://www.youtube.com/watch?v=3z4s7qPc790&hl=itil gol di Mascara
Il Catania si aggiudica il derby di Sicilia e ottiene tre punti importantissimi."La vittoria per 4 a o sul Palermohttp://video.google.it/videoplay?docid=-5586752920458157575&ei=3deqSd27GZPiqQKvkJznDA&q=palermo-catania&hl=it&st=day è frutto del buon lavoro in allenamento e della concentrazione e della coesione mostrate dalla squadra in campo" ha detto il tecnico dei rossazzurri al termine della sfida del Barbera.L'allenatore poi però bacchetta anche un po' i suoi: "Il risultato è largo. In passato dopo essere andati in vantaggio ci siamo fatti troppe volte recuperare e anche questa volta abbiamo rischiato. E' un atteggiamento che dovremo cambiare. Quando vinci è sempre tutto perfetto ma bisogna fare i complimenti a Bizzarri che nel secondo tempo ha fatto delle parate decisive".Il mister etneo conclude con una dedica: "La vittoria è un regalo a tutti quelli che ci aiutano durante la settimana".

motore ricerca

Siciliano.it - Il motore di ricerca siciliano cerca in: